Urbino, lite per una precedenza due ciclisti e un automobilista a processo per rissa e lesioni

Tribunale di Urbino
di FRANCESCO COFANO

URBINO – Una precedenza non data: è stata la scintilla che ha fatto scoppiare un litigio, tra insulti e spintoni tra due ciclisti, Roberto Zavoli Mirko Angeli, entrambi residenti a Rimini e rispettivamente di 71 e 69 anni, e Ciro Caruso, 64 anni, residente a Castelfidardo (Ancona). Una lite proseguita e degenerata fino a una scazzottata. E poi un tamponamento ai danni di uno dei due ciclisti, che accusano l’automobilista di avere speronato uno di loro. Tutto questo si è tradotto in uno scambio di querele reciproche tra Zavoli e Caruso, entrambi imputati per rissa, lesioni personali e minacce. Entrambi, inoltre, si sono costituiti parti civili.

I fatti risalgono al 17 maggio 2015. Zavoli e Angeli, insieme a un gruppo di circa venti ciclisti provenienti dalle Cesane, erano diretti verso il centro storico di Urbino quando a una rotonda è scattato il diverbio per la precedenza con Caruso. Nella querela presentata da quest’ultimo si legge che alcuni ciclisti lo avrebbero insultato, picchiando i pugni sulla fiancata e graffiando la carrozzeria. A quel punto Caruso sarebbe uscito dalla macchina, mettendosi a discutere con Angeli. Lì sono cominciati gli spintoni, senza tuttavia scambiarsi ingiurie.

Sempre secondo la denuncia di Caruso, la situazione sarebbe precipitata con l’arrivo, in soccorso di Angeli, dell’altro ciclista, Zavoli. Un intervento non pacificatore, visto che l’automobilista racconta di essere stato colpito con pugni al volto e alla gola. Dopodiché il gruppo di ciclisti sarebbe ripartito lasciando a terra tramortito il 64enne di Castelfidardo. Soccorso da un passante, Caruso, rimessosi al volante, avrebbe incrociato nuovamente il gruppo di cicloamatori e, secondo il racconto degli avvocati dei ciclisti Gianluca Ghinelli Andrea Tura, avrebbe volontariamente tamponato Zavoli, facendolo finire in ospedale. Il gesto avrebbe poi provocato un nuovo scontro con il gruppo di ciclisti.

Nella prima udienza di oggi è stato ascoltato come testimone il maresciallo dei Carabinieri di Urbino Giacomo Pinto, che ha riferito sulle indagini svolte nei giorni successivi all’accaduto. Ha raccontato anche di una chiamata di Caruso in cui l’imputato affermava di essere stato picchiato da un ciclista con un tatuaggio. Il secondo testimone è l’appuntato dei Carabinieri Nazareno G., che ha scattato alcune delle fotografie dei rilievi ed era presente al deposito al momento della riconsegna dell’auto e della bicicletta. L’appuntato nella testimonianza ha confermato di aver trovato un coltello da cucina nella macchina di Caruso, sequestrato prima della riconsegna del mezzo (ma che non avrebbe nulla a che fare con le denunce e i fatti del processo).

Nelle prossime udienze del dibattimento sarà presentata anche l’istanza di ammissione come testimoni dei carabinieri che hanno effettuato i rilievi dell’incidente il giorno della rissa.

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