Urbino, il primo giovedì post-ordinanza è ancora tiepido: “Tornare ai locali pieni non sarà facile”

di LINDA CAGLIONI

URBINO – Con il ritorno degli studenti dalle vacanze pasquali la tradizione delle notti urbinati ricomincia sotto il tiepido cielo di primavera. Escono dal letargo le canotte a tema floreale, i giubbetti di jeans sfidano ora gli spifferi dell’inverno dimenticato. Dalle porte spalancate del Caffè del Sole pompano le strofe di Sweet dreams, versione Eurythmics. È quasi mezzanotte, e stipati tra le mura del locale, la canticchiano steccando una quarantina di ragazzi che celebrano il primo giovedì di maggio. Che è al contempo il primo vero giovedì dalla fine dell’ordinanza Gambini. Ossia la tanto discussa misura che dall’11 febbraio all’11 aprile ha imposto ai locali di abbassare la saracinesca alle 2 nei giorni feriali e alle 2.30 nei giorni festivi.

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Il provvedimento è dunque alle spalle ma dimenticare non è cosa semplice. E nonostante i tavolini sotto il cielo aperto invitino a tirare la notte per le lunghe, lo spirito viveur della piazza fatica a riemergere. “Forse è il ponte del primo maggio o forse sono le conseguenze dell’ordinanza – dice Alessandro Manenti del Fuoritema, in via Posta Vecchia – possiamo nuovamente tenere aperto fino alle 3, ma ne risentiremo comunque. Sarà difficile far capire alle persone che possono vivere i locali fino a notte inoltrata. In questi due mesi di ordinanza si sono create delle dinamiche dalle quali è difficile tornare indietro, i giovani hanno imparato a organizzarsi con le feste in casa e servirà del tempo per tornare alla normalità”.

Tra chi quella normalità è intenzionato a riconquistarla, tanti giovani dispersi lungo via Mazzini. “È strano pensare che è solo mezzanotte e che c’è ancora un sacco di tempo per stare in giro. Non so a che ora tornerò a casa stanotte. Forse presto, forse tardi. Quel che conta è che a scegliere sarò stata io” dice una studentessa. Stringe tra le dita un gin lemon, dietro di lei una folla di studenti si disperde lungo il ciottolato che porta dritto a borgo Mercatale. “Non posso sapere cosa passi nella mente del sindaco. Chissà, magari ha finalmente capito che i giovani sono una risorsa importante per questa città. Urbino la amo, mi sento parte di questo posto. Vorrei poter votare e decidere del suo futuro”. Poco distante le fa eco un ragazzo: “L’ordinanza è stata una grave scelta politica ai danni di tutti: studenti, residenti, commercianti, turisti. Spero che le prossime giunte non facciano lo stesso errore. Non dovremmo festeggiare la fine di una misura che non avrebbe mai dovuto esserci”.

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Le lancette segnano ormai le due passate quando Mimmo Celi, il gestore del Caffè del Sole, oltre il bancone spiega che “finalmente è tornata la vita. I ragazzi si sentivano offesi da un’ordinanza che ingigantiva il problema della sicurezza”. In sottofondo alle sue parole passa The Passenger, che si confonde tra gli schiamazzi di alcuni ragazzi chini sul calcetto, mentre altri ballano attorno al pianoforte. E nessuno sembra far troppo caso al tempo che passa.

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