Celebrazioni raffaellesche, il 2019 è stato un anno da record. Ma ora tocca a Roma

di MARCO FERRARI e NICCOLÒ SEVERINI

URBINO – Il 2020 è il cinquecentenario della morte del suo pittore, ma a Urbino l’anno di Raffaello è stato il 2019. Il motivo? L’impossibilità di competere con i grandi musei nell’accaparrarsi le opere d’arte del genio urbinate, riservate alle mostre nelle grandi città, come Roma, Parigi o Londra. Peter Aufreiter, ex direttore della Galleria Nazionale delle Marche, ha preferito giocare d’anticipo organizzando, tra ottobre e gennaio, la mostra “Raffaello e gli amici di Urbino”. Un’esposizione che fino al 6 gennaio ha registrato oltre 90.000 ingressi e che si inserisce nel filone di iniziative che hanno aperto le celebrazioni raffaellesche nel 2018. Altra mostra fortunata, organizzata sempre dalla Gnm e diretta dal precedente direttore, è stata quella su Giovanni Santi, padre di Raffaello, la cui fine è stata prorogata di tre settimane proprio per il successo riscontrato tra i visitatori. Il trittico di rassegne artistiche allestite a Palazzo Ducale, aperto nel 2018 proprio con questa esposizione, verrà chiuso da quella su Baldassarre Castiglione, prevista a partire da giugno 2020 nelle Sale del Castellare (di competenza del Comune e non della Galleria).

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La strategia urbinate

La linea d’azione di amministrazione e Galleria è stata chiara: completare l’offerta su Raffaello presentandone la vita, il percorso e le influenze artistiche. Ma inserendo le proprie iniziative prima e dopo la grande mostra di Roma organizzata dalle Scuderie del Quirinale, senza cercare sovrapposizioni. In partenza il 5 marzo, sarà la più grande mai realizzata sul pittore urbinate. Arriveranno nella capitale le opere esposte in tutti i musei che ospitano Sanzio in giro per il mondo. “Raffaello 1520-2020 è un’esposizione nazionale – hanno spiegato congiuntamente Sgarbi e Marco Pierini, neo direttore ad interim della Gnm – realizzata con i fondi del ministero dei Beni e delle Attività culturali che sono enormemente maggiori rispetto a quelli che Urbino può stanziare. Poi il bacino di influenza di Roma non si può discutere. Sarebbe stata una follia cercare di far competere le due città”. Il critico ha poi aggiunto: “Abbiamo disegnato il naturale percorso della vita di Raffaello”, in riferimento alla nascita a Urbino del pittore e alla sua produzione a Roma, una volta lasciate le Marche.

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Arrivi record

Anche a livello turistico il 2019 è stato un anno da record. A confermarlo sono stati gli stessi albergatori, che hanno registrato un aumento sensibile delle presenze. “Abbiamo avuto, tra ottobre e dicembre, mille clienti in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’autunno, solitamente, non è il periodo migliore per il turismo urbinate” ha spiegato Maddalena Monteboni, titolare dell’Albergo Italia.

Per il 2020 è difficile fare previsioni, però, soprattutto a causa degli italiani, che prenotano con pochi giorni di anticipo. Comunque rimangono il bacino di riferimento per gli arrivi, costituendo circa l’80% del totale (la media nazionale è del 70%). Gli stranieri, invece, si muovono con largo anticipo, arrivando a prenotare una stanza anche con sei mesi di anticipo ed è già possibile constatare un aumento delle presenze previste per la primavera e l’estate. “Arrivano soprattutto da Olanda e Germania – dice Federico Scaramucci, titolare dell’agenzia viaggi Urbino Incoming – e si muovono prevalentemente in gruppo con viaggi organizzati”.

A livello di tour operator i turisti italiani seguono trend diversi: la maggior parte si muove autonomamente, i gruppi organizzati vengono dal nord, mentre dal sud prevalentemente scolaresche spiega Scaramucci. Gli albergatori analizzano i loro dati, spiegando al Ducato, che i flussi maggiori si registrano in concomitanza di grandi mostre e eventi. Perciò la categoria e lo stesso Scaramucci vogliono rilanciare la proposta di esonerare i turisti dalla tassa di soggiorno per l’anno di Raffaello per aumentare l’attrattiva. Lamentano, però, la mancanza di promozione degli eventi organizzati dall’amministrazione in città.

Il critico d’arte Vittorio Sgarbi

La polemica

Argomento che, negli ultimi giorni, ha creato polemica. Il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Piergiorgio Fabbri ha sollevato gli stessi dubbi: “Urbino rischia di non cogliere l’occasione per affermare la propria immagine nel mondo durante il cinquecentenario della morte di Raffaello. A oggi non esiste un programma ben definito delle iniziative”. In effetti, su vieniaurbino.it, sito gestito dal Comune, non è ancora stato pubblicato nessun programma. Dall’amministrazione, però, fanno sapere che è solo questione di tempo. Andrea De Crescentini, assessore al Turismo, e il sindaco Gambini assicurano che entro il mese di gennaio verranno presentate tutte le iniziative: “Come giunta stiamo lavorando da quando ci siamo insediati a giugno. Non rispondo alle critiche di chi non conosce il nostro progetto”. Decisamente diversa la linea di Sgarbi. L’ex assessore replica a Fabbri, che ha lamentato l’assenza di sinergia tra le varie città marchigiane che ospitano eventi nel 2020: “Nessuno ha fatto più di Urbino per celebrare Raffaello, non stringiamo gemellaggi con Ancona o Loreto. Non sa di cosa parla”. L’accusa è di aver sottovalutato le mostre “Raffaello e gli amici di Urbino” e  “Baldassarre Castiglione”, quando il consigliere pentastellato ha lamentato l’assenza del pittore in città.

Poi la discussione si è spostata anche sull’impegno economico. Fabbri si è interrogato sulla destinazione dei 350.000 che la Regione ha impegnato per le celebrazioni. La replica del critico ferrarese è stata puntuale: “Ne abbiamo impiegati molti di più. Urbino ha speso altri 250.000 euro per il trittico di mostre”. Infine Sgarbi ha annunciato l’arrivo a Urbino della copia della tomba di Raffaello e l’altare dello Spasimo di Sicilia dopo la chiusura della mostra alle Scuderie. Inoltre, ha proposto uno scambio temporaneo con il Louvre: La Muta a Parigi e il “Ritratto di Baldassarre Castiglione a Palazzo Ducale, per impreziosire l’esposizione che partirà a giugno. Così l’unico dipinto urbinate di Raffaello potrà partecipare alla rassegna capitolina, dopo lo stop di Pierini. Il grande appuntamento con Raffaello che doveva unire gli urbinati, per ora ha solo diviso, in attesa di capire come reagirà il pubblico alle celebrazioni.

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