Algoritmi e logica, a Urbino il primo campionato di pensiero computazionale

di LUCA GASPERONI

URBINO – Sfatiamo un luogo comune: gli algoritmi non sono roba da cervelloni o da nerd informatici. Non sono insegnati al liceo, né conosciuti dalla maggioranza delle persone, questo è certo. Ma con un minimo di attenzione, ognuno può accorgersi che nella vita di tutti i giorni applica inconsciamente tanti algoritmi, si tratta quindi di acquisire consapevolezza per maneggiarli quando servono.

“Se cadono dei fogli  per terra e devi metterli in ordine di pagina, usi un algoritmo, in questo caso quello di ordinamento – spiega Alessandro Bogliolo, docente di sistemi per l’elaborazione dell’informazione all’Università di Urbino – se devi trovare una pagina di un libro, per esempio partendo dalla 43, tu non lo sfogli dall’inizio ma lo apri a metà,  poi guardi se devi cercare a destra o sinistra: questo è un algoritmo di ricerca dicotomica”.

Il primo campionato italiano

L’università di Urbino inaugura a maggio la prima edizione in Italia del campionato di pensiero computazionale. In palio per i vincitori del test ci sono quattro immatricolazioni gratuite all’Università. Le iscrizioni si sono chiuse il 31 marzo e a partecipare saranno gli studenti delle scuole superiori.

Tra i partecipanti ci sarà Gianmarco, studente del terzo anno del liceo scientifico Laurana di Urbino, che ha le idee chiare: “Vedendo come sta progredendo la tecnologia e come si evolve la vita di tutti i giorni, secondo me il pensiero computazionale è già oggi importante. Siamo sempre più dipendenti dalla tecnologia e riuscire a ragionare con la propria testa è molto utile”.

La finalità del campionato infatti è di svelare gli algoritmi nascosti nella quotidianità e la nostra capacità, più o meno innata, di comprenderli e usarli. “Il pensiero computazionale- spiega il professor Bogliolo, coordinatore del progetto – è la capacità di pensare alla soluzione di un problema in termini generali e algoritmici, cioè scomponendolo in passi elementari che portino alla soluzione. Il coding, cioè la programmazione, serve a esercitare il pensiero computazionale, perché programmare vuol dire spiegare a un pc come risolvere un problema. Esistono campionati di informatica, di programmazione, di matematica – ha aggiunto il docente – ma non esistevano campionati trasversali alle discipline, che mettano in gioco questa capacità”.

Il punto di forza del pensiero computazionale è la capacità di toccare tante materie diverse: informatica e logica ma anche matematica e “problem solving”. Gli algoritmi non sono soltanto comprensibili agli informatici, che li studiano per anni, ma anche ai più giovani come Edoardo, 16 anni, anche lui iscritto al campionato: “La passione è iniziata agosto scorso per puro caso in vacanza. Stavo ‘smanettando’ con il pc di mio padre quando ho danneggiato il software. Ho provato a sistemarlo e alla fine ce l’ho fatta. Ripararlo è stata una soddisfazione enorme! Così mi sono detto: perché non approfondire la cosa?”.

L’allenamento online

In vista del test di maggio, i ragazzi si stanno allenando grazie al corso online “Algoritmi Quotidiani”, che tratta tutti gli argomenti previsti dalla prova ed è parte integrante di Mooc UniUrb, una piattaforma per la didattica universitaria messa a disposizione dall’ateneo urbinate.

Certo, l’approccio agli algoritmi agli inizi può presentare  le sue difficoltà: ”Piano piano si impara, è una cosa graduale – ha rassicurato Valentina, al quarto anno dello scientifico – la cosa più difficile è tradurre il tuo pensiero in un linguaggio che la macchina può interpretare. Però mi piace, perché se entri nel meccanismo non è come un gioco ma può essere divertente”.

L’Università di Urbino non è nuova a progetti così innovativi. Nel 2016 infatti, la Carlo Bo è stata la prima università ad aver erogato ai suoi professori corsi di formazione gratuiti per imparare a usare strumenti di programmazione e metodi intuitivi nella didattica scolastica. L’obiettivo del corso è sempre lo stesso: fare alfabetizzazione informatica, dagli studenti fino ai docenti.

Dall’anno di avvio dell’iniziativa sono stati formati più di 20.000 insegnanti nel mondo, in contatto con più di un milione di studenti. Un progetto di successo, tanto da ricevere anche dei premi: il coding in your class  infatti ha vinto nel 2016 il titolo “miglior corso online a livello internazionale” assegnato dall’osservatorio internazionale Class Central.

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