Aggressione omofoba a studente Uniurb, no giudice a parti civili

Il Tribunale di Pesaro - Credits: Google
di GUGLIELMO MARIA VESPIGNANI

Il giudice del Tribunale di Pesaro ha respinto tutte le richieste delle associazioni per i diritti lgbtqia+ di costituirsi come parti civili all’interno del processo sull’aggressione omofoba allo studente dell’Università di Urbino avvenuta nell’ottobre del 2019 davanti alla discoteca Colosseo di Montecchio di Vallefoglia.

Il processo, iniziato a maggio, vede come imputati due ragazzi, uno di 20 anni (l’aggressore) e uno di 28 anni, e una ragazza di 28 anni. I tre sono accusati di avere minacciato e picchiato lo studente e di avergli danneggiato l’auto e di avere poi ostacolato i soccorsi alla vittima, che all’epoca dei fatti aveva 20 anni.

Arcigay Agorà: “Una grande delusione”

Durissimo il comunicato diffuso poche ore dopo l’udienza da Arcigay Agorà Pesaro-Urbino, una delle principali associazioni impegnata nelle battaglie per i diritti civili nel territorio, che aveva presentato la richiesta di costituirsi come parte civile. “Esprimiamo tutta la nostra delusione – si legge nel comunicato – riguardo alla decisione presa dal Tribunale di Pesaro di non riconoscere l’aggravante omofobica e di non ammetterci come parte civile nel processo per il reato commesso contro un nostro iscritto, studente a Urbino, attaccato verbalmente e fisicamente nell’ottobre del 2019”.

L’associazione continua commentando la decisione di escluderli dalle parti civili del processo: “Il giudice non capisce quale danno materiale avremmo subito. Partiamo dal presupposto che il danno si dimostra in corso di processo e non prima. Ribadiamo inoltre che se si attacca una persona perché fa parte di una minoranza, in questo caso quella lgbt+, l’attacco non riguarda solo la persona, ma l’intera comunità”.

Il presidente Galeotti: “Fatevi aggredire a Rimini”

Il presidente di Arcigay Agorà Pesaro Urbino Giacomo Galeotti, raggiunto telefonicamente dal Ducato, esprime tutto il suo disappunto in aggiunta alle parole del comunicato ufficiale diramato dall’associazione: “Provocatoriamente, invito i membri della comunità lgbt+ di Pesaro e Urbino a farsi picchiare in Provincia di Rimini, dove in processi simili vengono riconosciute le aggravanti omofobiche. Comunque noi andiamo avanti, ci riserviamo il diritto di presentare ricorsi in futuro e continueremo a sostenere tutte le vittime di omolesbotransfobia come abbiamo sempre fatto”.

L’avvocato Guidi: “Una decisione di merito errata”

Anche l’avvocato della vittima Christian Guidi esprime la sua netta contrarietà: “La decisione a mio avviso non è condivisibile e non credo che poi possa reggere in appello la motivazione dell’esclusione, sotto diversi profili. L’ammissione delle parti civili dovrebbe essere meramente formale, mentre qui il giudice ha operato una decisione di merito”.

La prossima udienza sarà l’11 novembre 2021. Verranno ascoltati in tutto 10 testimoni: cinque della lista del Pubblico Ministero e cinque indicati dalla persona offesa.

About the Author

Guglielmo Maria Vespignani
Nato nel 1991 ad Ancona, sono cresciuto a Jesi e mi sono diplomato al Liceo Classico Vittorio Emanuele II. Laureato in Filosofia nel 2015 all'Università di Bologna, ho successivamente diviso la mia vita tra sport e impegno sociale.

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