Coronavirus, psicologi marchigiani offrono assistenza online e consulenze telefoniche

Katia Marilungo, Presidente Ordine degli psicologi Marche
di FEDERICO SOZIO

URBINO – Operare da remoto, in modalità online o telefonica, così da garantire continuità assistenziale ai pazienti e a tutti coloro che siano alla ricerca di supporto psicologico, dovuto al difficile momento che stiamo affrontando. È la nuova frontiera della lotta all’emergenza coronavirus con gli psicologi marchigiani che scendono in campo per dare tutto il loro supporto a chi è in difficoltà.

“La grave emergenza sanitaria da Coronavirus è purtroppo, sempre più, anche emergenza psicologica e sta modificando radicalmente la nostra quotidianità – spiega al Ducato la presidente dell’Ordine Psicologi delle Marche, Katia Marilungo -. Vogliamo fare sapere a tutti i cittadini che, per fare richiesta di sostegno psicologico, basta rivolgersi al numero verde attivato dalla Protezione Civile della regione Marche (800 93 66 77) e chiedere esplicitamente di essere contattati da uno psicologo. Il collega sarà messo immediatamente in relazione con la persona che ha fatto richiesta, fornendole un colloquio di sostegno telefonico o in videoconferenza.”

“Potrebbero chiamare persone in quarantena volontaria o ammalate, persone che hanno subìto un lutto per il coronavirus. L’isolamento può attivare un malessere interiore e al tempo stesso può causare momenti di perdita di controllo che genera ansia, panico e fobie – spiega la Marilungo -, ma il tutto è causato sia dalle fake news sia dal continuo aumento dei decessi. Le notizie false ma anche le notizie dell’ultim’ora e l’uso ossessionato degli smartphone e dei pc sono gravemente dannose dal punto di vista psicologico”.

“E’ necessario tenere alta l’attenzione anche sulle fasce deboli o esposte a criticità dal punto di vista psicologico, che magari si sono viste private dell’assistenza che avevano. Pensiamo ai casi di violenza domestica, ai malati gravi di Alzheimer o altre patologie gravi che richiedono di rimanere allettati, alle disabilità, ma anche ai bambini e ragazzi con bisogni speciali che non riescono a fruire in maniera adeguata di tutto ciò che la scuola con grande impegno offre” conclude la dottoressa.

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