Prefetto Ricciardi, Covid e scuole, “Quadro non critico, ma neppure roseo”

Prefetto Ricciardi intervistato dal Ducato
di DAVIDE FANTOZZI

URBINO – Le prospettive del Covid in provincia di Pesaro e Urbino non sono critiche, ma neppure rosee: il rischio di aumento dei contagi – già in atto – e di ritorno alla zona gialla c’è; e la ripresa della scuola in presenza al 100% a settembre è difficile. Lo ha detto il prefetto Tommaso Ricciardi, oggi in visita alla redazione del Ducato insieme a Giorgio Calcagnini, rettore dell’Università. In un’intervista collettiva, Ricciardi, succeduto a Vittorio Lapolla il 26 maggio, dopo due anni alla prefettura di Trapani, ha risposto a domande sulla pandemia, l’ordine pubblico e le emergenze naturali.

Covid, gestione richiede ancora grande attenzione

La gestione del Covid richiede ancora grande attenzione. “A Urbino c’è il problema della movida. Dai punti di vista sanitario e di ordine pubblico, serve un maggior senso di responsabilità da parte di tutti” dice Ricciardi, che valuta anche le reazioni alla vittoria dell’Italia agli Europei di calcio la scorsa domenica sera: “Il territorio ha risposto in maniera tutto sommato responsabile” afferma, invitando, però, a “non abbassare la guardia”. “Gli effetti dei festeggiamenti sono tutti da vedere. Ho sentito quella sera stessa il questore e il capo dei carabinieri e mi hanno comunicato che la situazione era sotto controllo” rassicura il prefetto.

Tuttavia, preoccupazioni emergono, soprattutto a causa della diffusione delle varianti del virus. “Qualche virologo ha previsto un possibile ritorno in zona gialla. Uscire dalla zona bianca nel pieno dell’estate si tradurrebbe in una diminuzione significativa dell’indotto economico e sarebbe molto grave”. Ci sono state alcune iniziative che denotano attenzione e rispetto delle norme, come quelle di diversi “titolari degli stabilimenti balneari, che hanno a loro spese assunto della vigilanza privata per limitare gli ingressi”.

La sinergia tra Regione, Provincia e Prefettura “è stata positiva. Si sono raggiunte subito intese per fare ripartire il territorio”. Ricciardi ricorda che, all’inizio della pandemia, Pesaro dovette rispettare un rigido lockdown, una fase “drammatica”. Per la fase finale del campionato di pallacanestro, oltre 40’000 persone, provenienti soprattutto da Lombardia, Veneto ed Emilia, le prime regioni-focolaio, confluirono in città: “Allora eravamo in preallarme, ma non c’erano ancora disposizioni chiare e la gente si ammassò nel Palazzetto dello Sport” racconta Ricciardi che, pur non essendo in carica all’epoca, è stato messo al corrente di quanto accaduto dal suo predecessore. Adesso, però, la campagna vaccinale sta procedendo in modo soddisfacente, “abbiamo un’ottima percentuale di seconde dosi, ci sono alcuni no-vax, ma il loro numero non è tale da destare preoccupazione”. La sintesi del prefetto è quella di un “quadro che non sembra drammatico, ma neanche roseo”.

Tutti in classe a settembre? Difficile, più probabile al 75%

Si passa poi a parlare del rientro nelle scuole da settembre. A fine maggio, il 75% degli studenti svolgeva lezioni anche in aula. “Sarebbe ottimo riuscire a mantenere questa percentuale – ammette il prefetto –, ma non credo che al momento ci siano le condizioni sanitarie e logistiche per far tornare in presenza tutti i ragazzi. Speriamo di diminuire gradualmente il più possibile le ore di lezione da remoto”.

La strada da percorrere è quella di “organizzare comitati coi dirigenti scolastici per gestire al meglio l’arrivo degli studenti e limitare al massimo la presenza fuori dagli edifici. I ragazzi devono scendere dall’autobus ed entrare in classe rispettando i distanziamenti”. La previsione di Ricciardi è però realista: “Non mi faccio illusioni per i prossimi anni. Anche quando saremo tutti vaccinati in ambienti chiusi la mascherina ci dovrà essere”.

Collaboratori di giustizia

Ricciardi parla poi del processo Vallefuoco e del rischio di infiltrazioni mafiose sul territorio, “non maggiore di tutte le altre regioni ad eccezione di Campania, Puglia e Sicilia”. Tuttavia, aggiunge, “c’è il problema dei collaboratori di giustizia, poiché le Marche sono spesso destinazione di coloro che scelgono di cooperare con le autorità”. La problematica maggiore riguarda quindi proprio queste persone, le quali “vengono da un’attività criminale e hanno un certo tipo di passato alle spalle. Lavoriamo a stretto contatto con il Nucleo Operativo di Protezione affinché i collaboratori e le rispettive famiglie vengano protette”. Poi, Ricciardi afferma che “non siamo, fortunatamente, in una situazione in cui la mafia attecchisce”.

Le urgenze: cinghiali e acqua

Sul tema cinghiali, il prefetto riferisce di avere “parlato col sindaco di Urbino (Maurizio Gambini, ndr), che mi ha assicurato che la sostanza usata di recente per allontanare gli ungulati non arreca danni alle persone”.

Riguardo alla questione idrica, Ricciardi loda “il senso di responsabilità marcato dei sindaci, i quali hanno ridotto il flusso d’acqua in entrata nelle città”, aggiungendo che “la siccità non ci ha dato una mano, ma anche le bombe d’acqua creerebbero problemi. Fortunatamente non ci sono criticità di natura idro-geologica”.

Università

In chiusura, il prefetto parla dell’Università Carlo Bo, che definisce “una delle migliori in Italia”: “Io e il rettore – dice – ci confrontiamo il più possibile”. Il professor Calcagnini conferma che “c’è sempre stato un canale aperto con la prefettura”, per affrontare problemi e potenziali collaborazioni fra l’Istituzione accademica e quelle territoriali.

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