di Chiara Ricciolini e Laura Nasali
URBINO – Nella chiesa di San Domenico a Urbino una figura innovativa sta diventando un punto di riferimento per gli studenti universitari: padre Andrea Ricatti, più conosciuto come il frate dello “spritz dopo la messa” per l’iniziativa di sua invenzione diventata ormai nota a livello nazionale.
Ma le iniziative di padre Andrea non si limitano allo spritz. Per creare una comunità unita, il frate della parrocchia universitaria ha creato una stanza per l’ascolto dove gli studenti possano sentirsi liberi di sfogarsi e confidarsi sulla loro quotidianità.
Trentenne di origini pugliesi, col suo arrivo alla parrocchia universitaria ha saputo coniugare la spiritualità con il bisogno di ascolto e sostegno emotivo dei giovani studenti. Grazie alla vicinanza psicologica e d’età con gli studenti, padre Andrea è riuscito a creare un luogo dove gli universitari possono trovare non solo conforto religioso, ma anche un supporto umano e pratico per affrontare le difficoltà quotidiane.
“Durante la giornata sono sempre a disposizione – racconta – abbiamo stabilito orari fissi: tutti i giorni dalle 18 fino all’inizio della messa, sono disponibile per confessioni o semplici chiacchierate. Non tutti riescono a gestire la fatica dello studio o il fallimento di un esame. Il supporto, che sia di un sacerdote o di uno psicologo, può fare la differenza. Credo sia fondamentale avere qualcuno con cui parlare e farsi ascoltare”.
La “stanza dell’ascolto”
Questo approccio diretto e accessibile è stato particolarmente apprezzato dagli studenti, molti dei quali vivono lontano da casa e sentono il peso della solitudine. Padre Andrea stesso ha vissuto questa esperienza da studente fuori sede a Pisa: “La parrocchia universitaria è stata una parte bellissima della mia vita. Vorrei offrire agli studenti di oggi la stessa possibilità: che gli anni di studio non siano solo una parentesi, ma un’esperienza che resti con loro, come è successo a me”.
Non sorprende quindi che una delle sue iniziative più innovative sia la “stanza dell’ascolto”, uno spazio accogliente, con due sedie a dondolo e dei fazzoletti su un tavolino, dove gli studenti possono aprirsi sui loro problemi, come fossero nel salotto di casa. “L’idea è di creare un’atmosfera intima e familiare, dove ci si possa sentire al sicuro”, spiega. Questo spazio informale ha già accolto decine di ragazzi e ragazze in cerca di una parola di conforto o di un consiglio.
L’aula studio in chiesa
Padre Andrea non si ferma qui. Con una visione moderna della sua missione, ha anche aperto un’aula studio accanto alla sagrestia, intitolata al vescovo Marinelli, fondatore della parrocchia universitaria circa vent’anni fa. Desirée, una studentessa che frequenta la parrocchia, spiega: “L’anno scorso ci ha detto che potevamo venire qui a studiare. Se hai bisogno di parlare, lui c’è. È come mettersi davanti a uno specchio, ti mostra che ci sono altre possibilità”.
Questa disponibilità costante, testimoniata da molti studenti, ha creato una comunità forte e unita, dove non solo si prega ma si stringono amicizie. I pranzi domenicali e le apericene sono altri momenti di aggregazione, specialmente per coloro che sentono la mancanza di casa. Padre Andrea racconta: “Non abbiamo una cucina vera e propria, ma ci ritroviamo con una ventina di studenti a mangiare insieme a casa nostra. È un modo per creare un senso di comunità, per sentirsi meno soli”.
“Psicologo e padre spirituale lavorano insieme”
Durante questi momenti di ascolto e condivisione padre Andrea non esita a suggerire anche la consulenza psicologica, ritenendo fondamentale l’unione tra il supporto spirituale e quello umano. “Non separo mai l’umano dallo spirituale. Sacerdoti e psicologi possono collaborare per offrire un aiuto completo. Sono due figure fondamentali che devono camminare l’uno al fianco dell’altro”.
Desirée conclude con un pensiero affettuoso: “È giovane, ma si comporta davvero come un genitore. È sempre presente, ti ascolta, capisce i tuoi bisogni. È come una roccia su cui appoggiarsi, sempre pronto a sostenerti”.