I post razzisti del candidato della Lega a Urbino. Mirco Toccacieli scherza col KKK, contro musulmani e rom

di FRANCESCO COFANO e MARCO FERRARI

URBINO – Neri, rom e musulmani. Sono questi i bersagli dei post pubblicati su Facebook che hanno gettato nell’occhio del ciclone Mirco Toccacieli, candidato alle elezioni amministrative della città ducale nella lista Lega per Urbino che sostiene il sindaco uscente Maurizio Gambini.

A dare rilevanza nazionale ai contenuti pubblicati sulla bacheca di Toccacieli un articolo di Open, il giornale online di Enrico Mentana. Che poi ha condiviso l’articolo sul suo profilo, alimentando le polemiche.

I post, o per meglio dire i meme, incriminati sono tre e risalgono a qualche anno fa. Il primo ritrae Paul Yeboah, in arte Bello Figo Gu, circondato da membri incappucciati del Ku Klux Klan e la scritta: “Quando il tuo video è piaciuto così tanto che alcuni fans hanno deciso di incontrarti”. La seconda, che raffigura un gruppo di donne di etnia rom, porta la scritta: “Non tutti i rom rubano, alcuni fanno palo” ed è accompagnata da una didascalia scritta direttamente da Toccacieli: “Il palo bisogna darlo in testa a questa gente che delinque per sopravvivere”. In una terza immagine, con al centro una famiglia di religione islamica, la dicitura recita: “So che è impossibile… Caro Babbo Natale, per quest’anno vorrei per regalo solo due piccole cose. Salvini al Governo e questi a casa loro”.

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I post ora non sono visibili sulla sua bacheca. Forse sono stati cancellati, forse un’impostazione della privacy impedisce di vederli a chi non è un contatto di Toccacieli. Tuttavia quello che viene pubblicato da un personaggio pubblico (come un candidato alle elezioni) difficilmente viene cancellato totalmente. Open è riuscito a fare gli screenshot dei post e lo stesso Toccacieli non ha negato di averli pubblicati. Ancora una grana, dunque, per la Lega urbinate, forse peggiore della “bocciatura in geografia” dei manifesti elettorali (con la dicitura “Umbria” anziché “Marche”) apparsi in alcuni punti della città e poi rimossi.

Il candidato consigliere, raggiunto dai giornalisti di Open, si è difeso parlando di post condivisi “anni fa, nel 2015 e nel 2017 in un momento di rabbia per fatti accaduti a me personalmente”, rifiutandosi poi di rilasciare altre dichiarazioni perché sarebbero state strumentalizzate.

Le accuse a Gambini

Non si sono fatte attendere le reazioni di “I moderati per Urbino” e “Uniti per Urbino”, liste che appoggiano la candidatura a sindaco di Giorgio Londei. In un comunicato hanno detto: “Riteniamo gravissimo che il sindaco non abbia controllato le attività social dei candidati che lo sostengono, dato che Toccacieli se venisse eletto ricoprirebbe una carica istituzionale”. Gianluca Carrabs di “Uniti per Urbino” la definisce una pesante mancanza e dice: “Se Gambini non prende subito le distanze, ne diventa complice”.

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