Tribunale di Urbino, rapina a parrucchiere Fermignano. Sentiti testi in aula

URBINO, 20 OTT. – “Ricordo solo la paura nel vederlo entrare e il pianto di una bambina che era lì con la madre. Ho cercato di rimuovere il resto”. Seduta sul banco dei testimoni del Tribunale di Urbino, ricorda poco altro N.B., cliente della parrucchiera Giannotti di Fermignano, che era seduta nel negozio al momento della rapina avvenuta il 16 marzo 2019. L’udienza è quella del processo a Vincenzo Di Prima (residente in provincia di Pesaro e Urbino, classe 1972), presente in aula e accusato di rapina a mano armata, con aggravante della recidiva e del reato continuato.

“Ero a fare la piega ai capelli quando dallo specchio ho visto entrare un signore che aveva una sciarpa, o qualcosa di simile, che gli copriva la bocca, e un coltello nascosto da un giornale – spiega la donna di fronte ai giudici Massimo Di Patria, Alessandra Conti e Vera Colella riuniti in composizione collegiale -. All’inizio pensavo fosse uno scherzo”. Racconta e risponde alle domande della Pm Irene Lilliu, ma dopo due anni è ancora scossa nel ricordare l’episodio.

La rapina e poi la fuga

Nel primo pomeriggio del 16 marzo 2019, Di Prima fa irruzione nel salone da parrucchiera di Maria Giannotti, nel pieno centro di Fermignano. Ha in mano, nascosto da un giornale, un coltello – uno “svizzero multiuso con una lama di più o meno 15 centimetri” specifica G.C. un altro testimone sentito durante l’udienza. Appena entrato nel negozio inizia a scartare l’arma, avvicinandosi a una cliente, lì con una figlia piccola. “Ho visto che la signora tirava fuori dei soldi, delle banconote – dice N.B. – e la bambina ha iniziato a piangere”. Di Prima chiede della cassa e subito dopo fruga in una borsa sul divano, prende il borsellino e scappa per corso Bramante in direzione Torre.

“Ho sentito una signora urlare, uscendo dalla parrucchiera ‘Aveva un coltello… la mia bambina’. Subito dopo è uscita quella che credo sia la proprietaria, ho capito e ho iniziato a rincorrere il rapinatore” aggiunge G.C., che ha anche riconosciuto l’imputato in aula. “Stavano tutti bene, ma penso che la signora fosse spaventata per la bambina” ha spiegato, rispondendo a una domanda della Pm. La fuga di Di Prima – ora difeso dall’avvocata Erika Grossi – dura pochissimo e termina poco prima del ponte, dove un agente della polizia municipale riesce a placcarlo.

La prossima udienza, durante cui verranno sentiti altri tre testimoni, si terrà il 10 novembre 2021.

bg

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