Coronavirus, il sindaco Gambini in quarantena: “Urbino è tranquilla. Niente paure ma applichiamo le regole”

di ALICE POSSIDENTE

URBINO – “In Comune non ci posso andare, sono a casa isolato”. Il sindaco Maurizio Gambini è in quarantena, dopo aver avuto contatti con persone risultate positive al Coronavirus. Dovrà restare in isolamento fino al 17 marzo. “Le persone che hanno avuto sintomi so che stanno bene, non è detto che io sia stato contagiato, però devo rispettare il periodo di isolamento obbligatorio”. Per ragioni di privacy non dice chi sono i contagiati ma assicura che non si tratta di suoi parenti.

Signor sindaco, come sono cambiate le sue abitudini, continua a lavorare regolarmente? 

“Ricevo solo al telefono, mi sembra che in questo momento sia la cosa più opportuna e credo sia la cosa che debbano fare tutti quelli che, anche in autonomia, hanno avuto contatti con persone che sono risultate positive. È un momento in cui bisogna fare particolare attenzione, perché quello che sta accadendo non è uno scherzo, forse non tutti l’hanno percepito in modo adeguato anche se la maggior parte delle persone credo che siano consapevoli, vedendo i comportamenti che hanno”.

Quante sono le persone contagiate e in isolamento? 

“Riguardo al numero dei contagi a Urbino, continuiamo a non avere i dati, io sono fermo ai dati di sabato. Stamattina abbiamo avuto una riunione in prefettura, risultavano sei, però i dati disaggregati delle persone in isolamento pare li avremo a breve dalla Asl ma in questo momento non ce li abbiamo”.

Come stanno le persone contagiate di cui era a conoscenza? 

“Le quattro persone che abitano al confine con Sassocorvaro le ho sentite domenica, stavano tutti bene, il medico che è risultato positivo so che sta bene ma non ho altre notizie. Ma io non sono l’unico sindaco in isolamento nella provincia, gli altri non lo dicono perché hanno paura di dirlo, non so perché”.

Qual è la situazione all’ospedale di Urbino? Alcuni posti della rianimazione erano stati assegnati ai pazienti di Pesaro

“Il pronto soccorso di Urbino al momento sta ricevendo tutti i casi non sospetti dal territorio provinciale. È una cosa che già sta mettendo in crisi il nostro pronto soccorso, siamo intervenuti con le autorità competenti, perché il nostro pronto soccorso non può ricevere tutti i casi della provincia. I casi rossi che prima andavano a Pesaro e Fano adesso stanno venendo qui ma c’è il rischio che non riusciamo più a far fronte all’emergenza”.

GLI AGGIORNAMENTI – L’ultimo bilancio e quello che serve sapere sul contagio

Come si vive a Urbino dopo essere stati inseriti in “zona arancione”? Qual è la percezione comune? I cittadini sono tranquilli?

“In città la situazione è vissuta con tranquillità, i casi non sono tantissimi e le misure prese in anticipo hanno giovato a rendere meno attaccabile le persone dell’entroterra. Alcuni si stanno lamentando molto con la città di Pesaro dove fino a ieri sera c’erano manifestazioni pubbliche, feste e aperitivi”.

Come hanno reagito gli esercenti alle nuove norme imposte dal decreto? 

“C’è stata massima comprensione e buona adesione alle regole. Però mi hanno chiamato alcuni esercenti lamentandosi perché in altre aree della costa si sta facendo ‘orecchie da mercante’ ma questo è frutto delle indicazioni che gli amministratori hanno dato dicendo che ‘la città va avanti, non ci si ferma’. Invece le indicazioni erano di fermarsi, non di continuare a vivere normalmente. Chi le regole le applica si arrabbia con chi non lo fa. Quando le strutture di Pesaro e Fano saranno sature – situazione che, del resto, si sta già verificando – si dovranno dovranno utilizzare tutte le altre del territorio. Quindi utilizzeranno Urbino, Fossombrone, Cagli, anche se non sono più strutture sanitarie. C’è rabbia o comunque incomprensione nei confronti di chi ha professato in queste settimane la continuazione di attività senza paura. Non si deve aver paura ma si devono applicare le regole. Il panico non ci serve, ma ci serve la consapevolezza”.

Ora siamo nel pieno dell’emergenza ma, in prospettiva, cosa si farà per rilanciare l’economia della città?

“Spero vivamente che ci saranno misure adeguate da parte del governo e della regione. Noi, per quel che potremo, adotteremo misure per aiutare le imprese, le attività commerciali e tutti coloro che stanno perdendo reddito e stanno rischiando per la propria impresa. È chiaro che la fetta più importante spetta al governo, speriamo che possano adottare misure che compensino. Credo che saranno danni immani, difficilmente recuperabili”.

Questo per Urbino sarebbe dovuto essere un anno d’oro per via delle celebrazioni raffaellesche. Terminata l’emergenza, si riuscirà a rilanciare il turismo? 

“Questo per Urbino era un anno d’oro. Abbiamo avuto gennaio e febbraio molto buoni, mai successo che in questo periodo ci fossero così tanti turisti. Purtroppo avremo un anno molto triste, io spero che finisca presto ma sarà drammatico. Anche tutti i progetti probabilmente dovranno essere o rinviati o annullati. Io spero di no, soprattutto per le iniziative che avevamo in campo a partire da maggio, giugno in poi, speriamo che per quel periodo lì ripartiranno. Anche se, per ora, negli alberghi ci sono state molte disdette, avevamo prenotazioni per buona parte dell’anno che sono state annullate”.

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