Anpi, salta l’accordo con il Comune di Urbino: rischio sfratto anche per l’Istituto “Cappellini”

Armanno Torrico, presidente dell'Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione “Egisto Cappellini”
di Nicholas Masetti, servizio video di Maria Letizia Camparsi e Luca Gasperoni

URBINO – L’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) di Urbino e l’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione “Egisto Cappellini” sfrattati a fine mese dall’appartamento di proprietà del Comune di via Oddi 11. Centoquaranta metri di scaffali pieni di documenti, libri e giornali testimoni di pezzi importanti della storia della città nell’ultimo secolo, che adesso rischiano di disperdersi. Tutto questo perché il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, ha deciso che le attuali tre ampie stanze dove le due istituzioni hanno sede dal giorno della liberazione di 15 anni fa, il 25 aprile 2004, sono troppe.

Meglio destinarle alla contrada Monte – come già avvenuto per altre contrade che ora hanno la propria sede – per organizzarsi in vista della festa dell’Aquilone, “un valore importante per lo sviluppo turistico della città” spiega il sindaco. Secondo il primo cittadino, all’Istituto Cappellini e all’Anpi bastano due stanze al secondo piano di Palazzo Nuovo Albani. Uno sfratto, anzi, per essere precisi, un recesso di contratto di comodato d’uso. Il locale della biblioteca era stato concesso dal sindaco di Urbino Massimo Galuzzi con delibera esecutiva n.89 del 19 aprile 2004.

Il 30 gennaio di quest’anno, dopo mesi di confronto, la proposta di Gambini al presidente dell’Istituto Ermanno Torrico è stata di traslocare a Palazzo Nuovo Albani in Piazza della Repubblica o in strutture fuori città. “A ottobre il sindaco ci fece delle promesse: trovare una stanza di dimensioni simili all’attuale e aiutare l’Istituto nelle spese di trasloco”. L’incontro è stato però inutile. Le parti non hanno trovato un accordo e nei successivi contatti ci sono stati anche degli scontri verbali. “Sto facendo del mio meglio per cercare una soluzione congrua sia alle esigenze dell’Istituto e dell’Anpi che a quelle della contrada”, ribadisce il sindaco Gambini.

“La stanza di Palazzo Nuovo Albani – insiste Torrico – non può contenere tutto il materiale dell’Istituto, quattromila volumi, duecento periodici, stampa clandestina e raccolte. Ha sole tre pareti libere, è molto bassa”. Il sindaco ha così offerto per iniziative pubbliche e riunioni la Sala Serpieri del collegio Raffaello. Danilo Alessandroni, componente del direttivo Istituto “Cappellini” che conta circa cinquanta iscritti compresi anche giovani studenti, si chiede: “Noi facciamo attività e incontri. Come può una persona consultare testi e memorie se non li ha a disposizione nello stesso luogo?”.

“Ho parlato con un rappresentante della contrada” spiega Torrico. “Certo, loro hanno bisogno di una nuova sede ma non con estrema urgenza. Mi hanno confessato che il trasferimento non per forza deve coincidere con la fine del nostro istituto” continua. Anche Cristiana Nasoni, presidente dell’Anpi di Urbino, si troverà senza una sede visto che attualmente è in Via Oddi 11 insieme all’Istituto: “Abbiamo sessanta iscritti, costanti negli anni, e siamo un punto di riferimento per giovani universitari che vengono a fare ricerche”.

Giornali, periodici e libri presenti nella biblioteca di via Oddi, 11

Dal 1998 Urbino è patrimonio dell’Unesco che nelle linee guida della costituzione colloca al primo posto il rapporto della città con la cultura locale. L’Istituto “Egisto Cappellini” – deputato e senatore del Pc fino al 1956 – nasce nel 1967 proprio per ampliare e migliorare le ricerche storiografiche sulla Resistenza marchigiana dal 1943 al 1945 lungo la linea Gotica che andava da Pesaro a Marina di Massa, dal mar Adriatico al Tirreno.

L’Istituto negli anni ha perso finanziamenti e fondi, prima dalla regione Marche e poi dalla provincia di Pesaro-Urbino. In un comunicato il Partito Democratico ha “espresso rammarico e tristezza per la vicenda”. “Un brutto segnale per l’antifascismo e la cultura di tutto il territorio” firmano Ermanno Torrico e Cristiana Nasoni nell’appello consegnato al sindaco.

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