La disabilità non è un ostacolo. L’esempio dei giovani artisti al teatro Sanzio di Urbino

di CLARISSA CANCELLI e GIACOMO PULETTI

URBINO – Inseguire i propri sogni oltre ogni limite. Oltre le difficoltà fisiche e psicologiche. Oltre ogni tipo di impedimento. Questo è il messaggio che vogliono trasmettere i giovani artisti che si sono esibiti nello spettacolo “Sei tu che vali” al teatro Sanzio di Urbino il 3 dicembre in occasione della giornata mondiale della disabilità.

“La danza è una terapia, forse quella più efficace. Nei due minuti in cui danzo riesco a prendere a calci nel sedere questa malattia che vorrebbe tanto tenermi seduto”, racconta Ivan Cottini, ex ballerino di “Amici”, affetto da sclerosi multipla, anche lui protagonista dello spettacolo.

Non esistono limiti, né ostacoli quando c’è di mezzo la passione. E questo vale anche e soprattutto per questi ragazzi “particolarmente abili”, cui Ivan ha voluto dare il suo in bocca al lupo: “A volte per inseguire i propri sogni e i propri desideri – dice – bisogna anche andare contro le proprie famiglie e le tante persone intorno. Nessuno potrà mai dirvi che state sbagliando. Perché se quella cosa vi fa stare bene, dovete continuare a inseguirla sempre e comunque”.

Durante la serata si sono esibiti ballerini, atleti e artisti. Sono state raccontate le storie di ragazzi che non si sono lasciati schiacciare dal peso della loro malattia e sono andati avanti con i loro progetti. È il caso di Manuel de March, giovane sportivo con la sindrome di Down, nominato dall’allora capo di Stato Giorgio Napolitano “Alfiere della Repubblica” nel 2014 per la sua condotta di vita e per i suoi meriti sportivi e artistici.

O di Giorgia Righi, scrittrice e appassionata di sport, che ha continuato a inseguire la sua passione per il nuoto, nonostante la malattia – l’atassia di Friedreich, che agisce progressivamente su tutte le funzioni motorie – che le ha impedito di essere un’atleta.

“Alcune persone vivono la disabilità o i problemi della vita quotidiana come una cosa insormontabile. Ma guardate che può esserci la luce, indipendentemente dal fatto che siate in piedi, su una carrozzina o bloccati a letto. Non fermatevi e usate quello che avete al massimo”, spiega Giorgia al pubblico.

Lei ha scelto di volare. Sì, perché non può camminare né correre. Volare invece, come racconta nel suo libro Vivere volando, le permette di non avere limiti. “Lo sport è un mezzo per sentirmi libera. Io adoro il nuoto e stare in acqua mi separa dalla mia carrozzina. È come se la malattia sparisse. Ci sono sono solo io e i miei obiettivi che voglio raggiungere”.

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Tanti ragazzi, come Giorgia o Manuel, decidono di affrontare le difficoltà di ogni giorno, con la speranza e la forza di portare a termine i propri progetti di vita. Ma per far questo serve loro l’aiuto delle istituzioni.

A ricordarlo è Elisabetta Foschi, assessore alle Politiche sociali del Comune di Urbino. “Ogni persona vale per quello che è e per le capacità che ha. Vale a prescindere delle sue condizioni fisiche. L’importante è che sia messo nelle condizioni di poter realizzare se stessa”, spiega l’assessore.

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