Dieci libri per le giornate in casa nell’emergenza Coronavirus. Le proposte di Piero Dorfles

La murata di libri a casa Balestrieri
di CLARISSA CANCELLI

URBINO – Leggere un libro è sempre un buon modo per evadere dalla realtà, o per penetrarvi meglio dentro, e per riflettere su ciò che si sta vivendo. Questi sono dieci suggerimenti di lettura che l’autore e giornalista Piero Dorfles fa agli urbinati che almeno fino al 3 aprile dovranno evitare di spostarsi, salvo casi di stretta necessità, per l’emergenza Coronavirus. Con le librerie chiuse, l’occasione è quella per cercare tra i volumi che magari prendono polvere sugli scaffali di casa, oppure acquistarli online, magari come e-book.

Sono romanzi e saggi che trattano di percorsi di vita, di viaggi, di crescita, di riflessione e di coraggio. Sensazioni ed emozioni con cui possiamo facilmente identificarci, in questi giorni d’isolamento coatto e d’ansie inesplorate. Lasciamo che sia Dorfles a presentarci la sua selezione, fatta apposta per Il Ducato.

L’anno dei misteri. Un’indagine del commissario Bordelli, di Marco Vichi. “È un giallo e tutti i gialli prevedono una risoluzione di un enigma, una riflessione sul perché la normalità si interrompe”.

Il bambino nascosto, di Roberto Andò. Il libro parla di Gabriele Santoro, un titolare della cattedra di pianoforte al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, che decide di accogliere e nascondere Ciro, figlio di un camorrista. “È l’incontro con una dimensione nuova, con qualcosa che al protagonista è del tutto estraneo”.

L’Istituto, di Stephen King. “L’autore racconta la storia di alcuni bambini rapiti e sequestrati dai servizi americani, ragazzi che possiedono poteri speciali, come telepatia e telecinesi. Non è una storia verosimile, ma questa è una cosa che non ha mai interessato King”.

Libri al rogo. La cultura e la guerra all’intolleranza, di Pierluigi Battista. “Per la dimensione di falsa correttezza politica si nascondono anche classici e libri importanti perché non coincidono con quello che viene considerato l’unico modo in cui si deve accettare la dimensione dei valori del nostro mondo. Questa, dice Battista, è una questione di intolleranza che non può essere ammessa. È persino peggio di mettere i libri all’indice, perché, una volta messi all’indice, c’erano i libri buoni e i libri cattivi. Invece in questo caso sono i buoni a sostenere che i libri in quanto tali sono cattivi. Mentre io credo che i libri devono essere soprattutto liberi e chi legge deve essere libero di farlo secondo il suo desiderio”.

Hotel Silence, di Auður Ava Ólafsdóttir. “È la storia di un uomo finito, che ha perso tutto, che ha perso la voglia di vivere. Un uomo che decide quindi di suicidarsi, ma non in patria: ha paura che il suo gesto diventi un pettegolezzo nelle mani degli altri. Perciò parte e viaggia finché non arriva in un Paese mediorientale, distrutto dalla guerra civile, dove tutto sembra aver perso di senso, quasi come nella sua vita. Ma l’incontro con quella sofferenza gli fa capire che l’orrore da cui è uscito è niente a confronto a quello in cui vive chi si trova in una situazione di guerra”.

L’invasione immaginaria: l’immigrazione oltre i luoghi comuni, di Maurizio Ambrosini. “È un breve e importante saggio in cui l’autore ripercorre con grande precisione quelli che sono i numeri attuali, ma anche quelli di ipotetiche proiezioni future, della presenza dell’immigrazione in Italia e di quanto questa costi, ma soprattutto di quanto questa dia al nostro sistema economico. In un momento in cui c’è una sensibilità estrema per la presenza degli immigrati nel nostro territorio è importante osservare che le cifre che cita Ambrosini dimostrano che l’immigrazione in Italia è molto più bassa rispetto a quella in altri Paesi, che la presenza di immigrati non coincide con l’aumento della criminalità e che, in terzo luogo, l’immigrato che lavora porta molto più benessere di quanto non ne sottragga”.

Caldo in inverno, di Joe R. Lansdale. “Un libro che non è tanto un giallo quanto un nero. Il protagonista assiste a un omicidio. Vuole testimoniare ma scopre che l’assassino è il figlio di un grande boss della malavita. La sua testimonianza rischia quindi di costargli la vita. Ma lui decide di resistere e organizza con dei vecchi commilitoni una carneficina di tutti coloro che l’hanno ricattato. È un libro terribile, ma toglie il fiato. È scritto con una potenza straordinaria”.

Isolitudini. Atlante letterario delle isole e dei mari, di Massimo Onofri “Un bel libro illustrato che ha a che fare con tutte le isole che incontriamo nella letteratura, vere o inventate che siano. Il fascino di questo libro, oltre a regalarci immagini molto belle, è che ci fa riflettere su un elemento che è costitutivo della letteratura: le isole. Rappresentano sempre un momento quasi magico, perché in questo territorio limitato si concentrano le vite degli uomini, i loro sentimenti e i loro contrasti. Le isole sono uno strumento letterario per leggere la storia della cultura del mondo”.

Cadrò, sognando di volare, di Fabio Genovesi. “È un romanzo di formazione che riesce a concentrare l’attenzione in un periodo molto particolare della storia italiana, ossia quello in cui Pantani rappresentò un grande successo del ciclismo italiano”.

Ascoltatori. Le vite di chi ama la radio, di Susanna Tartaro. “Storie di chi ascolta Radio tre, ossia di quelle persone che parlano e comunicano con una rete aperta al pubblico. Il rapporto con la lettura e la cultura trasformano queste persone in qualcosa di particolare, qualcosa che l’Italia potrebbe essere se si leggesse di più”.

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