L’ufficio stampa, ovvero l’arte “di comunicare un servizio al cittadino”

di NICHOLAS MASETTI

URBINO – Dare al territorio consapevolezza del territorio. Che sia regione Emilia-Romagna o Marche, comune di Pesaro, università di Urbino, azienda privata o ente pubblico, l’obiettivo è solo uno: comunicare e informare in modo efficace. E l’ufficio stampa è sempre più al centro di questo processo che si è evoluto con il mondo dei social.

In una giornata di scambi d’opinione, presentazioni e accrescimento valoriale, l’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino ha ospitato un seminario sul ruolo degli uffici stampa che ha visto la partecipazione di diverse realtà: il direttore della corporate marketing e comunicazione di Biesse Raphaël Prati, la responsabile informazione e comunicazione della regione Marche Maria Margherita Rinaldi, il direttore del servizio informazione e comunicazione istituzionale dell’Assemblea legislativa dell’Emila-Romagna Marco Sacchetti, il responsabile dell’ufficio stampa del consiglio nazionale delle ricerche (CNR) Marco Ferrazzoli, l’addetto stampa dell’Università di Urbino Tiziano Mancini e il capo ufficio stampa del comune di Pesaro Marcello Ciamaglia. 

Gea Ducci, docente ed esperta di comunicazione all’università di Urbino, ha moderato l’incontro sottolineando l’importanza della legge che disciplina l’attività d’informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni, la 150 del 7 giugno 2000. “È una legge quadro a cui si potrebbe aggiungere ma non di certo superare” ha affermato la Ducci.

L’articolo 9 comma 2 spiega che gli uffici stampa debbano essere costituiti da persone iscritte all’albo nazionale dei giornalisti. Sul tema è intervenuto anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche Franco Elisei, che ha parlato della figura del giornalista interno all’ente o all’azienda: “Non tutti gli uffici stampa hanno ancora un giornalista professionista, un ruolo importante per mediare con il pubblico”.

Gli interventi si sono susseguiti battendo il tempo dell’evoluzione di un lavoro che negli anni è passato da essere “semplice passaparola” per diventare “pura comunicazione”, un’attività che parte dalla produzione comunicati stampa e oggi arriva a gestire la presenza sui social.Fare comunicati per un ente o per un’azienda privata non è propaganda, è un’attività di comunicazione che offre un servizio, che sia al cittadino o ad altri enti privati.

Quello che cambia è l’obiettivo: per un’azienda la finalità è comunicarsi. Biesse group, leader mondiale per la produzione di macchinari, comunica per “migliorarsi e dare trasparenza alle capacità finanziarie, di business o di tecnica”, dice Prati. In questo momento l’azienda, nonostante abbia un commercio dell’85% all’estero e sia quotata in borsa con un azionariato del 41%, non ha ancora un ufficio stampa fisso. Per un’ente, lo scopo è quello di arrivare al cittadino. Un esempio è quello che arriva dalla Regione Marche che nel 2016 ha unito 261 siti slegati in un unico portale “per rendere più facile l’accesso a tutti” spiega la Rinaldi. Importanza ai giovani nativi digitali con maggiori capacità, corsi di aggiornamento e obiettivi dirigenziali sono alcuni dei cambiamenti messi in atto dalla regione.

Anche l’Emilia-Romagna ha presente l’importanza degli uffici stampa: “Diamo continuamente un servizio al cittadino” spiega Sacchetti, indicando la multimedialità come contorno significativo. L’Emilia-Romagna mette a disposizione un piccolo giornale online, Cronacabianca “per mostrare il lavoro che facciamo”, continua Sacchetti, ma anche materiale grezzo per tv e radio, montaggi di video e presenze sui social.

Dalla dimensione regionale a quella comunale, non cambia molto. L’immagine è la priorità del comune di Pesaro con il capo ufficio stampa Ciamaglia che spiega: “Nel 2009 ci siamo dati una mission: saper comunicare per ottenere visibilità”. Immagini e video nei comunicati, estrazione dati e invenzione di concorsi sono alcune delle idee del secondo comune più popoloso delle Marche.

Per questi enti privati e pubblici sono i social network il punto di maggiore visibilità: regione Marche per esempio ha quasi 44 mila follower sommando Instagram, Twitter e Facebook. E proprio i social sono la grande novità comunicativa degli ultimi anni, un sistema informativo che ha cambiato il lavoro dell’ufficio stampa e il panorama informativo mondiale.

Un terreno in cui la fiducia deve essere conquistata ogni giorno con post, commenti e immagini. E in prima linea in questi tempi di fake news e ampia diffusione di concetti anti-scientifici c’è proprio il Cnr, il più grande ente pubblico di ricerca italiano. Ferrazzoli racconta l’ampiezza e la diversità della comunicazione fatta dal Cnr “con chiarezza per essere accessibile a tutti”.

“Paradossalmente, ad esempio, da quando si sono diffuse le fake news sui vaccini sono aumentate le persone a favore delle vaccinazioni” ha detto Ferrazzoli, sottolineando però che i social non sono sempre la risposta perché non tutti gli enti possono mettersi a competere sul terreno “dei terrappiattisti”.

Mancini invece definisce l’ufficio stampa come “mediatore tra l’aspetto specialistico dell’università e l’aspetto divulgativo”. Per l’Uniurb ottenere un un buon censis – classifica degli atenei statali – e migliorarsi nel punteggio “dà qualità al nome dell’ateneo” spiega Mancini. Per lui i social hanno un ruolo importante nella comunicazione pubblica. “Penso ad esempio alla grande nevicata del 2012 in cui tutto era bloccato. I social sono stati fondamentale per rispondere a studenti e cittadini”.

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