Michele Bonaventura, il nuovo capo dei Vigili del fuoco di Urbino

di CECILIA ROSSI

URBINO – “Ho sempre voluto fare il vigile del fuoco, fin da quando ero bambino”. Dal 1 giugno 2021 Michele Bonaventura è il nuovo capo distaccamento dei vigili del fuoco di Urbino, dopo il pensionamento di Claudio Ovarelli.

Bonaventura racconta al Ducato di come fosse destinato a questo lavoro: cresce a Urbino “in una delle case che si affacciano di fronte alla caserma dei pompieri – continua Bonaventura – quando si trovava ancora in via Fontanoni ” e la sua famiglia vanta una lunga lista di persone in uniforme nera a strisce gialle, tra cui il padre.

Non ci sono state esitazioni per lui quando a 21 anni, durante il periodo di servizio militare obbligatorio, ha deciso di intraprendere il mestiere che lo avrebbe portato a vivere in prima persona quello che da bambino poteva solo ammirare dalla finestra di casa sua e dai racconti paterni.

Gli anni di formazione e l’incarico a Urbino 

Iniziano così gli anni di formazione al Nord, con trasferimenti di città in città: prima Piacenza, poi Bologna, Forlì e infine Cremona, dove per tre anni ricopre il ruolo di capo squadra. “È un iter obbligatorio quando fai questo lavoro, all’inizio c’è il periodo di gavetta in cui ti trasferiscono e devi abituarti a cambiare squadra e città. Ma è utile per imparare a essere flessibili. Nelle situazioni di grande emergenza, come quella  nel 2012 a L’Aquila, ci siamo incontrati con squadre diverse e, anche se le procedure sono uguali a livello nazionale, ho notato quanto può essere complicato coordinarsi con persone con cui non si è mai lavorato prima”.

A un certo punto però Bonaventura ha sentito l’esigenza di tornare a casa. “Appena ho potuto però ho fatto richiesta di ritorno a Urbino”, dove il mese scorso ha raggiunto il grado più alto di qualifica, dopo essere stato il vicecapo distaccamento di Ovarelli. “Io e Claudio abbiamo sempre collaborato molto bene, anche se siamo due anime opposte – riflette – siamo tutti e due votati al nostro lavoro, ma mentre lui è più espansivo e aperto, io preferisco rimanere nelle retrovie”.

Però su un punto concordano fortemente: “A contare è la squadra”. Senza coesione e una buona formazione di tutti i componenti non si può essere efficaci nelle emergenze. Per questo il calo di personale che sta vivendo il distaccamento di Urbino è duro da sostenere: “Ci mancano due persone (su 17) per essere a pieno organico. Aspettiamo che vengano indetti nuovi concorsi per trovare personale”.

Gli interventi sul territorio

“È un lavoro duro, ma se hai passione riesci ad abituarti anche alle difficoltà”. Gli interventi dei Vigili del fuoco in questo periodo si concentrano, in particolare, intorno agli incidenti di turisti e amanti dello sport che si cimentano col trekking e le arrampicate nelle zone come Monte Nerone, spesso senza la dovuta preparazione. Oltre che i sinistri stradali dovuti al ritorno in sella dei motociclisti, con la bella stagione, spiega Bonaventura: “Infine, ad aumentare nella zona sono stati, dall’inizio del 2020, gli incendi domestici che hanno richiesto l’aiuto dei pompieri, probabilmente per via del maggiore tempo trascorso in casa dopo l’inizio della pandemia”.

About the Author

Cecilia Rossi
Nata e cresciuta nelle Marche, studio a Urbino, dove mi laureo in Comunicazione con una tesi sull'involuzione autoritaria in Ungheria. Ho vissuto per sei mesi a Bruxelles, dove non ho migliorato il mio francese, ma in compenso ho studiato un po' di economia. La maggior parte del tempo leggo libri, lavoro a maglia e mi perdo nei documentari.

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