Casa delle Vigne: il ponte della solidarietà tra senilità, socialità e accoglienza

di Roberta Rotelli

Perdendosi tra gli alberi della Pineta di Urbino si incontra una strada sterrata da cui, come per incanto, si intravede una vista mozzafiato che propone insieme Palazzo Ducale, il Duomo e i monti. Qui si incontra Casa delle Vigne, una prestigiosa abitazione del 1500 di proprietà del Comune di Urbino, location prescelta per accogliere l’associazione NonnoMino, un’organizzzazione di volontariato a sostegno dei malati di Alzeheimer.

Durante il periodo di pandemia, molte erano state le richieste di aiuto pervenute alle varie organizzazioni sociali urbinati, tra cui Cittadinanza Attiva, Il tribunale del malato e Il vascello, da parte di anziani soli e famiglie in difficoltà. Tutti segnalavano l’esigenza di una struttura di supporto in città per coloro che soffrono di demenza senile.

Dall’ascolto e dal desiderio di solidarietà nasce il progetto di Bruna di Bernardino, la presidente dell’associazione NonnoMino, una realtà in prima linea nella provincia di Pesaro-Urbino nella lotta contro l’isolamento degli anziani: “Le nostre parole d’ordine sono solidarietà, rete e socialità”- dice la presidente-. Le persone anziane hanno diritto ad essere trattate con dignità e meritano di non essere lasciate sole”.

L’associazione di volontariato NonnoMino è una realtà sociale che offre un servizio diurno e si finanzia tramite  progetti regionali, il supporto del 5×1000 e le offerte delle famiglie: quest’anno ha già accolto dieci persone a Urbino, oltre ad avere altri centri di supporto sul territorio, a Pesaro, Tavullia e nel comune di Vallefoglia.

Gremito il giardino, tante le persone, anziane e non, che – mercoledì sera. 30 giugno – applaudono l’assessore ai servizi sociali Elisabetta Foschi, che presenta l’evento e racconta la nascita del progetto:” Vogliamo dare supporto a coloro che hanno avuto la prima diagnosi di Alzeheimer. A uno stadio avanzato, sicuramente c’è bisogno di un supporto sanitario più specifico, ma in una fase iniziale si può ritardare l’effetto della malattia tramite la socialità, l’attività pratica e l’accoglienza”.

Molte le autorità presenti, tra cui l’Arcivescovo di Urbino Giovanni Tani, il direttore dell’Area Vasta 1 Romeo Magnoni, l’assessore regionale Stefano Aguzzi e il sindaco Maurizio Gambini, che riferendosi a questa iniziativa, dice: “Oggi riapriamo questo gioiello della città. L’impegno che prendiamo è quello di sforzarci di più a dare risposte concrete a livello istituzionale a questo tipo di malattie. Vogliamo essere vicini alle organizzazioni sociali e investire tutte le risorse necessarie per stare vicino alle famiglie e alle persone in difficoltà”.

Anche il Rotary Urbino ha contribuito concretamente al progetto, regalando una cucina all’associazione, che verrà utilizzata dai “nonni” per studiare nuove ricette e stimolare la creatività.

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