Martina, la laurea assieme ai cinque figli dopo aver vinto il tumore. “Mamma dopo tre giorni era già sui libri”

La famiglia Bardelli: la mamma e i sette figli
di GIULIA CIANCAGLINI e CHIARA UGOLINI

URBINO – Non in biblioteca o in camera, ma in una sala d’attesa. Cinque fratelli hanno scritto, capitolo dopo capitolo, le loro tesi di laurea tra i corridoi dell’ospedale. La madre Martina Hülser, 56 anni, che si è laureata con i figli proprio ieri, invece si è preparata alla discussione mentre era ancora ricoverata. “Gli infermieri la prendevano in giro perché il letto era sempre pieno di appunti e fogli”, dice la figlia più grande, Michelle, seduta composta, mani posate sulle gambe, accanto a lei siede la sorella Daniela, nella saletta interna del Caffè degli Archi in piazza della Repubblica.

Un melanoma, sconfitto dopo tre operazioni, ha messo a rischio la straordinaria coincidenza capitata alla famiglia Bardelli di poter indossare l’alloro tutti insieme, una mamma e cinque figli. “Per un attimo ho pensato di mollare, poi ho visto mamma che dopo tre giorni dall’ultimo intervento – a dicembre – era già tornata sui libri”, dice Sarah che si era già laureata a Urbino insieme alla madre e ad altre due sorelle alla triennale nel 2017. Ma già dopo la prima operazione, di circa un anno fa, Martina ha dato prova della sua forza. Ha continuato il suo Erasmus, in Germania,  e appena sette giorni dopo l’intervento, ha sostenuto l’esame di Pedagogia generale.

Due a due i membri della famiglia si raccontano al Ducato, mentre gli altri festeggiano in un’altra sala la laurea di un’amica. Finché si parla della laurea, storia che le telecamere locali e nazionali hanno già raccontato, tanti sorrisi e soddisfazioni. Ma i Bardelli non parlano molto della malattia. Sarah, vestita di verde con pizzo nero, si commuove ancora al ricordo. “I medici non sapevano se sarebbe sopravvissuta o meno”, racconta Daniela. “E invece è andata bene”, sospira Sarah mentre si asciuga le lacrime.

La famiglia Bardelli: la mamma e i sei figli sui libri

Natale in ospedale, così come Capodanno. Giorno e notte: a farle compagnia c’era sempre qualcuno. “Io non ho mai chiesto ai miei figli tutto questo – dice Martina con accento tedesco – per questo non ho mai pensato che la mia presenza sia stata un peso per loro e io non mi sono mai sentita invadente”.

A unire la famiglia Bardelli non è stata soltanto l’esperienza a Urbino – studiare e vivere insieme ai Collegi dell’Aquilone -, ma anche il tumore e il modo di affrontarlo, come dicono loro, “con fede”. “Anche per le piccole cose, magari altri dicono ‘che culo’, noi diciamo ‘Grazie a Dio’ – racconta Michelle, un po’ provata dalla frenesia degli ultimi giorni – questo è il nostro modo di vivere e non abbiamo mai avuto dubbi”.

Martina va a messa tutti i giorni. Anche quando erano qui a Urbino, i figli a turno l’accompagnavano e non saltavano mai una domenica. “Non ci ha mai imposto di credere in Dio – aggiunge la primogenita – ci ha insegnato i concetti del cattolicesimo, come si insegna a camminare o ad andare in bici. La preghiera ha sempre fatto parte della nostra quotidianità. Poi raggiunta una certa età ci ha lasciati liberi di scegliere”.

Un’amica, una mamma, una collega. Così la definiscono i figli. “Indispensabile per il sostegno che ci ha dato”, dice Eliah, l’unico maschio a ritirare ieri la pergamena direttamente dalle mani del rettore Vilberto Stocchi. “Quando un ragazzo esce da un esame la prima cosa che fa è chiamare i genitori – aggiunge Michelle lasciando il posto ai prossimi due – Noi non ne avevamo bisogno, lei era già lì. Sapeva tutto”. E poi avere la mamma vicino è stato anche “utile”, come racconta Sarah scherzando: “Eravamo un gruppo di studio, incrociavamo gli appunti con quelli di mamma. Lei è un pozzo di cultura”.

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