Il San Sebastiano di Giovanni Santi tornato a Casa Raffaello dopo il restauro

Dettaglio della tavola di Giovanni Santi, la Flagellazione di San Sebastiano a Casa Raffaello
di ENRICO MASCILLI MIGLIORINI E SARA SPIMPOLO

URBINO – È di nuovo nel luogo in cui è quasi sicuramente nata. La tavola della Flagellazione di San Sebastiano, di Giovanni Santi, padre di Raffaello, è tornata nella casa natale del pittore urbinate dopo anni di restauro, e ora è esposta pochi metri sopra la bottega in cui si ritiene sia stata dipinta, a Casa Raffaello.

Nata originariamente per la chiesa urbinate di San Sebastiano (che oggi non esiste più), commissionata dai confratelli dell’oratorio omonimo, fu in realtà posta sull’altare maggiore della chiesa di fronte, quella di Sant’Andrea Avellino. Nel 1904 venne però sostituita da una copia (ancora visibile nella chiesa di via Budassi) e finì successivamente nel deposito della Galleria Nazionale delle Marche per anni. Arrivata a casa Raffaello nei primi del 2000, torna oggi a essere esposta dopo un lungo lavoro di restauro, curato da Melissa Ceriachi e diretto da Claudio Maggini.

Un dettaglio della tavola. Sono visibili le pennellate di restauro sulla gamba sinistra. Foto di Sara Spimpolo

Il restauro è durato circa tre anni, afferma Luigi Bravi, presidente dell’Accademia Raffaello. Compiuto su una tavola di legno di seconda mano, nodoso, e quindi estremamente irregolare e fragile, ha restituito luce al quadro, evidenziando i volti dipinti dal Santi, e portando il visitatore a concentrarsi sui particolari originali dell’opera, salvati dallo sporco e dalle aggiunte avvenute nel corso dei secoli.

Oltre alle tipiche torte di terra e al paesaggio classico rinascimentale sullo sfondo, dipinto quasi sicuramente da una bottega, il lavoro della restauratrice “rivela la grande maestria del Santi nella ritrattistica – come ha spiegato al Ducato Bravi – ed evidenzia la sofferenza di cui è intrisa questa tavola”.

Il presidente dell’Accademia Raffaello, Luigi Bravi con la Flagellazione di San Sebastiano

Osservando i raggruppamenti delle persone dipinte, e o loro sguardi, viene da chiedersi quanto Raffaello abbia preso dalla mano di suo padre. “Certamente fu un figlio d’arte – continua Bravi – e si può pensare anche che abbia visto questa tavola durante l’infanzia; ma si può anche dire, al contrario, che la sfortuna di Giovanni Santi fu proprio quella di essere il padre di Raffaello”.

Un arricchimento per casa Raffaello, al quale si aggiungerà presto una mostra, Raffaello per filo e per segno, al via il 30 giugno prossimo, nella quale ci sarà un libro che mostra le incisioni tratte dai cartoni per gli arazzi della cappella Sistina. Ma soprattutto, il 28 giugno arriverà una nuova ricostruzione in 3D del volto di Raffaello, costruita sul calco di quello che si ritiene essere il suo teschio, conservato proprio a casa natale.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi