Alessandra Sardoni e la notizia oggettiva contro il potere “irresponsabile”

di ROBERTA ROTELLI

URBINO – Alessandra Sardoni, giornalista parlamentare e volto storico di La7, partecipa al Festival del giornalismo culturale nella sezione dedicata a Le parole della Politica, che la vede protagonista insieme a Annalisa Cuzzocrea, Paolo Di Paolo, Vera Gheno e Andrea Montanari. Si affaccia al giornalismo politico con l’ascesa al potere politico di Silvio Berlusconi. Nel 2014 è la prima donna Presidente dall’associazione stampa parlamentare e nel 2015 vince il Premiolino tv.

Nel 2017 esce il suo libro edito da Rizzoli Irresponsabili. Il potere italiano e la pretesa di innocenza. Ci spieghi in breve, qual è la “pretesa dell’innocenza del potere”? E chi sono gli “irresponsabili”?

Il concetto della pretesa di innocenza, l’ho ripreso dall’autore Pascal Bruckner, che faceva riferimento all’infantilismo della politica: come un bambino infatti il politico rivendica spesso una mancanza di responsabilità con i fatti da lui stesso compiuti, come se fosse deficitario di volontà o ancor peggio, di capacità decisionale. Basti pensare alle violenze alla scuola Diaz durante il G8 di Genova per la quale è stata chiamata in causa la magistratura per assumersi delle responsabilità, che la politica non ha voluto rivendicare. Molti leader politici di oggi rivendicano una leadership personale che svanisce nel momento in cui sono chiamati a pagare pegno per qualche errore commesso. Così la fuga dalla responsabilità appare la maniera più indolore per uscire “puliti” da situazioni scomode.

Com’è riuscita ad imporsi con successo in un mondo, quello del giornalismo parlamentare, che fino a poco tempo fa era principalmente maschile?

L’associazione stampa parlamentare racchiude in sé una dimensione collettiva molto forte. C’è un consiglio direttivo unito e coeso negli intenti e nelle metodologie di lavoro e il fatto che la Presidente nel 2013 sia stata io, ha un valore più simbolico che pratico. La popolazione femminile della stampa parlamentare negli ultimi anni è cresciuta molto, perché sono maturate le condizioni per far crescere anche le donne.

La sua esperienza giornalistica varia, da quotidiani come la Repubblica fino ad arrivare a La7. Si è occupata però anche di notizie per VideoMusic. Come cambia la comunicazione della notizia nei canali mainstream e in quelli meno convenzionali?

Con la legge Mammì, c’è stato l’obbligo di inserire uno spazio di informazione anche nelle tv private. La comunicazione della notizia in quella tv era molto innovativa e c’era spazio per le domande provocatorie e per il carattere di sperimentazione. La notizia però non era diversa rispetto a quella trasmessa dai tg tradizionali: potevi tentare di travestirla ma una notizia è oggettiva, i protagonisti sono quelli e le dinamiche andavano illustrate nel dettaglio.

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