Coronavirus, primo decesso nelle Marche, 34 i casi nella Regione. Pesaro e Urbino nel decreto. Scuole e Università, lezioni sospese fino all’8 marzo

di REDAZIONE

URBINO – Il primo decesso del Coronavirus nelle Marche è un uomo di 88 anni con patologie pregresse, morto questa mattina all’ospedale Santa Croce di Fano. Era stato ricoverato il 24 febbraio con febbre alta e difficoltà respiratorie ed era risultato positivo al primo tampone.

“Esprimo vicinanza alla famiglia e a tutti i suoi cari – ha detto il presidente delle Marche Luca Ceriscioli – continuiamo a lavorare per fronteggiare l’emergenza con il massimo impegno”.

Questo pomeriggio alle 16 e 30 nella sala Raffaello di Palazzo Raffaello ad Ancona Luca Ceriscioli farà il punto sull’emergenza Coronavirus in conferenza stampa.

Sono 34 i casi di contagio da Coronavirus nelle Marche. Di questi, 32 si trovano nella provincia di Pesaro e Urbino e 2 in quella di Ancona. Lo comunica il Gores (Gruppo operativo regionale per le emergenze sanitarie). Sono quindi 11 i nuovi tamponi positivi ai test, che verranno inviati all’Istituto superiore di sanità per le controanalisi che daranno la conferma definitiva.

Sempre il Gores informa sulle condizioni di salute di pazienti e casi sospetti: sette persone sono ricoverate in terapia intensiva, nove sono ricoverate ma in condizioni meno gravi e 228 – compresi i restanti 19 risultati positivi – si trovano in isolamento domiciliare.

La provincia di Pesaro e Urbino nel decreto

La provincia di Pesaro e Urbino è stata inserita nel decreto legge che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato per introdurre “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”. Scuole e università chiuse fino all’8 marzo. L’Ateneo ha annunciato che attiverà un programma di corsi online per evitare ritardi nel calendario didattico. Le lezioni, che inizieranno lunedì 2 marzo, potranno essere seguite sul sito Blended learning Uniurb, secondo il calendario delle lezioni.

Il decreto prevede anche la sospensione di eventi, competizioni sportive di ogni ordine e disciplina e tutte le manifestazioni organizzate. Potranno rimanere invece aperti musei e luoghi di cultura, a patto che le dimensioni evitino sovraffollamenti.

Anche le altre province marchigiane però non sono immuni al provvedimento: interrotti fino al 15 marzo 2020 viaggi d’istruzione, iniziative di scambio o gemellaggio, visite guidate e uscite didattiche programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Le aziende di trasporto pubblico locale anche a lunga percorrenza saranno obbligate ad adottare interventi straordinari di pulizia dei mezzi e a segnalare chiunque sia stato in “zone rosse” di comunicarlo al proprio medico.

“Riteniamo importante – ha detto il presidente della Regione Luca Ceriscioli –  l’affermazione del principio di applicazione delle misure di contenimento su base territoriale, che rende omogenei i criteri per tutta Italia. E’ ciò che avevamo chiesto sin dall’inizio”.

Morani: “La provincia nel decreto”

Che la provincia di Pesaro e Urbino fosse inserita tra i territori soggetti a restrizioni per il contenimento del contagio da Coronavirus era già stato reso noto con un post su Facebook dalla deputata Alessia Morani: “Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte mi ha appena comunicato che tra mezz’ora firmerà il decreto in cui è stata inserita la provincia di Pesaro e Urbino. A breve daremo i dettagli del decreto”.

Gambini non aspetta e chiude le scuole

Il provvedimento del governo coincide con la nuova ordinanza per chiudere asili nido e le scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio comunale fino a domenica 8 marzo che il sindaco di Urbino Maurizio Gambini aveva emanato poco prima che il testo venisse firmato da Conte e poi pubblicato. La decisione era stata presa “non avendo ancora avuto una risposta dal Governo nazionale né dalla Regione”.

Ricci: “Provincia forse in zona rossa”

Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci su Facebook aveva scritto che l’inserimento di Pesaro e Urbino nella zona rossa era “molto probabile”. Di conseguenza aveva anticipato “ulteriori chiusure come precauzione, essendo province con casi non preoccupanti e senza focolaio, ma confinanti con le regioni considerate rosse”. Ricci aveva anche rassicurato sullo stato di salute di molti pazienti positivi al tampone: “Dei 24 casi accertati nella nostra provincia, almeno 15 sono guariti o sono già in via di guarigione”.

Ma il sindaco sottolineava anche i timori sulle ricadute economiche di questa paralisi: “Non vi nascondo la preoccupazione per la nostra economia e per la tenuta psicologica della popolazione; per questo continuo a dire basta panico, è ingiustificato e non serve a nulla”.

Intanto è stata una domenica con la Galleria nazionale delle Marche aperta. E nonostante fosse la prima domenica del mese l’ingresso è stato mantenuto a pagamento e non gratuito come di consueto. Lo aveva deciso il ministero per i Beni e le attività culturali per evitare troppo affollamento. Ma la decisione non ha frenato i visitatori, accorsi in buon numero: l’atrio di ingresso e la biglietteria erano trafficati come in una giornata qualsiasi, anche se i dipendenti indossavano mascherine per precauzione.

I contagiati nelle Marche

Sono 35, dunque, i contagiati nelle Marche, 33 nella provincia di Pesaro e Urbino e due nella provincia di Ancona, secondo gli ultimi dati forniti dal Gores. Undici i nuovi casi registrati questa domenica, dieci nella provincia di Pesaro e Urbino, che si conferma la più colpita, e un altro nella provincia di Ancona. I tamponi degli ultimi giorni sono stati inviati all’Istituto superiore di sanità per le controanalisi che ne certificheranno ufficialmente la positività. Fino ad oggi l’Iss ne ha validati sei.

Tra i pazienti di cui si sa qualcosa in più ci sono la figlia e la badante della coppia di anziani di Fano ricoverati in gravi condizioni agli Ospedali Riuniti Torrette di Ancona, secondo quanto ha riferito al Ducato una fonte autorevole. La coppia di anziani rappresenta il primo caso di contagio autoctono nelle Marche perché non si è mai mossa dal territorio regionale.

Lo studente minorenne di Morciano di Romagna, che frequenta il liceo scientifico Marconi di Pesaro, positivo al virus è tornato a casa in isolamento dopo essere stato sotto controllo all’ospedale di Rimini e la sua classe, per precauzione, è stata messa in quarantena insieme a dieci insegnanti che sono entrati a contatto col ragazzo. Ieri il sindaco di Pesaro aveva firmato un’ordinanza che disponeva la chiusura della scuola fino a mercoledì 4 marzo per permettere l’igienizzazione degli ambienti scolastici. Ordinanza superata ormai dal decreto dell’esecutivo.

Una donna che rientra nei casi di contagio da Coronavirus nelle Marche è stata ricoverata in rianimazione all’ospedale Torrette di Ancona. “La paziente era a Pesaro, nel reparto Infettivi. Abbiamo deciso di trasferirla perché ha avuto un aggravamento clinico – ha detto al Ducato Mario Caroli, dirigente del Gores  – un peggioramento della sua polmonite. Si tratta di una misura prudenziale”.

Si trova nella struttura ospedaliera del capoluogo marchigiano anche il primo paziente positivo al Coronavirus, l’ingegnere trentenne di Vallefoglia.

Il Coronavirus non ferma la festa per Rossini

Questa domenica Pesaro ha provato a ripartire, nonostante la sua provincia sia la più colpita dal contagio. La città ha celebrato l’anniversario di un suo cittadino illustre, Gioachino Rossini, ma lo ha con una serie di precauzioni, Il sindaco di Pesaro Ricci, visto il probabile inserimento della provincia nei territori parte della zona rossa, aveva deciso di rivedere il programma confermando solo le iniziative all’aperto, vale a dire le luminarie che hanno composto i titoli delle opere di Rossini in via Passeri e il concerto dal balcone.  Il tradizionale appuntamento dalla loggia del Museo Nazionale Rossini in collaborazione con l’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda” del Rossini Opera Festival si è dunque salvato. Rinviato alla settimana successiva, invece,  il concerto nella Chiesa dell’Annunziata dell’Orchestra Sinfonica Rossini. Per tutto il pomeriggio, inoltre, le maggiori composizioni dell’artista pesarese sono trasmesse in filodiffusione nelle strade del centro.

La giornata avrebbe dovuto segnare la riapertura della città dopo i giorni di paura per i casi di contagio. Era questa almeno l’intenzione del sindaco Ricci, che da giorni sui propri canali social ha lanciato l’hashtag #bastapanico. L’idea ha diviso la cittadinanza pesarese, spaccata tra chi appoggia la linea del sindaco e chi lo attacca giudicandolo troppo superficiale. Ma il sindaco è stato costretto a frenare: “Speravamo di poter ripartire più velocemente e invece dobbiamo farlo in maniera più graduale. Dobbiamo fidarci delle scelte precauzionali di Governo e Regione ed applicare le nuove indicazioni che ci daranno”, aveva scritto sempre su Facebook.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi