“Le mie scelte per Urbino”, da Sgarbi a Ponte Armellina la giunta e gli investimenti futuri. Intervista al sindaco

testo raccolto da CLARISSA CANCELLI e LINDA CAGLIONI

URBINO – Vittorio Sgarbi non farà più parte della giunta di Urbino, un annuncio che nessuno si attendeva dalla nuova amministrazione di Maurizio Gambini. Il sindaco, eletto per il secondo mandato il 26 maggio, ha parlato con i giornalisti del Ducato, in una lunga intervista, dei progetti che intende mettere in atto nei prossimi cinque anni di consiliatura. Dalle novità in giunta (anche Cioppi perderà un assessorato, quello al Turismo) agli investimenti per il nuovo parco dell’Aquilone. Le idee per ripopolare il Comune, ormai sceso sotto i 15.000 abitanti, e per portare a termine la riqualificazione di angoli da valorizzare, dalla Data al teatro romano.

Riconfermato sindaco con il 55,12% di preferenze al primo turno. Continuerà sulla linea dei precedenti cinque anni o darà una svolta nei primi cento giorni?
Continuerò nel lavoro che ho fatto in questi anni, perché la riconferma netta e quindi la volontà dei cittadini è che io debba portare avanti il lavoro iniziato. Vogliamo dare ai giovani l’opportunità di vivere a pieno la città. L’impegno per i prossimi anni, e non solo per i classici primi cento giorni, sarà di proiettare la città in uno sviluppo, non soltanto all’interno delle mura ma anche in tutto il territorio, perché Urbino è vista come un faro per tutti gli altri comuni dell’entroterra.

L’ordinanza sulla chiusura anticipata locali ad aprile non è stata riconfermata. Come intende muoversi su questo fronte?
L’ordinanza è stata necessaria per motivi di sicurezza. Credo sia stato un segnale duro ma importante per i giovani che vivono in città e soprattutto per gli esercenti che gestiscono i locali e che devono essere assolutamente responsabili del lavoro che fanno. Quando si governa, a volte vanno prese anche decisioni difficili. Non siamo stati aiutati dalle forze di opposizione, anzi siamo stati attaccati. Viviamo in una città piccola con tanti giovani, e quindi è naturale che vengano fuori delle problematiche, che però sono molto contenute. In questi cinque anni non sono successe cose gravi, perché il controllo delle forze dell’ordine ha fatto in modo che non accadessero. Ma le misure non vanno prese solo dopo fatti eclatanti. Bisogna sempre agire nella prevenzione. Abbiamo condiviso questa ultima ordinanza con la Prefettura e questo ci ha permesso di ottenere risultati automatici. Dopo la sospensione dell’ordinanza si è percepito un cambio di passo.

Dal 2017 la popolazione a Urbino è al di sotto dei 15.000 abitanti. Cosa pensa di fare per combattere la tendenza in atto?
Non sono preoccupato, perché in realtà non cambia nulla dal punto di vista amministrativo e dei rapporti con il Ministero. Cambia solo il sistema elettorale. Il problema è creare le attività e il lavoro per cercare di portare i giovani ad abitare qui.  Speriamo di riuscire a mettere in piedi delle start up e delle attività per farli rimanere in questo territorio. Insieme all’Università a e agli altri soggetti della città vogliamo capire come fare a promuovere non solo il turismo, ma anche progetti di residenzialità. Ho detto che avremmo incentivato un’azione ben specifica per chi viene ad Urbino: proporre un impianto  fotovoltaico per l’autoconsumo, perché con una azione che viene a costare con 4 kilowatt più o meno 1.500-2.000 euro, la famiglia ha energia gratuita per potersi sostenere.

Pensate ancora di procedere con la fusione di Tavoleto?
Tavoleto era una città che aveva chiesto di fare una fusione. Non l’avevamo chiesto noi. Era in una condizione drammatica dal punto di vista finanziario e della struttura comunale. I cittadini di Urbino hanno accettato la fusione con l’83% a favore. Ma qualcuno dei politici di Tavoleto è intervenuto per fermarla. È stato un danno enorme per Urbino ma anche per la stessa Tavoleto. Noi vogliamo permettere le fusioni, ma bisogna che Urbino abbia il giusto tatto per poterlo fare. Dai comuni vicini è vista infatti come la città che vuole fagocitare ciò che ha intorno. La proposta deve invece nascere e crescere dagli altri. Se la proponesse Urbino sarebbe un fallimento. Petriano, Montecalvo, Isola Del Piano e Montefelcino sono comuni che hanno ragionato per capire se realizzare una fusione.

Cosa non rifarebbe di ciò che ha fatto nei precedenti cinque anni?
Lavorare meno. Ovviamente è una battuta. Ma l’ho detto ai possibili candidati dell’assessorato. Io voglio assessori a tempo pieno perché questa è una città che da sei è passata a cinque assessorati. Quindi quel che serve è lavorare. Bisogna avere idee e serve metterle in campo. E per farlo, necessitiamo di amministratori presenti.

L’assessorato di Vittorio Sgarbi sarà riconfermato?
Vittorio sarà al nostro fianco, non come assessore, ma come persona di cui abbiamo bisogno in città per le attività da sviluppare. Io non ho ancora fatto la giunta, ma, come gli ho già comunicato, deve essere presente a Urbino, solo con un ruolo diverso. La sua presenza è stata significativa. Ha portato avanti tante attività con le poche risorse di Urbino. È stato importante per il rapporto con Roma, con il Ministero e con la città di Pesaro.

Come si rapporterà alla Lega che alle elezioni europee ha raccolto molti voti ma che nelle comunali a Urbino ha preso solo il 5%? Federico Cangini merita un assessorato?
Cangini è un eletto della Lega e al di là del risultato ottenuto, hanno avuto la giusta dignità. A livello personale meriterebbe l’assessorato, ma a livello di partito, no. Io non ho mai fatto promesse, né ai membri della mia lista né  a quelli delle altre che compongono la maggioranza. Cerco di prendere le persone che possono dare un contributo. Molto spesso ho scelto soggetti che non lo hanno chiesto, perché secondo me quando non richiedi nulla stai già a metà strada.

Dal 2012 c’è stato un calo di presenze turistiche che non è mai stato recuperato del tutto.
Io guardo gli anni in cui questa amministrazione ha agito, quindi dal 2014 al 2017. I dati del 2018 non sono ancora usciti. Per ora siamo passati da 500 mila a 703 mila presenze. Se vogliamo criticare l’amministrazione guardiamo quando si è insediata. I dati non sono molto positivi, ma ciò che è importante non è fare venire a Urbino molte persone, ma realizzare i servizi adeguati. Urbino è una città che ancora non è pronta per accogliere il turismo che merita e che avrà. Abbiamo lavorato con le associazioni di categoria per formare gli operatori commerciali e gli operatori turistici. Perché c’è bisogno di lavorare insieme ai privati. La navetta turistica che abbiamo istituito, anche facendo investimenti come amministrazione è importante per portare le persone non solo a Urbino, ma anche a Urbania, a Carpegna a Pian di Meleto. Le celebrazioni di Raffaello attireranno, come diceva il direttore della Galleria Nazionale Peter Aufreiter, il doppio dei turisti. Questo vuol dire che noi dobbiamo essere pronti ad accoglierli. Nei prossimi cinque anni voglio avere un assessore al Turismo competente.

L’Osservatorio regionale del Turismo Marche ha risposto al Ducato facendo presente che i dati dell’affluenza turistica a Urbino riportati sul sito della Regione nel periodo fino al 2013 non sono validati dall’Istat perché tenevano conto di strutture non conteggiate dall’Istituto di statistica. Pertanto il calcolo sul quale si è basata la domanda rivolta al sindaco non ha fondamento nei dati.

Vuol dire che Roberto Cioppi, come assessore al Turismo, non lo era?

L’assessore Cioppi ha fatto un lavoro esemplare, ma dobbiamo allacciare rapporti internazionali sul tema del turismo e della cultura. Ho una grande stima per lui. In questi anni si è impegnato su tutto, perché è stato vicesindaco, assessore all’Urbanistica e al Turismo. L’ultimo anno mi ha dato una mano dopo l’uscita della Crespini. Cioppi ha competenze a 360 gradi, ma stiamo cercando di comporre una giunta che sia attenta a tutte le tematiche per dargli il giusto spazio.

Cambierà anche il vicesindaco?

No comment, ancora non sappiamo nulla ma annuncerò la composizione della giunta entro questa settimana.

In Consiglio comunale è stata approvata una delibera che rende abitabili gli annessi agricoli anche come abitazioni ed esercizi commerciali. Sono interessati anche gli stabili intestati a lei e alla sua azienda?

Non sono interessati perché le mie aziende sono attive. La delibera interessa le persone che per esempio hanno comprato una casa in campagna e che hanno un capanno che non utilizzano a fini agricoli, ma per attività ricettive o abitative o commerciali.

Quindi la misura non riguarda i suoi annessi adesso, ma li riguarderà potenzialmente in futuro?

Beh sì, un giorno, quando morirò, facendo le corna. Questa non è una delibera che agevola gli agricoltori, ma è un’opportunità per chi non è agricoltore e ha una proprietà di famiglia che vuole utilizzare per più fini.

Nel bilancio di quest’anno quale sarà la cifra più importante dedicata agli investimenti?

Abbiamo 650.000 euro nel bilancio per la realizzazione del parco dell’Aquilone. È una delle infrastrutture che a noi serve di più per far vivere alla gente questo ambiente. Abbiamo tanto verde, ma non è fruibile. Questo sarà uno spazio dove la gente vivrà i fine settimana, ci farà i pic nic, lo utilizzerà per lo sport, per il tempo libero, per le passeggiate. L’abbiamo già messo a bilancio. Stiamo acquisendo le aree del campo prova per il golf, che sarà collegato con il campo golf di Borgo Pace, gestito dalle stesse, per avere una connessione.

Nel bilancio di previsione triennale su cosa puntate?

A recuperare. L’iniziativa più importante è forse quella della Data, dove abbiamo un milione e 100 mila euro per finire i lavori e per renderla fruibile, insieme alla copertura del cortile del Collegio Raffaello. Ma abbiamo già tanti progetti come Santa Chiara, già finanziato per essere completato, il teatro romano, il progetto di San Giovanni per l’accesso alla fortezza Albornoz anche quello sbloccato, finanziato. Dobbiamo finire il cambio delle lampade: siamo l’unico comune della provincia che ha fatto il cambio delle lampade a led a investimento diretto. Il risparmio energetico sarà a favore dei cittadini, non come tutti gli altri comuni, dove è a favore di un’azienda esterna. Io dopo diverse valutazioni ho deciso di fare questo investimento come amministrazione perché abbasserà la bolletta dell’energia elettrica di 230-240 mila euro all’anno a beneficio dei cittadini. Sarebbe stato più facile dare un appalto a una ditta esterna per costruire l’impianto, ma il beneficio economico sarebbe andato all’azienda.

A fine mese il 28 giugno ci sarà l’udienza preliminare per decidere se verrà rinviato a giudizio per le sponsorizzazioni alla squadra di calcio del Pieve di Cagna. Crede che questo possa influire sulla sua amministrazione?

Qualunque sia la data dell’udienza, io non ho nessun problema. Sulla famosa vicenda, non c’è stato niente di tutto quello che hanno detto. Si va per presunzione. Noi abbiamo sempre sponsorizzato la società, lo Schieti calcio, di cui sono stato presidente per dieci anni. Abbiamo sempre sostenuto le società sportive. Non solo l’Urbino. Non è Gambini che fa la sponsorizzazione, perché Gambini è il rappresentante legale. I soci della cooperativa, che sono tutti gli agricoltori della provincia, hanno sempre dato un aiuto alle società sportive nel limite della disponibilità da ormai 20 anni.

Crede di poter riproporre un contratto di sponsorizzazione per l’Urbino Calcio?

Sicuramente ci sarà bisogno delle imprese di questo territorio per sostenere questo Urbino che finalmente è tornato a un livello consono all’importanza della città. L’amministrazione comunale è molto soddisfatta dei risultati ottenuti e spera che si migliori sempre di più.

A che punto sono i lavori finanziati per la ristrutturazione di Ponte Armellina?

Dopo che è fallita la ditta che ha vinto l’appalto per la ristrutturazione delle case popolari, si sta procedendo alla riassegnazione della gara. Spero che a settimane i lavori riprendano, ma non posso dare una data precisa. Intanto continua l’acquisizione degli appartamenti. Nel secondo piano di investimenti, due delle quattro stecche saranno abbattute, per diminuire il numero di unità abitative e rendere il quartiere più vivibile. Il nostro regolamento prevede che il 51% degli appartamenti sia assegnato a cittadini italiani.

È prevista una collocazione per tutte e 400 le persone?

Io credo di sì, poi nella graduatoria alcuni saranno riassegnati lì. C’è una rotazione. Nell’ultimo controllo che abbiamo fatto, 60 famiglie che risiedono lì formalmente in realtà sono andate all’estero, senza cancellarsi dall’anagrafe dove risultavano residenti a Urbino. Stranamente, non abbiamo trovato quasi nessun abusivo. È un dato che mi ha sorpreso. Pensavamo ci fossero più persone che si erano appropriate di appartamenti non assegnati loro. C’è una situazione che si sta ridimensionando e noi crediamo che delle 100 famiglie che vivono lì, almeno una cinquantina verrà ricollocata in altre aree

È già stato formalizzata la proposta di acquisto per Canavaccio e area Osca?

Abbiamo realizzato una variante per i lavori, che comprende un milione e 800 mila euro di fondi avanzati dalla ristrutturazione di una palazzina. Il Ministero ci ha garantito che sarà accolta, ma se non dovesse approvarla, noi acquisteremo comunque la Osca, perché è un’area che non possiamo lasciare così. Riqualificarla significa realizzare un piazzale per il parcheggio, una zona di verde pubblico e un’area coperta di 8 mila metri quadrati, che vogliamo trasformare in un centro fieristico. Dopo la realizzazione della Fano-Grosseto e la riapertura della ferrovia aiuterà Canavaccio a diventare un luogo di scambio per tutta la vallata del Metauro.

Il Comune di Urbino ha venduto azioni di Marche Multiservizi alla metà del prezzo rispetto a quello al quale sono state vendute più tardi, per esempio a Hera. Qual è la spiegazione?

Un’azienda deve valutare tutti i suoi beni quando si parla di enti pubblici. Noi abbiamo venduto a 7.58 euro ad azione. L’anno seguente (Marche Multiservizi ndr) ha fatto una fusione con incorporazione di Megas Net e hanno quasi raddoppiato il loro valore patrimoniale e di conseguenza il prezzo delle azioni. Il Comune anche con meno quote è riuscito ad aumentare i suoi dividendi da 8.1  a 10 milioni di euro. Quando vendemmo avevamo bisogno di liquidità e realizzammo l’area del Sasso. Ora vogliamo un polo unico di uffici nella vecchia area Megas, una riqualificazione alla Ami trasporti.

La ferrovia verrà riaperta? Se sì per tutti o solo a scopo turistico, come dicono i fondi stanziati?

La ferrovia dello Stato ha un impegno col governo sul ripristino delle ferrovie turistiche: noi dobbiamo fare in modo di essere in prima fila. Servono 80-90 milioni per ripristinarla, ma devo sottolineare che la ferrovia Fano-Urbino c’è per merito di Vittorio Sgarbi. Gli ho chiesto di reintrodurla tra le ferrovie turistiche e dopo due giorni è stato fatto. Qualcuno era già a Fano per rivendere i pezzi e di questo ho le prove. La pista ciclabile e l’acquedotto costano circa 11 milioni di euro, ma realizzarle non esclude fare la ferrovia.

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