Ambiente, il Ducato partner di Pentapolis per il rapporto Eco-Media

L'Italia vista dalla Stazione spaziale internazionale - Credits: NASA

URBINO – L’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino parteciperà alla ricerca per il rapporto annuale Eco-Media, ideato nel 2014 da Pentapolis Onlus e promosso attraverso l’Osservatorio sulla sostenibilità e l’ambiente nei media. L’obiettivo è quello di dare una fotografia periodica su come le tematiche ambientali vengono trattate sui maggiori media italiani. L’Ifg di Urbino darà così l’opportunità ai suoi praticanti della redazione del Ducato, di affrontare e prepararsi su un settore che cattura sempre più spazio in questa professione.

Il giornalismo ambientale, negli ultimi anni, ha assunto un ruolo centrale nel raccontare i mutamenti della società, dell’economia e in generale del Pianeta. E per orientare le scelte politiche volte alla salvaguardia degli ecosistemi e al mitigamento degli effetti dei cambiamenti climatici. Come tutto il settore scientifico dei media, è necessario quindi lavorare con attraverso fonti autorevoli e fondamenti basati su evidenze e metodi solidi. Da questo nasce l’esigenza di una riflessione sulla comunicazione della sostenibilità,per valutare la natura dell’informazione e l’efficacia della sensibilizzazione dei cittadini.

Il tema dello sviluppo sostenibile ha acquisito nuovi caratteri ed ulteriore rilievo nel quadro dell’Agenda 2030, sottoscritta nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu. La ricerca annuale, che sarà presentata a dicembre, ha lo scopo di promuovere queste tematiche dentro e attraverso i media. E la sua divulgazione fornisce informazioni utili ad associazioni, enti, istituzioni e aziende, genera dibattito e riflessioni nell’ambito di eventi aperti al pubblico, favorendo il confronto e la discussione dei risultati per rafforzare la consapevolezza sul ruolo strategico della stampa nel percorso di divulgazione e promozione dello sviluppo sostenibile. Assieme al report, a dicembre sarà assegnato anche il premio “Giornalisti per la sostenibilità”.

“L’ambiente, e oggi più che mai la scienza, sono e debbono essere temi centrali nel lavoro dei giornalisti – afferma Lella Mazzoli, direttore dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino. Per questo la collaborazione con l’Osservatorio sviluppo sostenibile e ambiente nei media è una opportunità per i giovani praticanti della Scuola di Giornalismo di Urbino. La loro ricerca che consta in una osservazione, attraverso parole chiave, nei media mainstream (e non) sarà la base per un reportage giornalistico ma anche sociologico sulla scienza di oggi in un momento dove l’attenzione su questi temi è più alta anche per il Covid-19. La Scuola di giornalismo di Urbino da sempre è attenta ai metodi di indagine, ai reportage, alle analisi che vanno oltre la cronaca, senza peraltro escluderla, e ha fatto della verifica e del confronto il perno del lavoro formativo per i futuri giornalisti che mirano soprattutto alla informazione di qualità”.

L’ecosistema dei media italiani

La maggioranza dei cittadini italiani si informa, principalmente, ancora sui media tradizionali (prevalentemente tv), nonostante l’avanzata del web e dei social network che però catturano l’attenzione di alcune fasce d’età, mentre la stampa e la radio continuano ad avere sostanzialmente lo stesso pubblico. Tuttavia, l’informazione a volte raccoglie le istanze in modo confuso e superficiale, antepone il sensazionalismo alla critica obiettiva, preferisce l’intrattenimento all’approfondimento, sostituisce esperti qualificati con divulgatori improvvisati e privi di titoli e competenze specifiche.

“Il Rapporto Eco-Media – spiega il Direttore Massimiliano Pontillo – nasce con l’obiettivo di scattare una fotografia di quanto e come si parla di Ambiente nei principali media italiani e di stimolare un diverso approccio alle tematiche con una conseguente e auspicabile maggiore attenzione da parte del decisore pubblico. I dati presentati in questi primi sei anni di attività mostrano un leggero incremento dello spazio dedicato allo sviluppo sostenibile, ma occorre un cambio di paradigma soprattutto nella sua comunicazione perché continua a venir rappresentato come una rinuncia, un lungo elenco di privazioni, di abitudini da cancellare e di azioni da non fare. È fondamentale un messaggio non più solo relegato alle emergenze naturali, ma positivo, non frammentato e disgiunto, che sappia connettere i vari aspetti, unire le questioni, dando notizie chiare e reali, usando una terminologia corretta; coniugando il dato scientifico freddo con l’esigenza di entrare nel cuore delle persone che solo così si sentiranno anche più predisposte ad agire”.

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