Elezioni, Maurizio Gambini: il sindaco non politico che cerca il bis

di NICCOLÒ SEVERINI, FRANCESCA DE MARTINO, NICOLETTA PETTINARI e VALERIO SFORNA

URBINO – “Tanto è stato fatto e tanto c’è da fare”. Con queste parole Maurizio Gambini, 59 anni e imprenditore locale dell’azienda agricola Terra Bio si è ricandidato alle elezioni amministrative 2019 per ottenere il secondo mandato da sindaco di Urbino.

A prescindere dal risultato del 26 maggio, Gambini rimarrà nella storia come primo sindaco di centrodestra della città. Nei suoi cinque anni di governo, molti i cittadini lo hanno riconosciuto come un sindaco presente e disponibile, con la porta dell’ufficio sempre aperta per accogliere richieste. Si è speso sul campo, per cercare dei miglioramenti con urbinati e studenti universitari. Gli ultimi esempi sono gli incontri per cercare una soluzione sull’ordinanza che ha fatto da padrone negli ultimi due mesi urbinati, che gli è costata l’accusa di essere una figura troppo autoritaria.

Coinvolto nell’inchiesta per false fatturazioni nella società calcistica Asd Urbino Pieve, l’amministrazione Gambini ha vissuto anche uno scisma interno. Nel 2016 Gambini ha rimosso Maria Francesca Crespini dalla carica di assessore al turismo e vicesindaco – passata poi all’assessore all’urbanistica Roberto Cioppi – perché non più adatta secondo lui. La capolista Cut era stata fondamentale con il suo appoggio al ballottaggio del 2014, dopo la sconfitta al primo turno. Gli altri tre consiglieri della sua lista si sono divisi. Due sono rimasti fedeli al sindaco: Marianna Vetri, che ha la delega allo sport, e Massimiliano Sirotti. Enrico Magnanelli ha seguito l’ex vicesindaco passando all’opposizione.

L’ingresso in politica fu nel 1999 con i Ds (i Democratici di sinistra), per poi passare al Pd fino al 2009, quando cambia ancora e dà vita al suo Liberi per cambiare, una lista indipendente che ha raccolto i consensi dell’area di centrodestra. È la terza volta che si presenta, quest’anno anche con l’appoggio della Lega di Federico Cangini, che nel 2014 non c’era come partito, ma vantava solo qualche esponente.

Proprio dieci anni fa Gambini tentò per la prima volta di prendersi la prima poltrona di Urbino. Con la sua Lista civica “Liberi per cambiare” cercò di strappare la carica a Franco Corbucci, ma raccolse solo il 17,4% delle preferenze arrivando terzo dietro al primo cittadino uscente e Alfredo Bonelli, con “Lista civica per Urbino”. Fu buona la seconda allora: nel 2014 diventò sindaco battendo al ballottaggio Maria Clara Muci con il 56% dei voti, rimontando la situazione di svantaggio del primo turno. Infatti, proprio la candidata del Pd era in testa, anche se con uno scarto minimo.

Nel 2014 dichiarava di ispirarsi a Enrico Mattei perché voleva “ridare dignità alle forze produttive: commercio, artigianato, agricoltura, giusto peso all’impresa privata” e anche se non si definisce un uomo politico lo scorso anno si era dato un 6,5 nel giudicare il suo operato, voto salito a 7,5/8 nell’ultimo anno, dice con orgoglio.

Turismo

Il turismo non è competenza diretta del sindaco, ma in campagna elettorale, cinque anni fa, Gambini ne fece uno dei punti principali. Urbino ha risentito indirettamente del terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2016 nel settore turistico.Mancando i dati della Regione sui pernottamenti (che nel 2014 e 2015 registrano buoni risultati, circa 186.000 arrivi) possiamo fare un confronto con gli accessi a Palazzo Ducale: sono cresciuti dal 2014 al 2016, quando furono 199.236, per poi crollare l’anno seguente a 169.541 (-14%). Ma nel 2018 si è rifatto con gli interessi: ha sfondato quota 200.000 mila ingressi, record storico per la meraviglia di Urbino.

L’altra faccia della medaglia: nel 2018 si è registrato solo il 17% di turisti stranieri, contro la media nazionale del 51%, numero definito vergognoso dal vicesindaco Cioppi. Il turista tipo che il sindaco vorrebbe portare in città non è quello “giornaliero”, che a mezzogiorno arriva e alla sera se ne va, ma vuole puntare su quelli che pernottano. Eppure l’amministrazione Gambini ha introdotto la tassa di soggiorno, che va da 1 euro a 2.50. Qui una contraddizione con quanto dichiarava in campagna elettorale, nel quale la definiva un ulteriore peggioramento di un bilancio turistico già in difficoltà e anche gli albergatori erano dubbiosi sull’inserimento dell’imposta chiedendo di trovare un traino per le loro attività e non una toppa ai buchi di bilancio.

Università e giovani

Gli studenti sono croce e delizia di Urbino da sempre. È Il motore che traina l’economia di una città che conta complessivamente 30 mila persone: tanti ragazzi quanti cittadini. Gambini ha cercato di svolgere il difficile compito di mediatore tra giovani e urbinati. Nel corso degli ultimi mesi si è guadagnato la fama dello sceriffo per l’ordinanza che obbligava i locali commerciali a chiudere alle 2 di notte (2.30 nei giorni festivi). Fin dal primo giovedì, la serata universitaria per eccellenza, ha dovuto ascoltare le proteste, non solo degli studenti, ma anche dei commercianti che si sono sentiti abbandonati dall’amministrazione. Ma l’ordine pubblico e il decoro sono due degli obiettivi principali e per cercare di rispettarli è arrivato allo scontro. In seguito ai due incontri aperti, nella sala Serpieri del collegio Raffaello il 9 e il 16 aprile scorso, ha deciso di non rinnovare il provvedimento scaduto l’11 aprile. È ancora in vigore, invece, quello che vieta ai baristi di servire bevande in vetro al di fuori dell’area di competenza del locale – 3 metri – e di trasportare alcolici dalle 20.30 alle 7.

Viabilità

La ferrovia Fano-Urbino è stata salvata dalla chiusura definitiva, grazie a una legge statale e Gambini dice di esserne l’artefice, ma attualmente i lavori di ristrutturazione non sono ancora partiti perché sono in corso le trattative tra comune e Regione. Questo rimane un punto cruciale da trent’anni, in programma nella candidatura del 2014 e ancora presente nel 2019. Il sindaco dice di aver pronto un progetto di ripristino della struttura: rimettere in sesto i binari, oggi coperti dalla vegetazione. La cifra necessaria secondo quanto ipotizzato da Stato e Regione è troppo alta per potere essere stanziata in concreto.

Nel programma elettorale del sindaco Gambini, come priorità, risultano l’Urbino-Pesaro e la Fano-Grosseto come arterie da completare perché fondamentali per arginare il problema dell’isolamento della città: la proposta è stata già presentata ai rappresentanti in Parlamento, si legge sul sito della campagna elettorale.

La cultura con Vittorio Sgarbi

Dal 2014 l’atmosfera culturale a Urbino è cambiata perché Maurizio Gambini ha voluto al suo fianco come assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte si è presentato cinque anni fa siglando con l’attuale sindaco “un patto per la città” in dieci punti con diverse iniziative per incentivare il rilancio culturale della città. Da allora, con la sua personalità irriverente e la sua competenza Sgarbi ha incrementato a suo modo il movimento culturale urbinate portando a Urbino, dal 2014 a oggi, 30 mostre che hanno avvicinato centinaia di visitatori: da Leonardo a Tintoretto, da Artemisia Gentileschi a Prospero Fontana e Guido Reni per citarne alcune e a maggio partirà anche la mostra di Raffaellino del Colle per anticipare le celebrazioni previste per il prossimo anno in ricordo della morte di Raffaello. Il periodo Sgarbi ha visto anche la riapertura dell’ex museo cittadino in via Valerio in un’altra veste “la Casa della Poesia”, luogo che in questi anni ha ospitato presentazioni di libri e attività culturali: la struttura è stata rinnovata completamente, inserendo cento sonori diversi di poeti famosi. Anche la Galleria d’Arte Albani e la Data sono state rivalutate e riaperte al pubblico. Il rapporto con Pesaro e Fano da inizio mandato si è anche intensificato promuovendo un protocollo d’intesa per la valorizzazione del patrimonio culturale e istituendo, dunque, un biglietto unico per i visitatori al fine di valorizzare l’attività culturale. In questi anni sono anche nati diversi Festival che hanno animato la città di Urbino: da Urbino in Acquerello a Urbino plays Jazz. Il carattere esuberante dell’assessore alla cultura Sgarbi ha portato a numerosi scontri organizzativi con il direttore della Galleria nazionale delle Marche, Peter Aufreiter: secondo Sgarbi, l’attuale direttore di palazzo Ducale avrebbe organizzato mostre poco interessanti e costose da far abbassare vertiginosamente il picco dei visitatori della struttura. Tra i due non scorre nemmeno ora buon sangue tanto che hanno continuato a scontrarsi e sono arrivati a dividersi gli spazi di palazzo Ducale per le mostre organizzandosi ognuno la propria e senza collaborare. Vittorio Sgarbi ha scelto per un altro mandato questo territorio con la lista Forza Italia Rinascimento con Sgarbi e Udc. “Ho ancora molto da fare, soprattutto vorrei fare di più a livello di comunicazione nelle mostre ottenendo più fondi”, ha detto il 2 aprile alla conferenza stampa di presentazione delle liste della coalizione Liberi per cambiare.

Ambiente

Per quanto riguarda l’ambiente, migliorare la raccolta differenziata porta a porta e di prossimità è la priorità del sindaco: prima delle sue elezioni, nel 2013, non rientrava nemmeno nella classifica dei “comuni ricicloni” perché registrava il 44% ben al di sotto dell’obiettivo europeo. Nel 2018 è stato raggiunto il 65,7% di raccolta differenziata, Gambini promette di proseguire su questa linea cercando di migliorare ancora. Anche per quanto riguarda l’illuminazione della città, già avviata e potenziata nel corso dell’ultimo mandato con 800 lampade a led nelle zone limitrofe al centro storico, il sindaco ha messo in conto in programma di fare di più sostituendo almeno 2mila punti luce chiedendo un prestito di 400mila euro alla banca depositi e prestiti.

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