Urbino, in moto la macchina dell’accoglienza. Alloggi per studenti ucraini in arrivo

A sinistra, una bambina ucraina con addosso la coperta termica. A destra, l'asilo improvvisato alla stazione di Przemysl (foto di Yuri Rosati)
di SARA SPIMPOLO

URBINO – La città si prepara a ospitare i profughi ucraini in fuga dalla guerra. Ieri pomeriggio, 14 marzo, si è svolta una riunione tra Comune, Università, Croce rossa e Caritas di Urbino per definire le modalità di accoglienza degli studenti e studentesse che dall’Ucraina volessero terminare gli studi all’Università di Urbino. Caritas ed Erdis (l’ente regionale per il diritto allo studio) hanno dato disponibilità a fornire 11 alloggi, di cui 5 saranno in una camera per studentesse all’interno della struttura di San Sergio in via Raffaello, che ospiterà anche delle madri con figli minorenni. In totale sono stati individuati 90 posti letto offerti dai privati e parrocchie nei paesi vicino a Urbino, ha fatto sapere la Caritas al Ducato.

La Croce rossa ha fatto sapere di non avere strutture per accogliere, ma si è detta disponibile per quanto riguarda tutto l’aiuto umanitario, dalle raccolte di indumenti e giochi per i bambini ai buoni per la spesa. Gilberto Uguccioni, presidente della Croce rossa di Urbino, ha spiegato che si metteranno a disposizione anche per quanto riguarda l’assistenza e il trasporto delle persone in fuga. Brunella Zolfi, delegata della Croce rossa di Urbino, ci tiene a ricordare che “resta possibile donare dal sito della Croce rossa”, e che “i fondi arriveranno direttamente alla sezione ucraina, che saprà cosa farne”.

Come ha detto al Ducato il rettore dell’Uniurb Giorgio Calcagnini, Erdis ha dato disponibilità per 6 posti con tariffe ridotte per alloggio e mensa, tariffe i cui costi vorrebbe coprire la stessa Università, che si sta muovendo per trovare i fondi. L’Uniurb vorrebbe inoltre fornire 4 posti ad altrettanti visiting professors.

Il Comune incontra gli ucraini

“Per il momento non sono molte le persone arrivate in città – ha detto al Ducato l’assessora del Comune di Urbino Elisabetta Foschi -e la maggior parte dei rifugiati che giungono a Urbino non hanno bisogno di essere ospitati in strutture pubbliche perché hanno conoscenze o familiari ai quali appoggiarsi”. Proprio in Comune oggi alle 15 avrà luogo un incontro con i residenti di nazionalità ucraina presenti a Urbino, “per dimostrare loro solidarietà e vicinanza, per capire di cosa hanno bisogno e se stanno accogliendo qualcuno in famiglia”, ha spiegato Foschi. Le istituzioni hanno fatto sapere che è importante che chiunque arrivi passi attraverso la Prefettura per la registrazione, e segua poi le norme igienico-sanitarie che sono state indicate nei giorni scorsi dall’Asur Area Vasta 1.

Come ha spiegato al Ducato Claudio Montalbini, responsabile dell’Area Vasta 1, le persone che sono state tracciate – a livello provinciale – attraverso i tamponi anti-Covid, sono 300 o 400. I tamponi, ricorda Montalbini, possono essere effettuati in farmacia o a titolo gratuito nei drive messi a disposizione nel territorio. Il responsabile Asur specifica però che “i dati sono estremamente provvisori, e crescono di giorno in giorno”. E, sempre riguardo il Covid, in provincia sono già iniziate le vaccinazioni di alcuni rifugiati, “la maggior parte dei quali non ha potuto vaccinarsi nel proprio paese e vogliono farlo ora”, conclude Montalbini.

Articolo aggiornato alle 16.41. A differenza di quanto riportato in una precedente versione di questo articolo, non si hanno conferme da parte dell’Università di Urbino in merito a borse di studio o esenzione dal pagamento delle tasse per gli studenti ucraini che dovessero arrivare alla Carlo Bo.

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