Cinquecento anni dalla morte di Leonardo: la firma del genio su Urbino

di FRANCESCA DE MARTINO

URBINO – In tutta Italia si sta celebrando il cinquecentenario dalla morte di Leonardo da Vinci, che anche a Urbino lasciò diverse firme del suo genio come architetto. Forse non tutti sanno che la fortezza Albornoz, l’intera cinta muraria, lo scalone d’onore e la Cappellina del Perdono al primo piano di Palazzo Ducale vennero rilevate nei minimi dettagli – a seguito di richieste di ammodernamento del territorio – dall’architetto toscano, che fu nella città ducale nel 1502.

“Leonardo lascia a Urbino una riconoscibile impronta a livello architettonico con la cinta muraria e non solo, ma soprattutto la straordinaria suggestione su Raffaello che vedeva in lui un maestro e un riferimento. La gran parte delle scelte formali del Sanzio vennero influenzate dall’esempio geniale di Leonardo”, dice al Ducato l’assessore alla Cultura di Urbino Vittorio Sgarbi.

Il soggiorno

Secondo quanto annota Leonardo sul suo taccuino da viaggio, il 30 luglio del 1502 giunse a Urbino al seguito di Cesare Borgia (detto “il Valentino”) per ispezionare luoghi e fortezze. Borgia l’aveva assunto a corte come architetto e ingegnere militare al fine di rimodernare il territorio, appena conquistato, della città feltresca e Leonardo lasciò traccia della sua visita riconoscibile fino ai giorni nostri.

Il presidente dell’associazione Ars Balistarum Pietro Barsotti spiega al Ducato: “Leonardo venne colpito da ciò che vide a Urbino e soprattutto fu per lui un luogo dove apprese molto, dati i numerosi artisti che nel cinquecento frequentarono Palazzo Ducale: da Piero della Francesca Luca Pacioli a Francesco Di Giorgio Martini. Quest’ultimo per lui fu un grande maestro infatti nella sua biblioteca ne conservava il primo trattato di Architettura, oggi a Firenze alla Biblioteca Laurenziana”.

“Ciò che si deve evidenziare – continua Barsotti, che cura anche la pagina Facebook “Sulle tracce di Leonardo a Urbino”  – è che Urbino è l’unico posto in cui possiamo ricollocare precisamente i disegni di Leonardo grazie alle numerose pagine che vi dedica nel suo manoscritto. Basti pensare che quattro le dedica alle mura e tre alla Fortezza Albornoz. Ad esempio andò anche a Cesena con il Valentino, ma ne scrisse appena due pagine”.

Gli schizzi del manoscritto “L” di Leonardo sulle fortificazioni di Urbino e gli interventi a Palazzo Ducale

Leonardo rimase nella città feltresca per 40 giorni, durante i quali esaminò luoghi e fortezze su commissione di Cesare Borgia. In questo soggiorno estivo fu incaricato di rimodernare gli edifici strategici da poco conquistati: soprattutto nel territorio urbinate – ricco di fortificazioni militari progettate da Francesco Di Giorgio Martini – lo scienziato si fermò per studiarne le costruzioni al fine di assecondare le necessità rivoluzionarie del Valentino. Tutto ciò che sappiamo lo abbiamo ereditato dagli appunti presenti nel manoscritto ‘L’ dove si possono attribuire a Urbino ben tredici pagine: “Si tratta di schizzi brevi che lui era solito mettere nero su bianco sui suoi blocchetti da viaggio. In particolare dalle prime pagine del manoscritto emerge che la cinta muraria composta da torri cilindriche e quadrangolari era di epoca medievale tanto che ne era necessario un ammodernamento in tempi brevi con tecniche moderne” conclude Barsotti.

Disegni dello scalone d’onore di Palazzo Ducale dalla pagina Facebook Sulle tracce di Leonardo a Urbino

Nel corso della sua permanenza nella città feltresca visitò anche Palazzo Ducale mettendo mano allo scalone d’onore, evidentemente colpito dalla sua armonia architettonica: nelle pagine del manoscritto si riconosce la scala con il soffitto di volte a botte e le colonne che sorreggono l’arco d’accesso delle rampe così come la colonna presente al secondo piano. Su un’altra pagina del manoscritto invece ritroviamo il disegno della Cappellina del Perdono che raffigura l’abside e altri particolari architettonici, dagli archi alle trabeazioni che ancora oggi la decorano.

La celebrazione a Urbino

Leonardo morì il 2 maggio 1519 ad Amboise in Francia, anche la nostra città ricorda l’artista più poliedrico del cinquecento con una mostra a lui dedicata – “Nel segno di Leonardo” – dando luce proprio al periodo che l’artista e scienziato trascorse nel Montefeltro.

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