Ponti e viadotti nella provincia di Pesaro e Urbino. Servono lavori per 40, ma ci sono fondi solo per 13

Ponte San Donato in Taviglione
di MARIA PIA PETRAROLI e CHIARA UGOLINI

URBINO – Strutture da rimodellare, scarpate da difendere e calcestruzzi da ripristinare. Sono 40 i ponti che necessitano di lavori in via prioritaria nella provincia di Pesaro e Urbino. Nel 2019 e nel 2020 si è intervenuto e si interverrà soltanto su 13 di questi. Per le altre strutture le risorse non sono sufficienti. “Se avessimo i fondi necessari potremmo controllare tutti i ponti e fare chilometri d’asfalto tutti gli anni, ma con le risorse misere che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ci dà facciamo quello che possiamo. – denuncia il presidente della Provincia Giuseppe Paolini – A me piacerebbe tanto mangiare anche il caviale, ma se non ho i soldi mangio i fagioli”.

La soglia di attenzione su ponti e viadotti si è alzata dopo tragici fatti di cronaca. Il 14 agosto 2018 crolla il ponte Morandi a Genova, muoiono 43 persone. Il 9 marzo 2017, un anno prima, cera caduto un ponte sull’A14 a Camerano in provincia di Ancona, erano morti due coniugi. Il 24 novembre del 2019 cede il viadotto sull’autostrada A6 Torino-Savona, solo danni questa volta. Adesso cittadini, tecnici e persino magistrati hanno gli occhi puntati sullo stato di salute del terreno e delle strade su cui si muovono ogni giorno.

Ponti e viadotti nella provincia di Pesaro e Urbino non rischiano di crollare nell’immediato, ma hanno bisogno di controlli e lavori di manutenzione periodici necessari a evitare deterioramenti.

A fine agosto 2018, su richiesta dell’allora ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, la Provincia stilò una lista di 40 ponti, quelli che avevano bisogno di lavori di manutenzione prima di altri. Ma tra quest’anno e l’anno prossimo si opererà solo sul 30% circa di questi, a cui se ne sono aggiunti altre tre non presenti nella lista notificata al Mit. “Una volta la Provincia aveva fondi propri. Ora invece ogni anno ci vengono prelevate delle risorse, 17 milioni di euro l’anno scorso, e poi ci vengono ridate con il contagocce”, dice Paolini e con voce rassegnata aggiunge: “Interveniamo sulle cose più urgenti e poi dopo sulle altre, sperando che con il tempo non diventino a loro volta urgenti, ma è un cane che si morde la coda”.

“Se lo Stato, invece di prelevare risorse dalle Province, prevedesse interventi straordinari per la manutenzione delle strade e dei ponti, si potrebbe far fronte a tutte le necessità”, dice l’ingegnere Mario Primavera, dirigente del Servizio viabilità della Provincia. “Procediamo in base alle priorità. Abbiamo strutture che mediamente hanno oltre 60 anni di età e quindi per vetustà necessitano di interventi di straordinaria manutenzione e ristrutturazione”.

Sette sono i ponti su cui la Provincia sta intervenendo. Il caso più grave è quello del ponte Amelia sul fiume Conca, vicino al comune di Monte Cerignone. È l’unica struttura del territorio a rientrare nella categoria dei ponti di “priorità 1”, dicitura che indica una sorta di precedenza di tipo funzionale rispetto ad altri impianti. “In questa categoria rientrano i ponti più importanti dal punto di vista dei collegamenti”, spiega l’Unione Province d’Italia. Gli interventi sull’Amelia, finanziati dalla Provincia con 500 mila euro e dalla Regione con altri 800 mila euro, hanno portato alla chiusura del tratto di strada il 18 ottobre. Il ponte verrà riaperto a breve, il 5 dicembre, ma sarà necessaria poi un’altra chiusura: “La conclusione dei lavori su questa struttura è prevista nei primi mesi del 2020”, spiega Primavera.

Attualmente è chiuso anche il ponte San Donato in Taviglione sulla strada provinciale 119, nel comune di Sassocorvaro-Auditore, per interventi di manutenzione definiti urgenti dalla Provincia. 220 mila euro i soldi stanziati dal Ministero per questa struttura e per altre quattro: il ponte sulla strada provinciale 1 Carpegna in direzione Pennabilli; il ponte sulla Sp 112 Carpegna –San Sisto in direzione San Sisto; il ponte sulla Sp 32 Pesaro – Mombaroccio; il ponte sulla Sp 25 Panoramica Ardizio a FossoSejore. I lavori sono in corso e – assicura la Provincia – termineranno entro la fine dell’anno.

L’ultimo dei sette su cui si sta tuttora intervenendo è il ponte Scaricalasino sulla Sp 78 Ridolfina, al confine tra i Comuni di Colli al Metauro e Terre Roveresche. In questo caso il finanziamento, arrivato sempre dal Mit, ammonta a 100mila euro per il rimodellamento e la difesa delle scarpate con massi ciclopici, il rinforzo di fondazioni e pile del ponte e il ripristino di calcestruzzi ammalorati.

Gli interventi sono tutti di manutenzione straordinaria, mentre il ponte Amelia è l’unico ad avere bisogno di una ristrutturazione.

“La ristrutturazione è un intervento più massiccio, riguarda tutta l’opera, per questo spesso è necessaria la chiusura. La manutenzione straordinaria invece intacca meno la struttura”. È Marino Cossi, ingegnere civile di Urbino, a fare questa distinzione. “Probabilmente dove c’è la ristrutturazione il degrado è più spinto”.

Ponte San Donato in Taviglione, strada provinciale 119

I controlli sui ponti vengono fatti dal personale del Servizio Viabilità della Provincia, che in alcuni casi viene aiutato da professionisti esterni. “La manutenzione ordinaria viene fatta dal personale del Servizio, mentre per quella straordinaria ci rivolgiamo a ditte esterne”, precisa Primavera.

Nel 2020 saranno nove i ponti su cui la Provincia interverrà grazie allo stanziamento da parte del Mit di 700 mila euro. Verrà ricostruito il muro di sostegno a ridosso del fiume Cesano e sistemata la superficie stradale del Ponte Bellisio, dopo Pergola. Una manutenzione straordinaria poi è prevista sia per il ponte Cerreto a Tavullia, al confine con la provincia di Rimini, sia per il ponte Pianmeletese. Si interverrà sui parapetti e sulla struttura del ponte a Valle di Teva, che collega la vallata del Foglia con quella del Conca. Sarà messa in sicurezza la pila del ponte sulla Strada provinciale 141, vicino a Pergola.

Il ponte sul Cesano, circonvallazione di Pergola – Foto dal sito della Provincia di Pesaro e Urbino

Interventi di manutenzione verranno fatti sia sul ponte San Paterniano tra Sant’Angelo in Vado e Piobbico, sia sul ponte Borgo Pace. Sul ponte Frontone – Serra verranno fatte delle spese in merito alla progettazione architettonica e strutturale e verrà sostituita la ringhiera del ponte Montelabbate – Montecchio con nuove barriere.

La Provincia non è l’unica ad avere in gestione strade e strutture. Anche l’Anas, nella provincia di Pesaro e Urbino, supervisiona e interviene sui tratti di sua competenza. A partire dal 2020 infatti ha in programma diversi lavori di manutenzione su ponti e viadotti dal valore complessivo di 13 milioni di euro che verranno gradualmente eseguiti secondo un piano pluriennale. In modo programmato e preventivo, quindi non perché sia necessario un intervento immediato causa rischio crollo. L’Anas eseguirà i lavori di manutenzione generale e miglioramento sismico dei viadotti La Rocca, Pontedazzo, Col Novello, Condigliano I, Spelonca e Pagino, sulla SS3 “Flaminia”. Sostituirà i giunti dei viadotti dal km 218+290 al km 253+485 della stessa SS3 e dei viadotti Metauro 3 e Metauro 4 sulla SS73bis “di Bocca Trabaria”. Altra manutenzione straordinaria e miglioramento sismico dei viadotti al km 48+905 e al km 50+572 della SS424.

Tutti i ponti e i viadotti della rete Anas sono oggetto di procedure standardizzate di controllo che prevedono ispezioni trimestrali e un’ispezione tecnica annuale più approfondita. “La manutenzione può essere programmata e ricorrente – sottolinea l’Anas – Quella ricorrente riguarda le attività che vengono fatte quotidianamente, ad esempio la pulizia del viabile. La manutenzione programmata è quella ciclica che si fa sulla pavimentazione, sui viadotti, le gallerie e gli impianti elettrici”. Non c’è un tempo standard per eseguire i lavori, “ogni quanto tempo si interviene dipende da più fattori, dall’infrastruttura e dal livello di traffico, dall’esposizione. Nelle zone dove si milita tanto o le condizioni atmosferiche influiscono, il degrado è più veloce. Si valuta caso per caso”. Agendo in modo programmato, l’Anas riesce solitamente anche a eseguire i lavori senza dover chiudere le strutture su cui interviene: “Di norma ogni cantiere viene progettato in modo da garantire sempre il transito dei veicoli – spiega – compatibilmente con la tipologia della strada e delle lavorazioni da eseguire, con eventuali limitazioni provvisorie: scambio di carreggiata, senso unico alternato o deviazioni”.

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