Combattere l’Aids, ma in orario aperitivo. La Croce Rossa: “I giovani pensano che non possa toccare a loro”

di ALICE POSSIDENTE

URBINO – “I giovani spesso partecipano solo per avere qualche preservativo gratis”. Per Michele Virgadamo, referente dell’area giovani della Croce Rossa Italiana di Urbino, il problema principale della sensibilizzazione sull’Hiv è il disinteresse, in particolare dei giovani. “Sarà per ignoranza, sarà per il pensiero comune che ‘tanto tocca sempre agli altri e non a me’, ma la popolazione è diffidente”.

E forse regalare qualche preservativo non è una strategia del tutto sbagliata: regala uno strumento di prevenzione e al tempo stesso fa da “esca” per ricevere alcune informazioni in più, visto che “il problema principale è la disinformazione” continua Virgadamo.

Virgadamo in questi giorni è impegnato a organizzare le iniziative che la sezione giovani della Croce Rossa di Urbino ha messo in piedi per la giornata internazionale contro l’Aids. La data internazionale era in realtà domenica 1 dicembre ma nella città ducale non si sono volutamente organizzate iniziative quel giorno “perché la domenica a Urbino i giovani sono pochi” continua Virgadamo.

Per questo gli eventi sono stati spalmati tra la settimana precedente e la successiva. In particolare, dice Virgadamo, “abbiamo pensato al giovedì pomeriggio a orario aperitivo proprio perché vogliamo rivolgerci soprattutto agli universitari”.

E sono proprio i giovani a rivolgersi ad altri giovani. “Siamo tutti ragazzi e nessuno di noi lavora nell’ambito sanitario – dice Virgadamo, studente fuori sede originario della Sicilia – questo è molto importante, perché prima ci informiamo tra noi e poi informiamo le persone”. Nella Croce Rossa di Urbino, su circa 200 volontari, i giovani sono una quarantina. E molti di loro sono universitari fuori sede (tra i quali anche pugliesi e siciliani) mentre tra gli urbinati molti sono minorenni. Elemento importante, proprio perché la consapevolezza viene sin da giovani.

Gli eventi: in piazza contro l’Aids

La Croce Rossa di Urbino organizza ogni anno iniziative in occasione della giornata internazionale dell’Aids. Oltre agli eventi in piazza quest’anno si è pensato di tenere alcune lezioni. La prima si è svolta il 28 novembre al centro commerciale Consorzio ed è stata tenuta da Gabriele Lani, infermiere dell’ospedale di Urbino e volontario della Croce Rossa. Lani ha parlato dei segni e dei sintomi dell’Aids, per un approccio consapevole alla malattia. Il 4 dicembre, alle ore 21, di nuovo al centro commerciale Consorzio, ci sarà un altro incontro informativo, con Selena Giorgetti, ostetrica all’ospedale di Urbino, che parlerà dell’uso di anticoncezionali e anti contraccettivi.

Michele Virgadamo

Giovedì 5 dicembre, a partire dalle 18, in piazza della Repubblica verranno allestiti un tendone e un gazebo. Nel tendone ci sarà uno sportello di ascolto con un’ostetrica. Sarà uno spazio isolato in cui sarà possibile chiedere consigli in completo anonimato.

Quello stesso giorno ci saranno poi delle attività ludico-ricreative. Verranno proiettati dei video amatoriali in cui chi guarderà dovrà indicare quali sono gli atteggiamenti giusti o sbagliati, per esempio sull’uso del preservativo. In programma anche alcuni giochi educativi,  come dei quiz a tema o il “cruci sex” per imparare divertendosi.

I dati: il 95% dei contagi per via sessuale

Nel 2016 – ultimo dato Istat disponibile – nella Provincia di Pesaro-Urbino c’è stato un solo caso di decesso per Aids.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità nel 2018 in tutte le Marche ci sono state 60 nuove diagnosi di Hiv, che crescono a 70 se si considerano le segnalazioni riguardanti marchigiani in altre regioni.

I dati sono in diminuzione rispetto al 2017 (quando c’erano stati 91 nuovi casi) e anche rispetto al trend decennale d’incidenza. Dato importante, considerando che oggi le cure sono migliori rispetto a dieci anni fa e anche i farmaci sono migliorati.

Il 95% dei casi la trasmissione è avvenuta per via sessuale. E il contagio non riguarda certo soltanto la popolazione omosessuale: al contrario, il virus viene trasmesso nel 63% dei casi per via eterosessuale (35,5% maschi; 25,5% femmine).

Resta il fatto che si registrano ancora molte diagnosi tardive, per cui chi è sieropositivo e non lo sa rischia di contagiare gli altri o di cominciare a curarsi troppo tardiPer questo prevenire (e essere informati) è importante.

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