Urbino sempre più isolata. Linee soppresse, l’Odissea in treno: “Nove ore per Napoli”

di MARIA ELENA MARSICO

URBINO – Per raggiungere Roma da Urbino ci vogliono oltre tre cambi e sei ore. Per Napoli fino a nove. Gli studenti, per tornare a casa, sono quindi costretti a trascorrere una giornata intera in viaggio anche per dei tragitti che in macchina si percorrerebbero in poco più di tre ore. E per raggiungere la città ducale, attenzione all’ultima corsa la sera. Si rischia di dover trascorrere la notte a Pesaro.

“Linea sospesa” o “linea modificata”, la storia non cambia. Urbino non ha più collegamenti diretti con le altre città italiane se si fa eccezione per Pesaro e Fano, spesso tappa obbligata per andare altrove. Compagnie come Flixbus, Itabus e Marinobus sembrano aver abbandonato la città di Raffaello. E così per arrivare a Roma bisogna prima prendere un autobus per Pesaro che arriverà dopo circa 45 minuti in stazione, e poi un treno. La stessa cosa avviene anche per andare nelle più vicine Rimini o Bologna, o per raggiungere altre regioni del Sud Italia come la Campania o la Puglia, un tempo collegate con Urbino con corse dirette. Quelle tratte alle aziende non convengono più, anche a causa delle restrizioni degli ultimi due anni dovuti alla pandemia che hanno limitato gli spostamenti degli universitari.

“Il viaggio Urbino – Roma è un’Odissea”

“Sono sei anni che affronto il viaggio Urbino – Roma e viceversa, e ogni volta è un’Odissea – racconta Mattia, originario di Sora (in provincia di Frosinone), al Ducato – Itabus ti offriva una soluzione rapida e allo stesso tempo anche economica. Adesso che è stata soppressa si è obbligati a tornare al viaggio in treno che, nella migliore delle ipotesi, dura sei ore, senza contare il tratto di autobus Urbino – Pesaro che è un’altra ora di viaggio”. Per lui tornare a casa “è un disagio bello e grosso”. Prima di Itabus Mattia utilizzava il servizio di Amibus, socia di Adriabus, che aveva un costo più alto ma pari a quello del treno: “Quando c’erano queste navette si era invogliati a tornare più spesso, ora magari ci pensi due volte prima di affrontare un viaggio in treno”.

Per Napoli anche quattro cambi

Chi deve tornare in Campania, poi, di ore ne impiega ancora di più: “L’ultima volta da Napoli a Pesaro ci ho messo quasi dieci ore e il treno ha anche tardato. Ho perso, così, la linea serale Pesaro – Urbino, l’unica disponibile. Se non avessi mio zio che abita a Tavullia, sarei ancora lì a Pesaro a mendicare un passaggio”, racconta Antonio di Napoli che fa un altro esempio: “Anche l’Umbria è collegata male. Ho un amico che abita a Perugia e non posso andarci. Ci impiegherei cinque ore per arrivare anche se è vicinissima”. L’Umbria era collegata grazie ai pullman di Itabus. In meno di quattro ore era possibile raggiungere, infatti, Gubbio, Terni e Perugia. “È una situazione davvero inspiegabile, capisco che per motivi di marketing Itabus faccia una scelta, ma che nessuno prenda questa tratta lo trovo assurdo”, aggiunge Antonio.


“Per arrivare a Urbino da Napoli con il treno faccio due percorsi: o Roma – Falconara – Pesaro – Urbino, oppure Napoli – Foggia – Pesaro – Urbino”, racconta Enrico. Per tornare a casa a prezzi convenienti, infatti, è costretto a effettuare tre o quattro cambi partendo molto presto la mattina per riuscire a prendere l’ultimo collegamento della giornata per Urbino. C’è soltanto un treno diretto, poi, che collega la Capitale a Pesaro: parte alle 17.25 e arriva alle 21.03, quando non ci sono più autobus diretti verso Urbino. L’ultima corsa, infatti, è alle 20.30 oppure nei festivi alle 20.15.

Adriabus: “Lavoriamo per rendere il vostro network migliore”

“Va ricordato che la grave situazione sanitaria, fin dal suo manifestarsi, ha determinato una fortissima diminuzione degli spostamenti in tutti i territori e la linea che collega la città di Urbino a Roma, per quanto importante e molto apprezzata nel passato, non è stata esente da questo fenomeno”, scrive Adriabus. Lo “Shuttle Raffaello”, infatti, dal 18 novembre 2020 risulta sospeso. L’azienda, poi, prosegue: “Questa linea è sempre stata a totale carico del bilancio Ami, in quanto non si tratta di un servizio sostenuto attraverso finanziamenti né regionali né statali, e se prima della pandemia si poteva arrivare a un equilibrio tra costi e ricavi dalla vendita dei biglietti, nel 2020, dopo il lockdown abbiamo dovuto sospendere il collegamento proprio per evitare forti perdite economiche di cui sicuramente nessuno poteva farsi carico”. L’azienda, inoltre, specifica che il numero di richieste di informazioni pervenute ad Adriabus è irrilevante. “A confermare le difficoltà di gestione in simili condizioni, rileviamo che anche altri gestori della stessa tipologia di servizio, come Itabus e Flixbus, hanno dovuto fermare il loro servizio dalla città di Urbino verso la Capitale al pari di tante altre sospensioni di collegamenti tra altre città a livello nazionale”.

Nemmeno più Marinobus arriva a Urbino dalla Puglia. “Nei periodi di bassa stagione tendiamo a sopprimere corse poco utilizzate” risponde l’azienda al Ducato, ma non è chiaro se verrà aggiunta nuovamente in futuro: “Sicuramente verrà riattivata la linea per Pesaro, se non per Urbino”. Itabus, invece, parla di modifiche della tratta. Sia l’operatrice nella chat del sito sia al telefono rispondono allo stesso modo: “Stiamo lavorando per rendere il nostro network sempre migliore”. Al numero di Flixbus risponde soltanto una voce meccanica che recita: “Sapevi che puoi trovare tutte le informazioni ai viaggi sul nostro sito? Per accedervi digita semplicemente la pagina ‘aiuto’, troverai tutte le informazioni lì”.

I gruppi consiliari Pd e Viva Urbino con i consiglieri Mario Rosati, Lorenzo Santi, Carolina Borgiani e Davide Balducci, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale del 28 gennaio, hanno sostenuto la necessità di riattivare la linea Urbino – Roma dell’Ami (socia di Adriabus), come riportato da Il Resto del Carlino.

Per Davide di Roma “questa soppressione delle corse contribuisce a rendere la città ancora più vuota e triste da frequentare e da vivere. Non sei invogliato a venire qui sapendo che ci sono difficoltà da affrontare”, anche lui perde “una giornata intera” per raggiungere la città in cui studia. “In treno, poi, il costo si aggira intorno ai 40 euro per la sola andata, a volte, per sette, otto ore trascorse tra tempi di percorrenza e attese. Con Itabus anche il prezzo era più abbordabile per noi studenti”.

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