Agricoltura, Carloni: biodistretto primo passo per riconoscere brand Marche

Mirco Carloni -vicepresidente Regione MarcheMirco Carloni, assessore all'Agricoltura e vicepresidente della Regione Marche
DI DAVIDE GRESTA ZUCCHI

URBINO, 5 MAG. – “Il biodistretto è il primo passo per il riconoscimento del brand Marche nel mondo come primo produttore biologico italiano”. Lo dice in un’intervista al Ducato Mirco Carloni, dal 2020 vicepresidente della Regione Marche dal 2020 – tra le sue deleghe, l’agricoltura, la digitalizzazione e lo sviluppo economico -. Sono già “700 le adesioni, ce ne aspettiamo 2000 entro maggio”. Carloni ha affrontato anche il tema dell’energia e delle rinnovabili: “Lavoriamo a un nuovo grande impianto di stoccaggio dell’energia prodotta da fonti rinnovabili tra Fano e Cartoceto”.

D – L’iniziativa più recente della giunta regionale in agricoltura è la creazione di un nuovo distretto biologico. Cosa prevede e quali incentivi o altri vantaggi ci sono per le aziende?

R – Il biodistretto si inserisce nella filosofia nella legge nazionale sui distretti del cibo e nei principi generali europei del ‘Farm to Fork’. Il consumo bio nelle Marche supera del 3% la media nazionale, ci sono oltre 4000 aziende sul territorio che producono prodotti alimentari biologici, ma la denominazione dei prodotti a livello internazionale prevede solo gli Stati … Ci sono già state 700 adesioni, ce ne aspettiamo 2000 entro maggio. Alcune di queste erano cooperative già esistenti, ma le aziende effettive sono di più.

D – Quali strategie comunicative e promozionali avete pensato per incentivare il consumo di prodotti biologici marchigiani?

R – E’ appena partita un’operazione di social media marketing, gestita da un’agenzia di Milano. E’ stata fatta una call to action per attrarre gli agricoltori. Successivamente ci sarà un’apposita campagna promozionale con particolare riferimento al biologico che servirà per dare visibilità e conoscenza ai prodotti locali. Questo distretto può essere un’importante leva comunicativa. L’obiettivo finale è quello di realizzare un marchio per dare un valore aggiunto al prodotto stesso.

D – Come si concilia la volontà di promuovere il biologico con gli investimenti di Ferrero e Loacker che estenderanno la coltivazione di noccioli nella provincia di Macerata?, può essere un rischio per la biodiversità nel territorio?

R – Non c’è un problema per la biodiversità. Il biologico è un tema di rilevanza, tuttavia rappresenta il 22% della produzione totale. Il 78% rimanente è infatti di produzione tradizionale e fa riferimento a tematiche sociali ed economiche da non trascurare. Nella Regione, il progetto inizierà da Potenza Picena. Successivamente si estenderà in altre aree regionali.

D – A settembre le Marche parteciperanno ad Expo 2020 a Dubai: in che modo le Marche si inseriranno in questo contesto internazionale?

R – Nelle Marche è presente un intero tessuto agroalimentare da ricostruire.  L’Expo è un’opportunità per stimolare l’incontro tra produttori, distributori e commercianti. E sarà anche l’occasione per proporre il nuovo distretto biologico della provincia di Pesaro e Urbino come tratto distintivo della regione. Le Marche saranno presenti a Dubai con i prodotti Dop regionali, nella settimana legata al food e all’agricoltura biologica dal 21 al 27 febbraio 2022. Sarà un’opportunità per promuovere le eccellenze locali.

D – Dopo l’approvazione della proposta di legge regionale per la riqualificazione dei borghi storici e la promozione dell’albergo diffuso, quale sarà nel concreto la strategia della regione e come si può inserire nel contesto di Urbino?

R – Svariati borghi delle Marche in pessime condizioni potrebbero essere riqualificati grazie al progetto degli alberghi diffusi. C’è un quadro normativo per valorizzare le aree dei centri storici e per rilanciare i borghi più in abbandono, ormai pieni di cartelli di affittasi e vendesi. I fondi dedicati potranno dar via alla creazione di nuove attività. Anche i temi della cultura e della digitalizzazione saranno presi in considerazione per fare meglio fronte alle esigenze attuali.

About the Author

Cecilia Rossi
Nata e cresciuta nelle Marche, studio a Urbino, dove mi laureo in Comunicazione con una tesi sull'involuzione autoritaria in Ungheria. Ho vissuto per sei mesi a Bruxelles, dove non ho migliorato il mio francese, ma in compenso ho studiato un po' di economia. La maggior parte del tempo leggo libri, lavoro a maglia e mi perdo nei documentari.

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