Petra, 16 anni, presenterà il suo romanzo al Salone del libro di Torino: “Lavoro già al seguito”

Petra Angelini, autrice di "Non sei lui"
di NICHOLAS MASETTI

URBINO – Ha scritto un libro a 14 anni. Sta scrivendo il seguito della storia. Due ragazze che viaggiano, si innamorano, iniziano il college e hanno le prime difficoltà adolescenziali. È di Urbino. Studia al liceo Scientifico, suona il flauto a traverso e fa ginnastica ritmica e non più danza “perché amo fare cose pratiche”. Petra Angelini, sedicenne, nata nel gennaio del 2003 sotto il segno dell’acquario, si è raccontata al Ducato, tra passione per la scrittura, futuro e fantasia. A maggio parteciperà al Salone Internazionale del Libro di Torino con la sua casa editrice di Roma Albatros. Ha scritto Non sei lui in due mesi e mezzo, in estate, nel clima delle colline urbinati che alterna caldo afoso e vento fresco.

Partiamo dal finale, ovvero da un non finale. La storia non si conclude, lascia il lettore con il dubbio, come mai?

Sto già scrivendo il seguito. Sono al settimo capitolo e voglio scrivere circa duecento pagine. In Non sei lui ne ho scritte 162, un numero pari voluto perché non mi piacciono i numeri dispari. Però lo stile di scrittura lo sto cambiando, lo voglio rendere più evoluto, diciamo “più grande”.

Ecco, il tuo libro scorre molto rapido. Nonostante siano 32 capitoli, la storia è veloce e all’interno dei brevi capitoli si mischiano le storie dei diversi personaggi. Stai cambiando questo?

Si, mi sono accorta che mixavo troppe scene nello stesso momento, quindi ora nel seguito di Non sei lui i capitoli saranno più lunghi e ognuno tratterà la storia di un personaggio. Darò un finale alla storia di Daphne con Jason ed anche a quelle di Nathan con Eveline ed Elizabeth con Aarol, oltre che a spiegare la morte dei genitori dei fratelli Devis, Jason e Nathan.

Una storia che inizia con un viaggio in camper di dieci giorni delle due amiche, Daphne e Eveline, in un bosco. Poi all’improvviso la storia si tinge di giallo, con il mistero della morte dei genitori, come mai queste scelte?

Sono una ragazza misteriosa, non mi piace dare una spiegazione a tutto, così lascio con il fiato sospeso il lettore. Ho voluto dare valore al mistero. Leggo tanti romanzi e soprattutto libri fantastici che mi hanno influenzato nella scrittura. Gli ultimi capitoli hanno un taglio più giallo, per dare un colpo di scena. Mi piace molto la serie americana Revenge che mi ha influenzato.

Ecco, il tema America. Tutti i nomi dei personaggi sono stranieri e la seconda parte del romanzo si svolge in un college, tra camere condivise, balli e scontri con cadute di libri nei corridoi tipici da film o serie americana.

Mi piacerebbe essere più grande. La storia non si svolge in America, non do riferimenti di luoghi quindi il paese è di libera interpretazione. La scelta dei nomi inglesi è casuale: Daphne mi è venuto cercando online ed Eveline l’ho sentito dire da un’amica così come la canzone che cito, Perfect Strangers. Questa traccia non mi piace, però si addice bene al tema. Ascolto la musica a periodi, ora i miei artisti preferiti sono Marco Mengoni e Nitro (rapper) e mi piacciono i generi pop e trap. L’idea del college mi è venuta scrivendo, inizialmente volevo parlare solo del viaggio tra amiche nel bosco.

Perché tanti dialoghi che terminano con punti esclamativi?

I punti esclamativi danno l’idea di affermare le cose con convinzione.

E invece l’utilizzo continuo di doccia fredda o la scelta di alcune parole scritte in maiuscolo?

Le parole in maiuscolo come ad esempio sola, una, quei, mio, paura e Non sei lui al capitolo 16 le ho messe per evidenziare i punti di vista principali dei personaggi. Non mi sono accorta di ripetere spesso doccia fredda. Forse perché è una cosa che mi piace, è una cosa che libera dai pensieri.

La scelta del personaggio Jason, una persona dura che appare in tutti i momenti impensabili, come lo spieghi?

Jason è un personaggio chiuso, con tatuaggi, piercing e palestrato, il ragazzo tipo che mi affascinava a quattordici anni, ma non più ora. Indirettamente è il protagonista, il titolo del libro Non sei lui si riferisce alla differenza tra Jason e il fratello Nathan. Il tatuaggio di Jason, un bastone di Asclepio, l’ho scelto perché mi piace ed esprime l’idea di una persona decisa e determinata. Le due amiche sono molto diverse sia a livello fisico che comportamentale: Eveline è di media statura, bionda, occhi azzurri, una ragazza che dice sempre la verità e mai tentenna. Invece Daphne è magra, porta occhiali perché miope, con capelli arancioni e occhi verdi, che vive nella confusione.

Ti rivedi in alcune cose che hai scritto? Ad esempio, nelle due ragazze, ma anche nei luoghi o nei fatti scritti?

Si, completamente. Mi rispecchio in entrambe le ragazze, quasi più in Daphne però delle due (Petra è magra, alta, porta occhiali). Ho scelto due personaggi così perché sono opposti e quindi tendono ad attrarsi e completarsi. Il viaggio in camper è voluto, mi piacerebbe averlo e quindi in quel caso mi rivedo in Eveline, una ragazza estrosa. Molte delle cose scritte hanno un collegamento con me.

Nei ringraziamenti inserisci tuo fratello, tua mamma e le persone che ti sono state vicine. Ma non tuo padre, perché?

Con mia mamma ho un rapporto molto stretto, mi ha seguito tanto nella stesura del libro. Ho cercato anche di riprodurre una scena della famiglia, con Daphne che si sfoga con la madre e si abbracciano. Una figlia femmina e una madre hanno sempre un grande rapporto. Con mio fratello Mattia, classe 2000, mi trovo benissimo. Ora ci vediamo di meno visto che lui studia grafica design a San Marino (ha fatto la primina, così come Petra). Mattia ha realizzato anche la copertina del libro. Tra le persone che mi sono state più vicino inserisco poi le mie amiche e le mie insegnanti di italiano e latino che mi hanno dato tanti consigli durante la scrittura. Mio padre non l’ho messo perché lui non mi sta molto dietro, lavora sempre e non c’è mai, così come i parenti che sono molto estranei.

Ma l’idea di scrivere un libro a quattordici anni come ti è venuta?

Sono una ragazza molto fantasiosa, spesso ingigantisco le cose. Amo l’inventiva, così ho deciso di scrivere il libro per mettere a frutto la fantasia. Ho sempre avuto questa capacità, quando avevo 3 anni con mia mamma osservavo immagini e da lì inventavo storie. La scrittura per me non è una cosa impegnativa, ma uno svago, un hobby.

Che progetti hai per il tuo futuro a breve e medio lungo termine?

Ora sto studiando il terzo anno al liceo scientifico ramo ordinario. Ho la media dell’otto e mi piace molto la matematica. Non sono un’amante del latino. Non ho scelto il liceo classico anche per questo, oltre che per il greco. Il liceo scientifico dà a tutte le materie la stessa rilevanza. Tra i progetti a breve termine ho la scrittura del nuovo libro ma il tempo libero è poco, tra studio, musica e ginnastica. Sono certa che la scrittura sia la mia passione ma sono ancora piccola per parlare di bravura. Mi piacerebbe fare l’università di giornalismo o di lettere moderne.

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