“Vedute rinascimentali”, il Comune di Urbino si fa avanti per i paesaggi di Piero, Leonardo e Raffaello

leonardo montefeltroVeduta di uno scorcio paesaggistico associato allo sfondo della Gioconda di Leonardo da Vinci.
di MARIA LETIZIA CAMPARSI

URBINO – “Bisogna riscrivere la storia dell’arte”: era la sentenza di Umberto Eco di fronte alla scoperta di due ricercatrici urbinati Olivia Nesci e Rosetta Borchia, secondo cui i paesaggi di Leonardo e Piero della Francesca sono riconducibili a panorami realmente esistenti nel Montefeltro. Fino a ipotizzare che la Monna Lisa sia, in realtà, il ritratto di una cortigiana di Urbino. Da questa suggestione è nato il progetto Vedute rinascimentali, che prevede visite guidate, spettacoli e aperitivi nei “paesaggi d’arte”. A distanza di dieci anni da quando il progetto ha iniziato a prendere forma, il Comune di Urbino ha deciso di farsi avanti e vuole mettere anche la sua firma, con nuove iniziative “da concretizzare già da questa primavera”, promette il vicesindaco e assessore al Turismo Roberto Cioppi.

I luoghi dei maestri del Rinascimento

Il paesaggio dietro alla “Resurrezione” di Piero della Francesca

Tutto comincia da un’intuizione delle “cacciatrici di paesaggi”: Rosetta Borchia, fotografa e pittrice, e Olivia Nesci, geomorfologa all’università di Urbino. Dopo aver immortalato diversi scorci del territorio del Montefeltro, affiancano alle immagini un approfondito studio storico, geologico e artistico. Anni di ricerche, fino ad arrivare all’affascinante teoria che i paesaggi ritratti da Piero della Francesca e Leonardo non siano immaginari, ma proprio quelli dell’antico Ducato di Urbino.

Il loro ultimo lavoro invece sarà un omaggio a Raffaello, in vista del cinquecentenario della sua morte. In ben 15 quadri del maestro, hanno trovato corrispondenze tra il paesaggio dipinto e quello reale del territorio feltresco. Tra i dipinti ci sono ad esempio la Madonna del Cardellino, la Pala Baglioni e la Bella giardiniera. Il libro è pronto alla pubblicazione e Rosetta Borchia ha anticipato al Ducato quale sarà il titolo: E luce sia. I paesaggi di Raffaello ritrovati nelle terre del Ducato di Urbino. Sarà presentato probabilmente dopo l’estate a Urbino, Roma e Milano. “Ora ricominceremo da Leonardo, perché ha realizzato molte altre opere con paesaggi identificabili – racconta la Borchia – in Italia e all’estero abbiamo avuto riscontri molto positivi sulle nostre ricerche e in vista della celebrazione di Raffaello siamo state invitate a esporle in molti eventi in Italia e in Europa”.

Il progetto

Così è nato “Montefeltro Vedute rinascimentali”, balconi con vista e pannelli esplicativi per ridare luce al “Paesaggio invisibile”, mostrando ciò che i pittori del Rinascimento scelsero per gli sfondi di alcuni tra i dipinti più famosi nel mondo. Alla sua realizzazione hanno contribuito la Regione Marche e la Regione Emilia Romagna. “Ma è la seconda che ha investito in maniera più corposa – chiosa la fotografa urbinate – questo progetto esiste da più di dieci anni, ma inizialmente ha ricevuto poca fiducia, soprattutto a livello locale. Non credevano alle nostre teorie a causa dello scetticismo di alcuni “baroni” dell’università. Poi con l’aiuto della regione confinante è andata meglio, e tutt’ora le iniziative vengono pubblicizzate maggiormente da loro”.

La Borchia ha detto che un interesse significativo da parte del nostro territorio è arrivato solo poco tempo fa: “Né il Comune di Urbino né la Regione Marche ci hanno mai contattate. Di recente avevamo provato a presentare questo progetto anche all’Accademia Raffaello, ma senza ottenere risultati. Poi, un mese fa, dopo una conferenza sul turismo a Pesaro in cui si era parlato delle nostre ricerche e del progetto, l’assessore al Turismo di Urbino ci ha contattate dicendo che era intenzionato ad aggiungere anche la firma del nostro Comune alle iniziative”.

Dopo anni di silenzio, quindi, sembra che anche Urbino voglia approfittare delle suggestive idee delle due ricercatrici. L’assessore al Turismo e vicesindaco, Roberto Cioppi, ha infatti parlato al Ducato dei lavori in corso: “Quando è iniziato il progetto noi non eravamo nell’amministrazione comunale. Ora vogliamo sviluppare questo interessante tema delle vedute rinascimentali assieme a Confcommercio e rendere concreta alcune iniziative già da questa primavera. A breve vi faremo sapere i dettagli”.

La ricostruzione dello scorcio dietro al ritratto del Duca Federico

La ricerca

Nel 2007 un casuale ingrandimento fotografico aveva suggerito alle ricercatrici una singolare somiglianza tra alcuni paesaggi del Montefeltro e quelli dipinti da Piero della Francesca nel Dittico dei Duchi di Urbino, da molti e per molti anni considerati come paesaggi ideali. Da qui era cominciata una ricerca storica e scientifica per trovare le altre tessere del paesaggio-mosaico che fa da sfondo a Federico da Montefeltro. E dopo un anno e mezzo di lavoro, è stato dato alle stampe Il paesaggio invisibile, dove si illustrano le illuminanti somiglianze tra sette paesaggi reali e quelli di altrettanti sfondi di opere di Piero della Francesca.

La ricostruzione del paesaggio che fa da sfondo alla Gioconda di Leonardo

La stessa cosa è successa a partire dal confronto di più fotografie scattate nella valle del Marecchia, in provincia di Rimini, con lo scorcio del ritratto più celebre del mondo: “Due rupi, un ponte, un fiume… Una combinazione di elementi nota alla mia memoria, – aveva raccontato Rosetta Borchia – un tassello troppo famoso per non essere riconosciuto: un pezzo della Gioconda”. Quattro anni

di confronti tra biografie degli artisti, documenti dei committenti delle opere, aspetti ecologici e di evoluzioni del clima e sopralluoghi con i droni. Ed ecco che nel 2012 arrivò il saggio edito da Electa: Codice P, Atlante illustrato del reale paesaggio della Gioconda. La loro teoria afferma che Leonardo avrebbe racchiuso nella tela diverse parti della zona ora divisa tra Romagna e Marche con una tecnica di “compressione”.

Dà loro ragione un storico romano, Roberto Zapperi, che in quegli stessi anni fece delle ricerche sulla vera identità della donna ritratta da Leonardo da Vinci, declinate poi nel libro Monna Lisa addio, sempre del 2012. Secondo le sue ricostruzioni, costruite a partire dalla testimonianza di un chierico francese, il maestro non ha ritratto Lisa Gherardini, la Monna Lisa, bensì Pacifica Brandani, donna di Urbino e amante di Giuliano de’Medici, che in quel periodo era esule proprio alla corte di questa città.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi