“Eppur si muove”, rocce del Furlo ricostruiscono vagabondare asse terrestre

di BEATRICE GRECO

URBINO – Un millimetro e anche meno. Tanto sono minuscoli i microfossili intrappolati nelle rocce del Furlo, dai quali si può arrivare a ricostruire la storia planetaria. “Il pianeta in cui viviamo è veramente intelligente: quando c’è qualcosa che non va, trova il modo di rimettersi in equilibrio, proprio come una trottola, proprio come noi”. Rodolfo Coccioni, ex ordinario di paleontologia e ora professore onorario dell’Università di Urbino, cerca di semplificare così la ricerca sul “vagabondaggio polare” pubblicata sulla rivista scientifica Nature, e che porta anche la sua firma.

Uno studio internazionale – condotto insieme a paleomagnetisti e micropaleontologi di università cinesi, giapponesi e americane – che ha rilevato che, tra gli 86 e i 79 milioni di anni fa nel periodo del Cretaceo, la Terra si è inclinata di circa 12° su un lato e all’indietro per tornare poi a raddrizzarsi.

Un fenomeno – spiega il professore dell’UniUrb – che può avere delle ripercussioni anche sul clima. “Come risposta all’oscillazione, alcune masse continentali si spostano e così varia la loro latitudine”. Un movimento che può anche spostare un territorio da una fascia climatica all’altra. “Nel periodo analizzato, ad esempio, il sito su cui ora si trova New York si era spostato verso sud fino a portarsi alla latitudine di Miami”.

“La terra è come una trottola”

“La Terra non ha una distribuzione sfericamente simmetrica della massa – spiega Coccioni – e dobbiamo pensarla come una trottola. Se il peso è distribuito uniformemente, la trottola gira perfettamente senza oscillazioni. Ma se il peso si sposta da un lato o dall’altro, questo cambia il centro di massa portando l’asse di rotazione a spostarsi verso il lato più pesante al fine di ristabilire l’equilibrio. Un movimento lento anni, di cui non ci si può accorgere, che comporta anche lo spostamento di masse terrestri”.

Il vero vagabondaggio polare nel mesozoico – dalla pubblicazione su Nature A Late Cretaceous true polar wander oscillation

Il campo magnetico della Terra è prodotto dai moti che avvengono all’interno del nucleo esterno e i poli magnetici variano sulla base di questi. Così avviene il True polar wander o “vero vagabondaggio polare”, cioè il riorientamento delle masse della terra che riflettono lo spostamento dell’asse terrestre. “Casi di vero vagabondaggio polare si sono verificati più volte nel corso della storia della Terra – afferma il professore – e i risultati di questa ricerca sfidano l’idea che l’asse di rotazione terrestre sia rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi 100 milioni di anni”.

Una ricerca integrata

Fossili, strati delle rocce e campo magnetico. Uno studio combinato in cui si è partiti dall’analisi dei microfossili “abbondanti sul Furlo e sul nostro territorio, che anticamente era coperto da oceani”. L’altro sito analizzato è infatti quello di Apiro, in provincia di Macerata. “Si tratta di foraminiferi – spiega Coccioni – organismi unicellulari che per proteggersi formano un guscio e che, una volta raggiunto il fondo del mare, si fossilizzano”. Dall’analisi di questi animali microscopici, intrappolati da milioni di anni tra strati di roccia, si può arrivare a dare un’età relativa alle rocce stesse.

Entra così in gioco la ricerca paleomagnetica. “Sul fondo dei mari si depositano anche minutissime particelle di ematite e magnetite, minerali del ferro – spiega Coccioni -. Queste funzionano come micro-aghetti di bussole e si orientano verso il Nord magnetico (che è diverso dal nord geografico ndr). Così i paleomagnetisti riescono, attraverso particolari strumenti, a ricostruire la posizione del polo magnetico e anche quella delle placche tettoniche. Incrociando i dati, si può arrivare a comprendere anche il posizionamento dell’asse terrestre”. Ma ora parte la nuova sfida del professore urbinate e del team di ricercatori: “Il passo successivo è capire perché questi fenomeni avvengono. Ad agosto i miei colleghi torneranno qui, così potremmo procedere ad altri rilievi e studi”.

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