di MARIA SELENE CLEMENTE
BELLOCCHI – Angelo è riuscito nella sua impresa: lanciare una raccolta fondi per acquistare una bici adatta alla sua patologia. Ha 24 anni ed è nato con una tetraparesi spastica con ritardo psicomotorio. “Nella vita è stato privato di molte cose”, confida la madre di Angelo. Ha gli occhi umidi e la voce strozzata: “Ma almeno questa soddisfazione siamo riusciti a conquistarla”.
È una vittoria condivisa che appartiene a tutti coloro che nel suo “sogno a pedali” hanno creduto: associazioni della società civile, istituzioni private, famiglie con persone con disabilità ma anche i concittadini di Bellocchi, il paese, a pochi chilometri da Fano, nel quale Angelo vive con i suoi genitori, Manuela Guerra e Marco Angeletti.
Manuela e Marco si dicono profondamente colpiti e sorpresi dalla generosità delle persone che hanno partecipato alla raccolta fondi lanciata otto mesi fa e conclusasi con la consegna, da poche settimane, di una bici adatta alla disabilità motoria di Angelo. Raccontano di avere dovuto addirittura interrompere la raccolta perché, pur avendo raggiunto il totale prefissato, continuavano ad arrivare donazioni. “Abbiamo trovato in Angelo la forza per superare la vergogna del non poterci permettere una cosa che nostro figlio desiderava e dalla quale la sua salute, psicologica e fisica, avrebbe beneficiato”, racconta Manuela. “Abbiamo imparato l’importanza di parlare e confrontarsi anche – e soprattutto – con chi può avere gli stessi problemi e difficoltà. Serve a non sentirsi soli e a diventare creativi per trovare soluzioni altrimenti impensabili. Oggi anche noi possiamo ispirare altre ragazze e ragazzi con patologie simili a quelle di nostro figlio”.

Avevamo incontrato Angelo e la sua famiglia nel marzo del 2024, quando da poco aveva iniziato a frequentare Marche and Bike alla Gola del Furlo. Grazie alla compagnia e alla bici messa a disposizione da Loris Ducci, responsabile del centro, aveva imparato a pedalare. Dopo ogni uscita le sue gambe tremavano convulse dalla fatica dello sforzo fisico. A vederlo oggi colpisce l’agilità che ha acquisito, la fiducia in sé stesso e la leggerezza con cui si avvicina alla bici, si mette in sicurezza ed esce. In pochi mesi ha imparato anche ad andare da solo. “Mi sento libero” dice Angelo “e ogni uscita è una emozione”.