Urbino: processo smaltimento dell’amianto dopo il “nevone” del 2012, ascoltati tre nuovi testimoni

di GIACOMO PULETTI

URBINO – Tre testimoni hanno sfilato oggi nell’aula del tribunale di Urbino durante l’udienza del processo sulle 40 tonnellate di amianto interrate dopo il “nevone” del 2012, che aveva provocato la disseminazione di Eternit in seguito al crollo dei tetti di alcuni capannoni. Giovanni Cappuccini, ex dirigente Asur Area vasta 1, e altre 12 persone sono imputate nel processo che li vede coinvolti per numerosi reati, tra i quali falso ideologico, abuso d’ufficio e tentato delitto. Davanti al pm Irene Lilliu e al collegio composto dal presidente del Tribunale Massimo Di Patria, il giudice Francesca D’Orazio e il giudice onorario Alessandra Conti, i testi hanno risposto alle domande di pubblico ministero e difesa.

Il primo a parlare è stato Massimo Baronciani, capo dell’ufficio autorizzazioni impianti gestione rifiuti della provincia di Pesaro e Urbino, che nelle settimane successive alla nevicata del febbraio 2012 rappresentò l’ente nelle riunioni tecniche per coordinare la raccolta dei materiali di scarto e dei rifiuti. Baronciani ha spiegato che ai tavoli di lavori parteciparono numerosi enti territoriali, come Asur e Marche multiservizi, per trovare una soluzione per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, come l’amianto. “Ho suggerito di raccogliere tutto l’eternit in una cella monodedicata nella discarica di Ca’ Asprete di Tavullia”, ha detto Baronciani. L’anticipata pubblicizzazione di queste volontà però mise in moto una serie di polemiche con i comitati locali. “Mi sono sempre opposto al tombamento dell’amianto – ha detto il dipendente della Provincia – che consiste nel confinare a tempo indeterminato i rifiuti pericolosi all’interno di uno scavo artificiale. Una cosa vietata”.

Subito dopo ha deposto la sua testimonianza Alessandro Lucchesi, dirigente medico dell’Asur nell’ufficio servizio igiene e sanità pubblica. Delegato da Cappuccini nella riunione tecnica del 26 giugno 2012, Lucchesi ha confermato invece di aver partecipato assieme al suo capo dipartimento alle altre due riunioni del 12 aprile e del 3 agosto. Quando la pm Lilliu ha mostrato una copia dell’avviso lasciato da Cappuccini negli uffici dell’Area vasta 1 per avvisare i colleghi di nascondere le carte della falsa bonifica prima dell’arrivo dei Carabinieri, Lucchesi ha riconosciuto le parole scritte dall’imputato. Sia Lucchesi che Luca Ottaviani, anche lui tecnico nell’ufficio igiene e sanità pubblica dell’Asur e terzo testimone ascoltato, hanno confermato infine che alle riunioni partecipò anche Gianfranco Cantarini, all’epoca dei fatti dipendente in pensione dello stesso dipartimento e attualmente imputato nel processo.

Al termine delle deposizioni l’udienza è stata rinviata al 16 ottobre 2019.

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