I 300 presepi delle vie di Urbino. C’è anche quello di Don Camillo e Peppone – VIDEO

di ELIA FOLCO e NICCOLÒ SEVERINI

URBINO – Come da tradizione durante il periodo natalizio, anche Urbino si riempie di presepi. Alcuni stilizzati, altri più tradizionali, altri ancora realizzati con materiali atipici, come lampadine e materiali di riciclo, quali cartoni di uova e cartoncini per fare la mangiatoia.

Per il diciannovesimo anno Urbino, grazie all’associazione Pro Loco della città, propone durante il periodo natalizio le Vie dei presepi, con la città che si riempie di statuette raffiguranti pastori, lavandaie, buoi, asinelli e ovviamente la sacra famiglia, circondata dagli angeli.

Sono più di 300 i presepi sparsi per il centro storico, dai bar ai negozi d’abbigliamento, passando per le librerie e le chiese. Dal 21 dicembre al 6 gennaio saranno poi aperti i punti più importanti dell’esposizione: Galleria Albani in via Mazzini, l’Oratorio delle Cinque Piaghe in via Barocci, il Palazzo Comunale e la Sala Vecchiotti in via Valerio. Con il biglietto necessario a visitare i palazzi sarà poi possibile accedere a un prezzo ridotto l’ingresso all’Oratorio di san Giovanni, che ospita il presepe in stucco più antico del mondo, modellato da Federico Brandani intorno alla metà del XVI secolo.

Il presepe di don Camillo

Come ogni anno, ci sono state tantissime donazioni di presepi, realizzati in tanti modi diversi: dal presepe dei pescatori, in miniatura sul modellino di una barca, a quello dell’asilo Volponi, fatto interamente con materiali riciclati.

Urbino quest’anno può vantare un presepe, con statuette di 40 centimetri, che arriva direttamente da Roma e lo scorso anno è stato esposto al Campidoglio. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha donato all’ordine delle suore ospedaliere di Urbino, che tramite Mirco Rusciadelli, collezionista e il principale donatore di statuette, lo hanno esposto a sala Vecchiotti.

Il vero fiore all’occhiello della collezione Rusciadelli, però, è il presepe realizzato con gli stessi stampi usati per creare quello del film Don Camillo e l’onorevole Peppone ed esposto a sala Vecchiotti. Rusciadelli vive oggi a Misano Adriatico, dove lavora come infermiere al pronto soccorso, e fin dalla tenera età ha coltivato la passione per i presepi: “Quando ero piccolo a Babbo Natale oltre ai giocattoli chiedevo sempre le statuette, e ho iniziato ad accumularne sempre di più, adesso ne ho quasi 1300, per circa trenta natività”. Un amore che ha passato ai propri figli, i veri artefici di questo pezzo d’antiquariato. “Guardavamo insieme il film di Don Camillo, e quando abbiamo visto il presepe mi sono ricordato che un mio amico possedeva degli stampi uguali a quelli del film, così con i miei bambini ho deciso di realizzare questo piccolo capolavoro, poi loro hanno insistito affinché lo donassi a Urbino”.

Questo presepe è unico nel suo genere, le statuette sono infatti alte più di un ginocchio, una dimensione inusuale: secondo la storia di don Camillo le mani di Peppone (così come quelle dell’attore Giovannino Guareschi che lo interpretava) erano molto grosse, e dovevano contenere interamente una statuetta. “Abbiamo mantenuto tutto esattamente com’era – racconta Rusciadelli – l’unica modifica è stata fatta dal presepaio che ha reso le orecchie del bue e dell’asino staccabili, in modo che non si rompano mentre le statue vengono spostate, essendo molto fragili”.

Vandali anche a Natale

Rusciadelli non sempre è stato soddisfatto della risposta della città alle esposizioni: “Nel 2013, dei vandali mi hanno bruciato le statuine – spiega il collezionista – avevamo esposto delle opere in cartapesta in zona Piantata e le abbiamo ritrovate carbonizzate”. Anche la presidentessa della Pro Urbino Carmen Dionigi si è dovuta arrendere, negli anni, ad atti di inciviltà: “Più di una volta hanno rubato pezzi dai nostri presepi”. Nel 2014, durante l’allestimento della contrada Il Monte sotto i portici di via Raffaello, vicino al tribunale, la sera della vigilia di Natale alcuni ragazzi si sono portati via tredici statuine. Tre anni dopo, stesso episodio sotto gli archi di Palazzo Ducale in via Garibaldi: “Una mattina abbiamo trovato dei bidoni dell’immondizia lì sotto, li hanno utilizzati per arrampicarsi e rubare due pecore e un pastore – racconta Dionigi – dopo un paio di giorni ne abbiamo ritrovata una dentro un cassonetto in via Oddi”.

Un furto all’anno praticamente. Anche all’esposizione di fronte al bar sotto agli archi di piazza della Repubblica: due ragazzi incappucciati sono stati sorpresi a rubare le statuine di un presepe allestito su un tronco, donato alla città dal gruppo degli speleologi. Lo scorso anno invece per ben tre volte è sparito Gesù bambino dal presepe esposto nella chiesa di San Domenico. “L’artista, Sandro Arduini, si è stufato di donare nuovi pezzi per colpa di questa inciviltà e ha ritirato le sue statuette”, conclude Dionigi.

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