Fabio Ridolfi si lascerà morire: “Lo Stato mi ignora, scelgo la sedazione profonda”

Fabio Ridolfi
DI EMILIA LEBAN

URBINO – Fabio Ridolfi ha scelto di lasciarsi morire. Resterà in vita fino a quando il suo corpo reggerà senza cibo e acqua. A proteggerlo dal dolore fisico sarà un lungo sonno, simile al coma: la sedazione profonda.

L’ultima spiaggia per l’uomo, fermignanese di 46 anni e immobilizzato a letto da 18 a causa di una tetraparesi. A maggio il suo appello. “Da due mesi la mia sofferenza è stata riconosciuta come insopportabile. Ho tutte le condizioni per essere aiutato a morire. Ma lo Stato mi ignora. A questo punto scelgo la sedazione profonda e continua anche se prolunga lo strazio per chi mi vuole bene”. Lo ha comunicato lui stesso utilizzando un puntatore oculare, in un video pubblicato dall’associazione Luca Coscioni, che ha seguito il suo caso fin dall’inizio.

“Un processo lungo e doloroso per i familiari”

“Ridolfi ha deciso di revocare il consenso alla nutrizione e all’idratazione artificiale. Dopodiché si procederà alla sedazione profonda per evitare la sofferenza fisica – ha spiegato al Ducato Fabio Miceli dell’ufficio stampa della Luca Coscioni -. È una situazione che volevamo evitare, sia noi come associazione che lui, perché è un processo lungo e molto doloroso per i familiari”. Non è ancora stata definita la data d’inizio del procedimento, fa sapere Miceli.

L’ APPELLO – “Stato, aiutami a morire”

Una decisione sofferta. Ridolfi aveva fatto richiesta di accedere al suicidio assistito al Servizio sanitario regionale delle Marche.  Il parere favorevole del Comitato Etico dell’Asur è arrivato solo a maggio, con 40 giorni di ritardo e solo dopo il suo appello allo Stato, nel quale chiedeva di poter morire con dignità. Un parere però monco, mancava infatti l’indicazione del farmaco da utilizzare e la modalità di somministrazione. Per questo motivo, lo scorso 27 maggio, Ridolfi aveva diffidato formalmente l’azienda, che però non ha mai risposto.

“Fabio merita rispetto e non di essere ignorato dallo Stato”

“Ogni giorno che passa per Fabio è un giorno di sofferenza in più, per questo ha deciso di non voler più aspettare e di procedere con la sedazione profonda e con la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale – sono le parole della segretaria nazionale della Luca Coscioni Filomena Gallo e del tesoriere Marco Cappato, in un comunicato stampa dell’associazione -. Fabio merita rispetto e non di essere ignorato da uno Stato che crudelmente lo costringe a una sofferenza continua e non garantisce la sua scelta legalmente attuabile”.

“Non possiamo non notare – concludono – anche il silenzio assoluto della politica nazionale, impegnata nell’insabbiamento al Senato del testo di legge sull’aiuto al suicidio, dopo che la Corte costituzionale ha impedito al popolo di esprimersi sul referendum”.

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