Diario dall’Ucraina, 4 marzo: “L’Europa ci guarda morire”
Iryna Gulay, la giornalista ucraina che sta tenendo un “diario” della guerra per il Ducato, oggi racconta dell’assedio di Mariupol e della paura che questa possa essere la vita per sempre
Iryna Gulay, la giornalista ucraina che sta tenendo un “diario” della guerra per il Ducato, oggi racconta dell’assedio di Mariupol e della paura che questa possa essere la vita per sempre
Iryna Guley, la giornalista ucraina che si trova nell’ovest del suo paese, terrà per noi un diario in cui descriverà della guerra in Ucraina vista con i suoi occhi. In questa “prima pagina”, racconta come la vita riesca a trovare il modo di continuare a scorrere, nonostante tutto
Difficoltà, paure, dubbi del mestiere e poi sirene, allarmi antiaerei e perquisizioni della polizia. Tra gli inviati in Ucraina, Russia e ai confini con l’Europa anche due ex allievi dell’Ifg, Leonardo Zellino e Giammarco Sicuro. Nelle parole di tutti si ritrovano le storie che hanno ascoltato, i volti che hanno visto, impauriti, di chi scappa dalle bombe. Ma per raccontarli bisogna soppesare bene ogni parola, non scadere nel sensazionalismo
“Siamo andati incontro a questa gente che ci veniva addosso. Un vento di disperazione e rabbia. Eravamo gli unici che andavano in senso opposto” racconta Leonardo Zellino, giornalista inviato nei luoghi del conflitto per il Tg2
“Per un giornalista straniero lavorare in Russia in questo periodo non è facilissimo, le restrizioni sono aumentate, ci sono moltissimi controlli”. L’inviato del tg2 ha raccontato al Ducato le difficoltà che lui e i suoi colleghi stanno incontrando nel raccontare gli eventi nella città del Cremlino
L’inviata di Rainews e il telecineoperatore sono a Dnipro, dove suonano le sirene e bisogna rifugiarsi assieme ai cittadini. Lì sono stipati i beni di prima necessità. Intanto i cittadini prendono ferie per armarsi in attesa dei carrarmati russi
Le donne che tessono teli mimetici in piazza, le barricate, la chiamata alle armi. Il racconto dell’inviato del tg1 nella città che è diventata la nuova Kiev in questi giorni ospitando gran parte delle ambasciate
di SARA SPIMPOLO URBINO – Dopo le bombe, c’è la fuga. La linea diretta che porta dalla guerra ai suoi effetti più immediati si trova seguendo la traiettoria dei profughi….
C’è Eugene, che è riuscito a sfuggire alla legge marziale e a mettersi in salvo con la moglie e i figli piccoli. C’è Tanya, imprenditrice e madre, che aspetta al confine i suoi bambini rimasti intrappolati a Kiev. C’è chi aspetta alla dogana persone da salvare, senza neanche conoscerle. E c’è anche chi rientra in Ucraina per tornare a combattere con i propri concittadini. “Ma a restare impresso – dice Corrado Zunino, inviato di Repubblica – è la gentilezza. Di chi scappa e di chi controlla gli ingressi”.
Inviato per la rivista Micromega e Tg1, il giornalista italiano racconta la guerra in Ucraina dalla capitale, Kiev, assediata dalle truppe russe che ormai la circondano su tutti i lati. “Appena si potrà evacuare tornerò in Italia. Non siamo eroi, siamo giornalisti”
Gli allarmi bomba erano diventati troppi così la reporter ucraina del canale 1+1, insieme ad alcuni colleghi, è scappata verso ovest. Giusto il tempo di raccogliere lo stretto necessario nel suo “zaino dell’ansia”. I genitori si trovano a Odessa e hanno scelto di rimanere per “proteggere la casa”. Al Ducato il racconto della fuga
La giornalista di Repubblica a Rostov sul Don, al confine sudorientale tra Russia e Ucraina, racconta al Ducato come si sta muovendo per narrare il conflitto che da mesi tiene il mondo col fiato sospeso. Interrogata dai servizi segreti al checkpoint, ora tenterà di oltrepassare: “Dovevo tornare domenica scorsa, rimarrò qui fin quando la situazione non si sarà stabilizzata”
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