L’artista Pucci lascia la città: “Vado in Giappone, ma Urbino resterà cuore e corpo”

di BEATRICE GRECO
con la collaborazione di Sara Spimpolo

URBINO – Le colline di Urbino, un tavolino di legno e un thè giapponese servito in tazze di ceramica raku fatte a mano. È qui, nel giardino della loro casa, che Marcello Pucci, scultore e ceramista urbinate, e sua moglie Noriko Matsumoto si lasciano andare alla nostalgia. La partenza è prevista per l’8 aprile: entrambi lasceranno definitivamente la città ducale per raggiungere il Giappone. “Questo è il colore della terra d’Urbino – dice Pucci indicando le tazze – Le ho fatte mischiando terra e acqua piovana. Questo è il risultato: un arancione tenue. Questo è il colore della mia terra”.

Marcello Pucci e sua moglie Noriko Matsumoto

Via Valerio, la sua creazione

Nato a Urbino, Pucci ha studiato a Urbania e qui ha incontrato per la prima volta l’arte. Dopo avere lavorato il ferro, ha scoperto il suo amore per l’argilla. Molte sue opere sono state esposte in concorsi e a mostre nazionali e internazionali con ampi riconoscimenti di pubblico e critica. Tra le sue “creazioni” anche la via delle Arti di Urbino, in via Valerio, in cui si trovava anche il suo atelier. Quando ne parla, non riesce a nascondere l’emozione. “È una via bellissima, si entra proprio in un ambiente diverso della città. Lì ci sono le persone che lavorano con le mani, con la testa e con il cuore, creando oggetti dal nulla”.

Tra i ricordi che riaffiorano, ci sono i bambini che, durante le iniziative, riempiono la piazzetta di Palazzo Odasi tra giochi e divertimenti o gli studenti che Marcello e Noriko accoglievano nel loro atelier, ospitandoli e, a volte, sfamandoli. “C’è chi viene qui per cercare qualcosa che non trova da altre parti, per cercare una parola o un consiglio. Spesso mi è capitato di trovare universitari spersi nei loro dubbi, passavano dalla via, guardavano, si raccontavano, cercavano una parola di conforto. La via delle Arti fa anche questo. Perché i maestri d’arte spesso sono anche un po’ dei maestri di vita”. Mentre parla, Pucci tieni in mano una sua piccola scultura molto simile ad un serpentello arrotolato o a un filo intrecciato. “Si chiama I nodi da sciogliere” dice con il sorriso di chi di nodi ne ha sciolti tanti.

Il Giappone e il progetto di creare futuro

L’idea di partire era nell’aria da molti anni, ma la decisione è arrivata a gennaio. “Ci sono tanti motivi che ci spingono ad andare – spiega Pucci – E poi in Giappone c’è la famiglia di mia moglie”.

LA STORIA – Marcello Pucci porta l’arte della ceramica da Urbino in Giappone

Ma è Noriko a spiegare i progetti per il futuro: andare nelle zone più povere del Giappone, aiutare chi è meno fortunato, aiutare i bambini. “Il nostro obiettivo è di creare un piccolo futuro per chi arriva dopo – dice – . Vogliamo renderci utili, dare un contributo con ciò che sappiamo fare: abbiamo sempre creato con le mani. Con le mani si può creare futuro e noi proveremo a farlo anche lì”.

Urbino “impossibile da lasciare”

“Tornerò”. Lo sa già da ora Marcello. “Nel tempo ho incontrato molti studenti che, anche dopo vent’anni, facevano ritorno in città. Io farò come loro, perché Urbino non si dimentica. Per me era e resterà cuore e corpo”.

[aesop_gallery id=”302591″ revealfx=”off” overlay_revealfx=”off”]

Il legame con la città ducale è forte anche per Noriko, che ormai vive qui da più di vent’anni. “Per questa partenza sono molto confusa – ammette – non so se essere felice o triste. Tanti ricordi sono qui e il ritorno in Giappone lo farò quasi come una straniera che sa parlare il giapponese”.

Ma di una cosa sono certi sia Noriko che Marcello. Continueranno a portare Urbino con loro. “Continueremo a far conoscere le meraviglie di questa città”.

Il saluto del sindaco

“Volevo ringraziare Pucci e sua moglie per quello che hanno fatto per questa città” esordisce il sindaco Maurizio Gambini, durante la cerimonia di saluto all’artista nelle sale del Comune. Grazie al loro lavoro hanno contribuito a creare la via delle Arti in via Valerio e hanno ridato spazio e visibilità alla pratica artigiana e all’arte più in generale. “Ci avete aiutato a tenere viva la città – prosegue Gambini – e il vostro lavoro lo porteremo sempre nel cuore. Il riconoscimento che vi sto per dare non è solo il mio, ma è il nostro, di tutti i cittadini. Nella speranza che questo allontanamento sia un avvicinamento, anche di due popoli”.

Da sinistra, Massimiliano Sirotti, Noriko Matsumoto, Maurizio Gambini e Marcello Pucci

Un messaggio condiviso anche dal vicesindaco Massimo Guidi e dal Presidente del Consiglio comunale, Massimiliano Sirotti: “C’è un intera città che vi ha seguito e che vi sostiene idealmente. Buona fortuna per tutto”.

Per Pucci la sua opera non è nulla di speciale. “Era naturale fare le cose che ho fatto, anche per il mio senso di appartenenza al territorio – dice – Dovevo farlo, dovevo dare il mio contributo ad una delle città più belle del mondo”.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi