di RAFFAELE DI GAETANI
URBINO – Da New York a Urbino grazie allo studio sulle tecniche utilizzate da Raffaello Sanzio per creare i suoi colori. Michelle Gagliano, pittrice italoamericana nata nella grande mela, esporrà 20 delle sue opere a Casa Raffaello dal 12 ottobre al 17 novembre nella mostra intitolata A casa. Nell’esposizione si celebra il concetto dell’abitare con particolare attenzione alla terra madre intesa come l’ambiente in cui tutte le persone vivono. La curatrice della mostra è la franco serba Julia Rajacic.
I colori di Raffaello
“La mostra parla del collegamento tra la casa di Raffaello e quella di Michelle. Parte da Urbino e dai suoi colori. Lei crea un collegamento tra la città ducale e il suo lavoro in Virginia” racconta Rajacic che spiega la nascita della collaborazione: “È partita due anni fa perché l’artista ha cercato di eliminare l’uso di materiali chimici nella realizzazione delle sue opere e si è interessata alla storia del Rinascimento. Nelle ricerche ha trovato in Raffaello la figura perfetta. Era abbastanza naturale creare il collegamento tra l’artista e questo luogo”.
La sostenibilità dell’arte è un tema fondamentale per Gagliano, racconta la curatrice della mostra: “Le ricette di colori sono le stesse di Raffaello perché usa il suo stesso ricettario a base naturale. Oggi molti usano l’acrilico che è un derivato del petrolio ed è inquinante a causa delle microplastiche”. Sulla pittrice Rajacic aggiunge: “È molto attenta a non impattare sull’ambiente. Spesso fa entrare elementi naturali e fa esporre le opere alla pioggia per unire ancora di più arte e natura. Alcune delle sue opere sono fatte con materiali riciclati”.

Casa Raffaello: visione internazionale
Una collaborazione con un artista statunitense è un modo per valorizzare la realtà urbinate. Il presidente di Accademia Raffaello Luigi Bravi sottolinea: “Questa relazione è importante perché ribadisce la dimensione internazionale del museo. Questa caratteristica appartiene a questo posto dalla sua nascita nel 1800. Per noi significa tornare ad avere una visione meno municipale”.
La curatrice della mostra conclude “siamo grate di poter essere in questo luogo che dà una sensazione di casa. Non è un posto freddo. C’è ancora l’anima di una volta. Siamo nel cuore della storia”.