I laboratori dell’Accademia di Belle Arti rischiano lo sgombero dalla sede succursale

Accademia di Belle Arti di Urbino, sede succursale
di NICHOLAS MASETTI

URBINO – Al terzo piano del palazzo di via del Cassero, gli allievi dell’Accademia di Belle Arti del corso Nuove tecnologie dell’arte (Nta) lavorano a design, illustrazioni e progetti artistici interdisciplinari. In tutto lo stabile ci sono circa 250 studenti che sperimentano tra corsi di scultura e grafica (che conta circa 150 iscritti). Metodi all’avanguardia, con un’evoluzione e una rivoluzione continua. Come quella che potrà avvenire tra poco, loro malgrado.

L’ingresso della sede succursale dell’Accademia di Belle Arti

La sede succursale dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, di fianco al liceo Scientifico Laurana, rischia di dover sgomberare il terzo piano, proprio quello dei laboratori. Dopo le due lettere della Provincia ricevute tra ottobre dello scorso anno e inizio febbraio del 2019, il Consiglio accademico con a capo il direttore Umberto Palestini e la Consulta studentesca hanno deciso di dare voce al problema riunendosi e discutendo del tema.

La motivazione dello sgombero è il passaggio di una parte dello stabile al liceo Scientifico Laurana perché così avrà finalità di formazione scolastica e “potrà ampliarsi all’aumento di iscritti”, spiega lo studente dell’Accademia Daniele Donadio dopo aver ascoltato le richieste di Claudia Guidi, dirigente della scuola superiore.

“Abbiamo ricevuto una lettera lo scorso 30 ottobre da parte dell’ex presidente della Provincia, Daniele Tagliolini, il quale ci invitava a sgombrare l’intero stabile di tre piani entro febbraio del 2019″ spiega una ragazza della Consulta studentesca, Veronika Lytvynova. Nel frattempo a livello provinciale è avvenuto il cambio di presidenza e il neo-eletto Giuseppe Paolini poche settimane fa con un’ulteriore lettera inviata all’Accademia di Belle Arti ha sollecitato l’abbandono dell’edificio, ma solamente del terzo piano, dedicato sopratutto ai laboratori.

Ma la situazione si muoveva sotto traccia da un paio di anni. Grazie al titolo di “formazione scolastica” assegnatole il 29 settembre del 2004, l’Accademia aveva ottenuto la disponibilità, senza scadenza, dello stabile in via Giro del Cassero che si trova in cima a via Raffaello. A firmare il documento furono l’architetto Daniele Gallerini e l’allora presidente dell’Accademia, Vittorio Sgarbi (oggi è il candidato sindaco Giorgio Londei). Circa tre anni fa invece è arrivata l’equiparazione al titolo universitario e quindi l’Accademia è andata in contrasto con il titolo di formazione scolastica che ha perso. È questa la leva su cui la Provincia spinge per sgomberare il civico numero 12, sede della succursale di Belle Arti.

Dopo l’incontro informativo avvenuto martedì nell’Aula Magna dell’Accademica tra circa cento studenti e la Consulta studentesca, il Consiglio accademico ha deciso che invierà una lettera al presidente della Provincia, al Comune di Urbino e al dirigente della scuola superiore, “per richiedere un tavolo di lavoro, tecnico e di dialogo” racconta l’accademico Andrea Balducci.

Obiettivo dell’Accademia è posticipare il cambio di edificio al 2020/2021. “Bisogna poi trovare una struttura adeguata che possa ospitare macchinari e laboratori, sui quali i nostri dirigenti hanno speso decine di migliaia di euro, tra cui anche la ristrutturazione dell’attuale sede dislocata” confessa Donadio, dispiaciuto di tale situazione. “Bisogna trovare un compromesso per gli studenti del liceo ma anche dell’Accademia” ha detto il responsabile del sindacato Cisl di Urbino, Leonardo Piccinno che incontrerà diversi studenti dell’Università di Urbino giovedì 14 marzo.

L’Accademia è un punto di riferimento per la città di Urbino, presente dal 1967 e con il numero di studenti iscritti che è cresciuto in questi 52 anni dell’istituzione di alta cultura. Tra i tanti i progetti realizzati spiccano le collaborazioni con il College of Art di Londra, la Galleria Nazionale delle Marche, il Teatro Rossini di Pesaro e il carattere grafico Titillium ripreso poi da Google e attualmente utilizzato in 600 mila siti web, tra cui quello del Governo italiano e delle pubbliche amministrazioni locali.

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