Il “Giorno del ricordo” a Urbino per le scuole. Musica e parole per non dimenticare le Foibe

Il maestro Eleonora Longoni, lo storico Carlo Vercelli e il prof. Carlo Maria Bellei al teatro Sanzio per il "Giorno del ricordo"
di GIACOMO PULETTI

URBINO – Il maestro Eleonora Longoni, violinista dell’orchestra “Rossini” di Pesaro, sale sul palco, volta le spalle al pubblico e comincia a suonare. Lo fa per sottolineare il “fastidio” che si prova quando qualcuno volta le spalle alla storia e all’umanità.

Inizia così la conferenza-concerto “Nel crepaccio del tempo. Riflettere e ricordare le vicende del confine orientale italiano, tra memorie collettive e storia”, al teatro Sanzio davanti ai giovani liceali della città, per renderli consapevoli del massacro delle Foibe.

A riempire palchi e platea gli studenti e i professori delle classi quinte dei licei Raffaello, Baldi e Laurana di Urbino. “Speriamo di arrivare a studiare questi temi prima della fine dell’anno scolastico – dice Beatrice, che frequenta l’ultimo anno del liceo classico – perché del massacro delle Foibe si parla sempre poco, a differenza, ad esempio, dell’Olocausto”.

Nel 2004 il governo di Silvio Berlusconi istituì la “Giornata del ricordo”, per le vittime italiane della repressione compiuta dal generale comunista Tito durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra, da celebrarsi ogni anno nelle scuole e nelle istituzioni.

Da allora il 10 febbraio è la giornata in cui gli italiani uccisi nelle cavità carsiche del nord-est o costretti all’esodo da Istria e Dalmazia sono ricordati con manifestazioni e conferenze. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato quest’anno parole forti e decise, per reprimere qualsiasi tipo di negazionismo sulla tragedia delle Foibe, definendola “un capitolo buio della nostra storia nazionale”.

Dopo un breve saluto da parte della presidente del Consiglio comunale di Urbino Elisabetta Foschi, che descrive come “importantissime” le parole di Mattarella, il rettore dell’Università Vilberto Stocchi sottolinea la necessità di riflettere e ricordare, perché “quando aspetti politici e ideologici calpestano la dignità della persona si generano comportamenti aberranti”.

Ospiti della conferenza Cristiano Maria Bellei, Professore di filosofia politica all’Università di Urbino, e Carlo Vercelli, storico e professore all’Università Cattolica di Milano. “Lo sforzo di riflessione è necessario per evitare di replicare gli stessi meccanismi che portano gli essere umani a diventare macchine di morte e guerra – puntualizza Bellei – Il confine è una linea immaginaria estremamente fragile e per questo non dobbiamo considerarlo come un valore assoluto. La reciprocità della vendetta è sempre negativa – prosegue il professore – perché è un meccanismo che, quando innescato, non si ferma più”.

Il confine, l’esodo, la storia i temi trattati nel corso delle due ore di incontro-dialogo tra musica e parole. Secondo Vercelli la conoscenza storica non è un dovere ma “un diritto che si conquista collettivamente, come gruppo di individui consapevoli sia della propria libertà che della propria responsabilità. Ogni storia ha una sua dignità – continua lo storico – e comprendere la storia significa cogliere i legami tra i diversi elementi da condividere per capire il presente”.

L’evento si è concluso con il Va’ pensiero di Giuseppe Verdi, interpretato dal maestro Longoni. “La conferenza è stata interessante ma molto dettagliata, forse serviva una maggiore contestualizzazione – spiega Gregorio, ultimo anno dello scientifico, all’esterno del teatro – per fortuna siamo stati preparati all’evento dalla nostra professoressa di italiano e latino”, la quale ci spiega di aver fornito agli studenti materiale cartaceo affinché potessero documentarsi sul massacro delle Foibe per ricordare e, soprattutto, riflettere. Per non dimenticare.

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