Don Andreas dice messa in streaming a Urbino nella chiesa vuota: “Una voce amica, vicina ai fedeli”

Don Andreas in un'immagine dal video su YouTube
di GIULIA CIANCAGLINI

URBINO – Don Andreas, che gestisce quattro parrocchie di Urbino, ogni sabato pomeriggio continua a dire messa nella chiesa dell’Annunziata. Anche in questi giorni. Solo che davanti a lui i banchi sono tutti vuoti. Assieme al parroco ci sono solo un cameraman che lo filma e un fedele che lo aiuta con le letture. Il video viene sistemato, montato e caricato in rete su YouTube. “Io la domenica mattina appena mi arriva il link lo giro ai miei gruppi parrocchiali”, racconta il sacerdote.

Da quando nelle chiese le funzioni pubbliche sono state proibite per evitare la diffusione del Coronavirus, il parroco ha dato il via a questo esperimento: sono state riprese la messa dell’8 marzo e quella del 15. E sembra proprio che funzioni. “Io la giro su Whatsapp e tutti riescono a vederla”, dice. Il primo video è stato visualizzato da più di mille persone e il secondo, uscito ieri mattina, da oltre 500.

I fedeli, anche se chiusi in casa, possono seguire la messa su Rai1, su Rete4 o su Radio Maria ma “sentire una voce amica, vedere una persona nota, anche se dice le stesse cose del prete che trasmette da Napoli, Pozzuoli, Pantelleria o che so io – racconta Don Andreas – è tutta un’altra cosa a livello affettivo”.

In più, il parroco ha scelto di celebrare proprio nella Chiesa nella quale normalmente i fedeli si ritrovano la domenica mattina per aumentare il senso di familiarità del rito. Una fedele, proprio ieri, rispondendo al link del parroco, gli ha scritto: “L’unica cosa che mi ha disturbato tantissimo è stato il rimbombo che denotava la chiesa vuota, è stata l’unica cosa che mi ha riportato alla tragica normalità di questo periodo”.

Un video a settimana, per tenere unita una comunità. “Questa è l’unica cosa che possiamo fare perché c’è il tassativo divieto di celebrare in pubblico – spiega Don Andreas – purtroppo, e dico ‘purtroppo’ a livello affettivo, questo è il decreto a cui la Chiesa italiana si è dovuta attenere e si vuole attenere per fare in modo che questa baraonda finisca”.

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