Copertine di gialli, idee e pubblicità Tabù. Il genio di Giovanni Mulazzani in mostra a Casa Raffaello – VIDEO

Le opere di Giovanni Mulazzani in mostra a Urbino
di NICHOLAS MASETTI, riprese di FEDERICO SOZIO

URBINO – Un genio nell’ombra. Dietro a ogni copertina di un libro si nasconde un artefice. Ma anche in altri settori, da quello pubblicitario a quello scenografico, c’è sempre una mano che dà vita a un’opera. Tipografia, rilegatura, illustrazione d’incisione o con acquerello: sono solo alcuni degli stili del design editoriale che si è evoluto negli anni. Giovanni Mulazzani con la sua versatilità, dal 1955 ai primi anni del nuovo millennio, ha colmato tutte queste esigenze dell’evoluzione del mercato. Un suo collega, Till Neuburg, diceva: “Giovanni non aveva uno stile. Ogni sua opera era un prototipo di un modo diverso di vedere e di farsi guardare. Tutti sapevano che non si sarebbe ripetuto mai”.

Entrando nella mostra “Giovanni Mulazzani-l’illustrazione al centro” a Casa Raffaello, inaugurata il 18 maggio con il festival “Urbino e le città del libro” e visitabile fino al 23 giugno, ci si accorge di tutto questo. Muri ricchi di fotografie, quadri, libretti con archivi da sfogliare e esperienze multimediali , catapultano lo spettatore nel mondo fatto di gialli, noir – ma anche con una sfumatura erotica – e pubblicità di uno dei maggiori illustratori italiani. “Un talento innato” lo ha definito il presidente dell’Accademia Luigi Bravi.

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Dal suo genio sono nati dei pezzi di cultura pop come lo spot pubblicitario del 1986 delle liquirizie Tabù, le scenografie del film d’animazione del 1965 West and Soda di Bruno Bozzetto o illustrazioni del magazine Playboy tra il 1978 e il 1983, ma la maggioranza ignora di chi fosse la creazione scenografica. “Bisognava evidenziare il grande lavoro di questo artista”, racconta al Ducato Marta Sironi, grafica editoriale e curatrice della mostra e del catalogo.

E così nel 2011 in un convegno a Milano sul celebre illustratore americano della casa editrice Rizzoli, John Alcorn, tanti colleghi parlarono di Mulazzani, scomparso qualche mese prima. Marta Sironi allora decise di dare importanza all’arte dell’illustratore nato e cresciuto nel territorio urbinate. Giovanni Mulazzani nacque infatti nel settembre del 1941 a Bottega, ora nel comune di Vallefoglia. Formatosi negli anni ’60 alla Scuola del Libro di Urbino, “dove i docenti del tempo furono fondamentali per la sua storia – racconta la grafica e co-curatrice della mostra Silvia Sfiligiotti – insegnando tante tecniche e prospettive”, Mulazzani si trasferì poi a Milano iniziando a collaborare con Bruno Bozzetto.

Proprio nella metropoli lombarda Mulazzani trovo la sua realtà e arrivò al successo. Nel 1969 fondò lo studio Ink che ebbe un exploit incredibile. “Questo suo progetto ha definito l’illustrazione degli anni ’70 – durò fino al 1976 – dando diverse tecniche e stili al mondo, tra cui anche la scultura con cartapesta” spiega Sironi. Lo studio infatti aveva un tono internazionale – ne facevano parte il francese Michel Fuzellier, lo spagnolo Juan Ballesta e il croato Tomislav Spikic – e riprendeva il modello americano anni ’50 del Push Pin Studios. Fu loro la campagna pubblicitaria della calcolatrice Divisumma 18 dell’Olivetti nel 1973, dispositivo progettato dal designer Mario Bellini inserita nella collezione permanente del Moma di New York.

Ma la persona più importante della sua vita fu l’illustratore e sceneggiatore urbinate Giancarlo Carloni, con il quale a metà anni ’80 fondò la Mix Film. Proprio Carloni, scomparso nel gennaio del 2019, segnalò il ricco archivio di Giovanni Mulazzani, circa duemila disegni originali, presente nella sua casa di Bottega. “Carloni è stato co-partecipe di tutta la mostra” racconta Luigi Bravi, davanti alle opere noir di Mulazzani. Ma anche Marta Sironi riconosce la figura dello sceneggiatore urbinate: “Tanto lavoro è il suo, senza non ce l’avremmo fatta”.

Carloni ha infatti fotografato le opere originali in archivio, ma sopratutto ha organizzato il primo workshop di quattro giorni per gli studenti dell’Isia di Urbino, dando l’idea di una mostra. Così, Marta Sironi e Silvia Sfiligiotti – che hanno anche fatto un libro dal titolo omonimo alla mostra (Corraini Edizioni) -, aiutate dal fotografo Stefano Veschi, hanno dato vita alla mostra su cui hanno lavorato più di sessanta studenti, immersi nella suggestione e nell’arte dell’illustratore Mulazzani.

“Dal 1979 al 2011 Mulazzani è sempre stato in libreria” spiega Sironi. Infatti, l’uomo che vestiva i libri – così lo ha chiamato Tutto Libri de La Stampa nella prima pagina del 25 maggio – ha collaborato con case editrici come Feltrinelli, Rizzoli, Mondadori, Bompiani e Guanda, sua ultima avventura con l’illustrazione digitale. Si trova la mano di Mulazzani nei gialli di Enzo Russo come “La cugina Lilli” e “Lo squalo dell’isola bella”, ma anche “Il giocatore invisibile” di Giuseppe Pontiggia, “Brividi al museo” di Paul Dorval. Sue le copertine dei libri di Stefano Benni come “L’ultima lacrima” e “Il bar sotto il mare”, ma anche di Frédéric Dard con “A qualcuno piace calvo” e “La gatta persiana”, e del libro del 1986 di Stephen King “Il talismano”.

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