“Sprechiamo meno cibo”: Urbino ci prova tra solidarietà, ricorso alla tradizione ed esperimenti web

di MARCO FERRARI

URBINO – L’allarme si ripete ogni anno più forte. Anche in questo 5 febbraio, giornata che chiama a riflettere e studiare strategie contro lo spreco alimentare. Urbino fa la sua parte. E lo fa sul serio: riutilizzando, reinventando o regalando prodotti ancora buoni che altrimenti verrebbero buttati. Contattati da Il Ducato, i ristoranti, i bar e i supermercati della città ducale hanno spiegato le loro tecniche per combattere gli sprechi. Un problema che, secondo l’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg, costa alle famiglie italiane la bellezza di 6,5 miliardi l’anno. Si va dalle svendite serali all’uso di un sito web, dagli accordi con le associazioni che si occupano dei più poveri all’attenzione negli acquisti per i locali: una sorta di anti spreco alimentare “preventivo”.

Bar e pasticcerie

Per i bar lo spreco non è un’opzione. Motivo per cui, a fine giornata, il poco che rimane invenduto viene regalato, venduto a prezzi scontati oppure reimpiegato durante gli aperitivi. “Io lavoro sempre su ordinazione, con prodotti contati – ha rivelato Marina Cangiotti, proprietaria dell’omonima pasticceria artigiana- e quindi minimizzo ogni forma di spreco. Se poi qualcosa rimane, lo regalo oppure lo do in pasto ai polli”. C’è poi, invece, chi per combattere gli sprechi si affida alle nuove tecnologie. E Lorenzo Pierelli, titolare del bar “I dolci di Battista”, è uno di questi: “Ho scelto di entrare su Too good to go perché ritengo la lotta allo spreco alimentare una cosa positiva”, ha detto Pierelli. L’applicazione, infatti, mette in contatto clienti e attività commerciali, permettendo di acquistare a meno di un terzo del valore commerciale prodotti che altrimenti andrebbero buttati.

Supermercati

Particolarmente virtuosi nella lotta contro lo spreco alimentare si sono dimostrati anche i supermercati. È il caso di Maxiconad Montefeltro, che possiede tre negozi a Urbino e due a Pesaro, e che devolve il proprio invenduto alla cooperativa sociale onlus “La villetta area nord”, di AeO (Mazzaferro), che fa la stessa cosa con la Caritas diocesana di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado, e di Coop (Urbino), che aderisce al programma “Buon fine”: un progetto che prevede prima di scontare la merce dal 30 al 50 % e poi, nel caso di invenduto, di regalare i prodotti ad associazioni che si occupano di persone svantaggiate.

Ristoranti

Ma i modi per evitare gli sprechi possono essere anche quelli dettati dall’esperienza. Un “antispreco preventivo”. E per quel che riguarda i ristoranti, l’attenzione comincia infatti al momento della spesa. Il fare acquisti oculati non influisce soltanto sulla quantità di prodotti che rischiano di essere cestinati, ma anche sul proprio portafogli. Ed evitare di comprare più materie prime di quante ne servano permette ai ristoratori risparmi consistenti. “Noi del ristorante Angolo Divino siamo molto sensibili al tema dello spreco alimentare – ha detto lo chef e proprietario Tiziano Rossetti– per questo prediligiamo una cucina di mercato, con piatti che seguono la stagionalità dei prodotti e che minimizzano il rischio degli sprechi”. Gli fa eco Giovanna Cecchetti, titolare del ristorante Antica Osteria “da la stella”, la cui filosofia è quella di una cucina circolare:  “Ciò che non viene venduto cerchiamo di riutilizzarlo in maniera creativa – ha spiegato – dalla carne con cui facciamo il brodo, per esempio, ricaviamo un piccolo entrée che è molto apprezzato dai nostri clienti, evitando così qualsiasi forma di spreco”.

La situazione in Italia

Nel nostro Paese, secondo l’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg, la situazione dello spreco alimentare sta migliorando. Rispetto all’anno scorso, si legge nel rapporto 2020, si è infatti verificato un calo del 25% degli alimenti buttati nella spazzatura. La nota dolente, però, è che ogni famiglia italiana continua a sprecare prodotti alimentari per un valore di 4,91 euro la settimana. Per Giovanni Piccoli, docente di Alimentazione e nutrizione umana presso l’Università di Urbino, il segreto per ridurre gli sprechi risiede in una maggior consapevolezza di ciò che mettiamo in tavola: “Per i nostri nonni il cibo era una conquista. Purtroppo, non sempre garantita. L’ideale, per evitare sprechi, è comprare il giusto, magari privilegiando prodotti di qualità e a km0, che se da una parte costano di più, dall’altra garantiscono una durata maggiore. E, sopratutto, controllare bene la data di scadenza sulle confezioni”.

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