Sant’Angelo e Piandimeleto piangono la morte di Nicolas, “ragazzo d’oro”

Nicolas Matteucci, foto presa dalla sua pagina Instagram
di EMILIA LEBAN

PIANDIMELETO – Aveva 21 anni, la passione per le moto e per gli animali. Da poco era andato a vivere da solo in una bella casa sulla collina che apparteneva ai nonni. Nessuno, a Piandimeleto e Sant’Angelo in Vado, riesce ancora a spiegarsi le motivazioni di un gesto tanto tragico quanto inaspettato. Era la notte tra il 6 e il 7 settembre, aveva trascorso la serata alla fiera di Pugliano con alcuni amici e stava ritornando a casa. Si è trovato coinvolto in un incidente d’auto.

È fuggito via. Quando i carabinieri lo hanno raggiunto nella sua abitazione ha detto di non avere i documenti con sé, è entrato nella stanza da letto, ha detto, per prenderli. Qui ha imbracciato un fucile da caccia, se lo è puntato alla testa e ha sparato. È morto sul colpo.

“Era un ragazzo d’oro”, dicono gli abitanti di Piandimeleto, il paesino dov’è cresciuto. Gli amici, seduti al bar, lo ricordano come un ragazzo gentile, tranquillo. Anche alla Greenpower, l’azienda in cui Nicolas era impiegato come operaio, tutti dicono la stessa cosa: impeccabile sul lavoro, riservato, buono. “Il direttore oggi ha voluto osservare un minuto di silenzio in suo onore – racconta al Ducato un amico e collega del ragazzo – Si è rammaricato di non aver conosciuto meglio Nicolas . Ha tenuto un discorso molto toccante sull’importanza della vita e di quanto sia necessario condividere gli spazi di lavoro anche dal punto di vista umano”. “Andremo tutti al suo funerale”, dice uno dei responsabili del dipartimento in cui lavorava.

Sant’Angelo in Vado e Piandimeleto saluteranno per l’ultima volta Nicolas domani, alle 15:30, al Duomo di Sant’Angelo. Oggi la cattedrale è vuota. Dentro c’è solo il parroco. Ma domani i due paesini si raccoglieranno e stringeranno lì. Tutti conoscevano Nicolas. Tutti conoscevano suo papà, che faceva il deejay, animava le feste. Era famoso. Prima di morire giovane, poco più che trentenne, per una malattia. Un destino simile che per Nicolas però sembra ancora più sbagliato.

Sarà pieno, il Duomo, talmente pieno che in piazza stanno già installando degli altoparlanti per permettere alle persone di seguire la funzione anche fuori dal sagrato. “Domani è la festa della Madonna Addolorata, una ricorrenza molto sentita qui. Ma questa volta non c’è nulla da festeggiare – dice il parroco, monsignor Davide Tonti – Ogni morte è diversa, ogni funerale merita un’omelia che rappresenti la persona che è venuta a mancare. Per Nicolas vorrei parlare dell’attaccamento alla vita e dell’importanza di restare vicini al prossimo nei momenti di difficoltà, anche quando in apparenza tutto sembra tranquillo”.

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