Urbino, ex studente accusato di oltraggio a pubblico ufficiale. “Mai detto frasi ingiuriose”

Tribunale di Urbino
di DAVIDE FANTOZZI

URBINO – È stato ascoltato oggi al Tribunale di Urbino Roberto Scaringi, ex studente universitario accusato di oltraggio a pubblico ufficiale. Il 17 novembre del 2017, Scaringi insieme ad altre nove persone stava manifestando il proprio dissenso contro la consegna del Sigillo d’ateneo al generale della Guardia di finanza Giorgio Toschi, di fronte al palazzo della facoltà di Economia, in via Saffi. L’accusa per il ragazzo è quella di aver urlato frasi ingiuriose alle forze dell’ordine presenti: “Avete rotto il c…, finanzieri di m…”.

Accusa che l’imputato ha negato, raccontando al giudice Egidio de Leone che lui e gli altri universitari si erano “presentati al palazzo della facoltà di Economia pacificamente”. All’ingresso, tuttavia, “abbiamo trovato uno schieramento di forze dell’ordine che impediva l’accesso – ha proseguito – Volevamo entrare in quanto universitari, ma ce lo hanno impedito, dicendoci di fare le nostre rimostranze fuori”. Rimasti all’esterno, i ragazzi hanno esibito uno striscione contro l’iniziativa dell’Università, “subito strappato via da alcune forze dell’ordine – ha affermato l’ex studente – e ne è nato un battibecco con un finanziere”. I toni sarebbero stati contenuti, secondo la deposizione, al punto che “quando mi hanno chiesto i documenti gli ho subito dato la patente. Ma la discussione è continuata in modo pacato”. Poco dopo, però, Scaringi sarebbe stato “bloccato a terra e portato di peso all’interno del palazzo, per essere identificato dalla Guardia di finanza”.

Ascoltate anche due testimoni, che si erano presentate con lui per protestare, le quali hanno confermato la versione dell’imputato. “Non ha mai provato a scappare e ha consegnato i documenti appena gli sono stati chiesti”, ha detto la prima. La seconda ha ricordato che “stavano discutendo, e un attimo dopo Roberto era a terra e lo stavano portando dentro l’università”. Nessuna delle due ha sentito la frase oltraggiosa per la quale Scaringi è finito a processo. Il giudice ha rinviato la discussione sul caso alla prossima udienza, l’8 novembre.

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