Coronavirus, truffa dei finti tamponi a Fossombrone. Feduzi: “Possono farli solo gli operatori Asur”

di VALERIO SFORNA

URBINO – Persone senza scrupoli che, a bordo di una Opel Mokka bianca, si aggirano per le strade di Fossombrone: fingendosi operatori della Croce Rossa Italiana, suonano alle case degli anziani e dicono di dovere fare i tamponi del Covid-19. È accaduto ieri pomeriggio a Fossombrone, comune della provincia di Pesaro e Urbino, che dista pochi chilometri da Urbino e Fermignano.

A mettere sull’avviso la cittadinanza su Facebook è stato il sindaco di Fermignano Emanuele Feduzi: “Nel pomeriggio di ieri sono stato contattato dal presidente della Croce Rossa di Fermignano che a sua volta era stato chiamato da quello di Fossombrone. Mi ha raccontato questa storia e non ho esitato ad attivarmi sui social, come faccio sempre in questi giorni”, racconta al Ducato.

Non è la prima volta che il sindaco di Fermignano si trova a smentire bufale diventate virali nel web. “Qualche giorno fa girava la notizia che invitava i cittadini del nostro territorio a ritirare in casa panni e biancheria perché nella notte la Provincia avrebbe fatto una massiccia operazione di disinfestazione: uno scenario tipo Vietnam col napalm. Dopo 7/8 messaggi WhatsApp di questo tipo ho deciso di smentire tutto quanto col profilo Facebook del comune. Non è il momento di creare più panico nella popolazione: la situazione è già difficile da fronteggiare e chi si comporta così è un criminale”.

Nel suo post Feduzi ha ribadito che la Croce Rossa non è autorizzata a fare tamponi o attività simili: “I tamponi possono farli solo gli operatori del dipartimento Igiene e prevenzione dell’Asur. Se una persona non sta bene, avverte il medico di base che fa la segnalazione all’Asur. A meno che il soggetto non sia in condizioni gravissime, un infermiere arriva a casa sua ed effettua tre tamponi: uno laringofaringeo e gli altri due nasali, uno per narice. I campioni vengono poi inviati al laboratorio dell’Ospedale Torrette di Ancona e se risultano positivi vengono inoltrati all’Istituto superiore di Sanità per la verifica. Questo è l’iter. Qualsiasi cosa diversa è una truffa: invito i cittadini ad avvertire i carabinieri nel caso di attività sospette”.

La truffa dei finti tamponi si aggiunge ad altre altrove in Italia: mascherine sanitarie vendute a 5000 euro a Torino, finta amuchina sequestrata a Napoli e gel disinfettanti spacciati per rimedi miracolosi in altre parti d’Italia. La provincia di Pesaro e Urbino, a parte l’episodio di ieri, non è stata interessata da questo tipo di attività illecite. La Guardia di Finanza non ha finora disposto sequestri, ma iene alta la guardia. Contro il virus e contro gli sciacalli.

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