Dad universitaria, la risposta del sindaco di Urbino alle proteste: “Polemiche sterili”

di SARA SPIMPOLO
con la collaborazione di Beatrice Greco

URBINO – Polemiche “sterili”. Così il sindaco di Urbino Maurizio Gambini, sentito dal Ducato, ha bollato le accuse che i rappresentanti delle agenzie immobiliari e dei commercianti di Urbino hanno rivolto a università e amministrazione comunale tramite una lettera aperta affidata al Corriere adriatico. La richiesta era quella di tornare all’obbligo della presenza per le lezioni, in modo da risollevare l’economia della città che soffre l’assenza di studenti e studentesse.

“È una richiesta legittima, ma nelle battute di agenzie e commercianti colgo una polemica sterile e fuori luogo”, ha ribattuto Gambini. “Credo che le scelte fatte dall’università siano state ponderate e condivise”, ha continuato. “Non appena è stato possibile, si è organizzata per lavorare in presenza, e molti studenti sono tornati. Ma è obbligatorio che un’università pubblica permetta le lezioni anche a distanza”. Nella lettera agenzie e commercianti sollecitavano invece l’ateneo ad “agire in modo autonomo, considerando che le discoteche e i locali brulicano di ragazzi che si divertono in libertà, e consapevoli del fatto che non esista un’indicazione specifica da parte del ministero”. Secondo le misure adottate dal governo per l’emergenza sanitaria, gli atenei non hanno l’obbligo di offrire i corsi con didattica a distanza, e per l’anno accademico 2021/2022, le attività dovrebbero essere svolte prioritariamente in presenza. Gli atenei devono però garantire la frequenza alle lezioni e il diritto allo studio anche per chi è impossibilitato.

“L’università ha accresciuto ogni anno i propri iscritti”, ha ribattuto il sindaco. “Per questo attaccare chi la gestisce mi pare improprio”. “Una proposta che io posso fare – ha continuato – e che ho ripetuto più volte a tutti i rettori, da Vilberto Stocchi a Giorgio Calcagnini, è di allungare fino a venerdì le lezioni, per avere più studenti in città. Ma anche in questo caso è all’ateneo che spetta la decisione”.

Le accuse al Comune

Nella lettera commercianti e agenzie si sono schierate anche contro lo stesso Comune. “Rimaniamo sorpresi e delusi dalla mancanza di intervento e di supporto dell’amministrazione – hanno scritto – che ancora una volta si dimostra insensibile nei confronti delle esigenze e problematiche dei commercianti e di quanti sono coinvolti nell’economia della città”.

“Non capisco in che senso non li avremmo sostenuti – ha risposto il sindaco Gambini – Abbiamo lavorato per rendere più appetibile per i giovani vivere qua, e per venire incontro ai commercianti in ogni modo, perché capisco le difficoltà degli esercenti in questo momento di pandemia. Ma purtroppo non è una condizione che ha creato il Comune o l’università. Questa protesta mi sembra solo un modo per fare polemica contro qualcuno, ed è molto facile farla allo scadere dello stato d’emergenza Covid – giovedì 31 marzo, ndr – quando cambieranno le regole”.

Per quanto riguarda le polemiche sul fatto che Urbino non abbia concorso alla candidatura di città della cultura per il 2024, competizione vinta da Pesaro, il sindaco ha ribadito che “il progetto presentato coinvolge tutta la provincia, anche Urbino e Fano. E stiamo lavorando per presentare una candidatura unitaria nel 2033”. Questo perché, spiega, “io non credo nello sviluppo di una singola città a fronte delle altre, ma nello sviluppo territoriale condiviso. Pesaro trascinerà tutta la provincia in un vortice positivo, e a proposito di questo occorre ora pensare a diventare co-capoluogo a tutti gli effetti”.

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