Cento giorni di guerra, Iryna “Sono tornata a casa. Kiev è bellissima ma ancora suonano le sirene”

A sinistra la giornalista ucraina Iryna Guley, a destra l'immagine di Kiev bombardata
di IRYNA GULEY
testo raccolto da Alice Tombesi e Sara Spimpolo

URBINO – È il 3 giugno.  Oggi fanno 100 giorni da quando è cominciata la guerra. Con il canale televisivo 1+1 abbiamo fatto una diretta da Irpin. Ora sono a Kiev, sono rientrata. La prima notte ho avuto paura. La mia amica Tanya è venuta a prendermi alla stazione di Kiev con il marito. Abbiamo fatto benzina anche se hanno priorità i militari quindi ognuno di noi può prendere solo 10 litri di gasolio. Ci sono file lunghissime agli autogrill dove sono i distributori.

DIARIO DALL’UCRAINA – Il racconto della guerra della giornalista Iryna Guley

Quando sono rientrata a casa l’ho ritrovata tutta com’era, anche alcuni vestiti a terra. Il mio appartamento è intatto ma una casa vicino a me, a 2 o 3 chilometri, è stata bombardata. Ho visto con i miei occhi la tattica militare degli ucraini i primi mesi di guerra: hanno fatto saltare in aria una diga così che l’acqua ha allagato i campi e rallentato l’avanzata a nord di Kiev dei russi. Una cosa bellissima e difficile allo stesso tempo. Nel centro di Kiev, invece, tutti i monumenti sono stati protetti con dei sacchi. Ora abbiamo il coprifuoco dalle 23 alle 5 di mattina e non riesco mai a rientrare in tempo quando suonano le sirene. Ancora suonano a Kiev.

Sono tornata a Kiev perché ho capito che dovevo scegliere: o continuavo a vivere a Lutsk, tornare a casa o andarmene fuori dall’Ucraina. Ho scelto Kiev. A primavera e in estate, poi, è meravigliosa. I miei genitori invece da Leopoli sono tornati nella regione di Odessa.

I russi continuano a bombardare.

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